Columbia Records – Marzo 2005
Ammetto che durante l’ascolto del primo pezzo “Judas Rising”, ho temuto venisse giùil mondo, tanta è la potenza e la cattiveria di questa song. Un inizio in crescendo con attacco in doppia cassa e un urlo lancinante di Rob Halford, ci introducono nel nuovo album dei Judas Priest, o forse sarebbe piùappropriato dire dei ‘gods of metal’ per eccellenza. Immagino se dal vivo il concerto dovesse iniziare con questo pezzo; temo per l’incolumità mia e dei presenti.
Fortunatamente la band è tornata a riproporre un heavy metal classico, ma non per questo stantio e datato. Sfido chiunque a non riconoscere la freschezza (merito anche della produzione affidata a Roy Z) e la potenza di questo disco.
Dopo la devastante opener, un’altra killer song ci attende. “Deal with the Devil”, già un classico dopo un paio di ascolti. Semplice, diretta e da headbanging scatenato, rappresenta secondo me l’heavy metal di oggi, alla faccia di tutte le mode e tendenze a cui la musica è soggetta. Questo pezzo ci riconsegna K.k. Downing e Glenn Tipton in ottima forma, dopo le non esaltanti prove offerte negli ultimi due studio album. Finalmente possiamo riascoltarli nei loro funambolici assoli e nelle loro taglienti ritmiche. Con “Revolution” (primo singolo scelto dalla band), cala un po’ il ritmo vertiginoso dei primi due brani, ma di sicuro dal vivo coinvolgerà tutti i presenti con il suo chorus orecchiabile. “Worth Fighting For” ci mostra il lato piùmelodico e per certi versi introspettivo dei Judas Priest, con un arpeggio leggermente distorto e belle melodie vocali. “Demonizer” ci riporta al metal piùmonolitico, e la doppia cassa incessante di Scott Travis contribuisce a rendere il pezzo una vera mazzata. Non sono mai stato un fan sfegatato di Halford, ma devo ammettere che in questo disco canta in un modo davvero coinvolgente ed incisivo, lasciando un po’ da parte gli strilli a volte un po’ eccessivi di “Painkiller”. Dopo “Wheels of Fire”, pezzo negli standard medi del gruppo, ecco il pezzo che non t’aspetti; “Angel”, una ballad quasi interamente acustica, con un finale in crescendo dove aumenta il groove. E’ piacevole notare come la band abbia ancora la voglia di sorprendere (in positivo) i propri fan con un pezzo del genere. Non che in passato non abbiano mai scritto ballad, però erano diversi anni che non ascoltavamo un bel lento targato Judas. Gli ultimi tre pezzi alternano momenti heavy (“Hellrider” su tutte) ad altri piùrilassati, introspettivi e dall’incedere lento.
In conclusione uno dei ritorni piùattesi dell’anno, ci ha riportato un grande gruppo, in forma smagliante (almeno su disco) e con ancora tanto da dire. Non voglio star qui a polemizzare se la reunion sia avvenuta per soldi o altro. Quello che secondo me deve interessare è la qualità dei pezzi, e per quanto riguarda “Angel of Retribution” non ci si può affatto lamentare, vista la qualita e l’energia proposta.
HEAVY METAL IS BACK!!!!!!!!
Tracklist:
1. Judas Rising
2. Deal With The Devil
3. Revolution
4. Worth Fighting For
5. Demonizer
6. Wheels Of Fire
7. Angel
8. Hellrider
9. Eulogy
10. Lochness
Band:
Rob Halford – voce
K. K. Downing – chitarra
Glenn Tipton – chitarra
Ian Hill – basso
Scott Travis – batteria
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