Frontiers Records – Gennaio 2015

 

Non sfugge alla logica del confezionare dischi “a compartimento stagno” (vd. “oggi ti faccio un album alla Deep Purple/Rainbow, domani uno alla Whitesnake”) JørnLande. Non vi sfugge nemmeno stavolta, ma quantomeno riesce a dare alle stampe un album abbastanza convincente, che rafforza ulteriormente la sua immagine e popolarità  presso il grande pubblico, dal quale continua ad essere considerato uno dei pochi, veri, se non addirittura l’unico, e credibile, erede dell’immenso Ronnie James Dio.

Questa è la quarta volta a partire dal 2000 (anno dell’esordio da solista di Lande, con il discreto “Starfire”) in cui il nome del cantante norvegese viene affiancato da quello di un altro musicista (fin qui era sempre stato il noto singer di Symphony X e Adrenaline Mob, Russell Allen).

E’ ora il turno di Tron Holter, anch’egli norvegese e già  visto in Baby Snakes, Dream Police, e piùdi recente, nella “new sensation” glam scandinava, Wig Wam.

Holter se l’è cavata piuttosto bene in quest’album ”“che come detto, non sfugge alla sopracitata logica del seguire un ben determinato filo conduttore, prediligendo in quest’occasione, il filone “opera rock”, con evidenti riferimenti a Queen, Meat Loaf ma anche, vista l’attitudine metal di Lande, i Savatage di “Gutter Ballet” e “Streets:A Rock Opera”- con un riffing molto robusto, e alcuni buoni (anche se non memorabili) assoli, e soprattutto, coaudiuvando Jorn Lande nella composizione dei brani.

Brani che, anche dopo ripetuti ascolti di questo “Dracula ”“ Swing Of Death”, risultano indubbiamente piacevoli, pur non impressionando né tantomeno brillando per originalità .

L’unica “novità ” è data dalla volontà  di Jørn Lande & Trond Holter di dare alla loro opera prima un’impronta da concept album molto “basic”, cioè privo di lunghe porzioni strumentali o introduzioni ai vari pezzi cantati (nei quali Jorn Lande è in parte coadiuvato dalla voce femminile di Lena Fløitmoen Børresen).

Sostenuti da una produzione molto professionale, in perfetto stile scandinavo, i nostri non riescono tuttavia a stupire piùdi tanto l’ascoltatore, pur inframezzando il vigoroso e a tratti tenebroso rock operistico, che ben si sposa, peraltro, con il titolo dell’album, (“Walking On Water”,”Save Me”) con degli arrangiamenti barocchi o “vaudeville” che odorano molto di Queen (come nella splendida, epica traccia che dà  il titolo all’album), o ad altri decisamente piùmoderni (“True Love Throgh Blood”).

In definitiva, un album di concetto atipico e agli antipodi rispetto alla tradizione, (fin dalla durata, appena 47 minuti), che ripropone Jorn Lande in buona, ma non eccezionale, forma.

Tracklist:
01. Hands Of Your God
02. Walking On Water
03. Swing Of Death
04. Masquerade Ball
05. Save Me
06. River Of Tears
07. Queen Of The Dead
08. Into The Dark
09. True Love Through Blood (instrumental)
10. Under The Gun

Band:
Jørn Lande ”“ voce solista
Trond Holter ”“ chitarra
Bernt Jansen ”“ basso
Per Morten Bergseth ”“ batteria
Lena Fløitmoen Børresen ”“ seconda voce solista su “Under the Gun”, “Into the Dark”, “Save Me” e “River of Tears”

 

Lande Holter

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