Da tempo ormai il cinema sta dedicando un po’ della sua eneregia a imprimere su cellulloide (una volta forse) immagini e storie riguradanti la musica e si suoi protagonisti. Per forturna non ci si dimentica delle icone, dei momenti piùimportanti, delle leggende della musica di ogni tempo. Se per anni abbiamo assistito a proiezioni veritiere o meno o molto men, romanzate o screanzate sui protagonisti del mondo e dell’arte musicale, l’idea del film doc su artisti e gioelli del nostro patrimonio di tutti i tempi è decisamente speciale e spettacolare.
La storia senza infiltrazioni personali e senza inutili ricostruzioni fax-simili è davvero un momento macigo e unico, interessante e bello da essere vissuto. Concerti, storie e vite vissute sono riportate in modo decisamente fedele e sono molto piùcoinvolgenti di film ‘su’ protagonisti ma che non hanno una validità storica che possa essere accettata…
Sono contento quando vado al cinema e lo sono ancora di piùquando mi imbatto in ‘qualcosa’ che riguarda la musica, invece dei soliti drammi metropolitani, di scalate su impressionanti vette estreme o di sparatorie senza tempo prive di criterio e sapore…
‘Janis’ di Amy Berg è la storia documentata della vita di Janis Joplin che stasera mi siedo comodamente a guardare, tra un pacco gigante di pop-corn (che scellerato consumista consumatore qualunquista che sono) e una super comoda poltrona di un gigantesco e multirumoroso multisala…
‘Janis’, la meteora ‘Janis’, vissuta così poco e in modo così intenso da essere ricordata come una voce pietra miliare della storia della musica blues e rock di sempre. Un’icona che viene raccontata dalla sua nascita a Port Arthur, Texas nel 1943, fino alla sua prematura scomparsa, nell’ottobre di 35 anni fa a Los Angels.
Complessi, delusioni, tristezze e felicità di una ragazza vera, insicura ma caparbia che la porta ad allontanarsi dalla sua casa borghese e dalla sua famiglia di ogni giorno per intreprendere un viaggio verso una meta solo in apperenza raggiunta e sono brevemente afferrata; un sogno realizzato a metà e mai concluso se non nei ricordi e nell’ammirzione di fan, amici e colleghi, ovvero quello di essere una rockstar, una vera e propria stella del mondo musicale!
Le realzioni personali e musicali, l’esplosione al Monterey Festival, la delusione di Woodstock, il trionfo in Europa, la Big Brother and the Holding Company e la Kozmic Blues band e xil suo capolavoro postumo ‘Pearl’, le dipendenze mai risolte, il rapporto epistolare con la madre, la fragilità , le umilizioni di gioventù, la vita a San Francisco la solitudine, la sua voce unica e il suo amore per la musica e per la musica dell’amore sono le tematiche sviscerate in questa pellicola carica di intensità e di forte profumo di nostalgia triste.
Ripeto, documentario bello e intenso, triste e selvaggio, peccato con poche testimonianze ad eccezione di quelle degli amici di musica e compagni di avventura, di compangni di vita e di letto, della sorella e del fratello e di Kris Kristofferson, dei suoi manager, di certo le testimonianze splendide e ricche di pathos, ma qualcosina in piùci poteva stare… in fondo si parla di una grande icona della musica di tutti i tempi…
ciao Janis…
p.s.: il film è stato presentato fuori concorso alla 72sima edizione del festival di Venezia…
(sorvolo sulla doppiatrice italiana di Janis Joplin… non me ne vogliate, please)