È una serata (giovedì 28 novembre 2024) davvero fredda, e gli appassionati di musica di qualità la ricorderanno per due motivi precisi.
Il primo è il concerto della band islandese Kaleo, che si è esibita a Milano in un Alcatraz praticamente sold out. Il secondo è il fastidioso blackout che ha bloccato i pagamenti POS per moltissimi, me compreso, sin dalla mattinata.
Il clima freddo sembra perfettamente adatto alla musica dei Kaleo, una band che ha ormai conquistato i cuori di tantissimi appassionati. La loro miscela di rock, blues e folk ha portato il gruppo, originario di Mosfellsbær, una cittadina a 17 chilometri dalla capitale Reykjavík, a farsi conoscere in tutto il mondo.
La band, capitanata dal carismatico Jökull Júlíusson, conosciuto anche come JJ Júlíus Son, non è particolarmente prolifica: ha pubblicato finora soltanto due album, oltre a vari EP e singoli. Quest’anno, i brani “Lonely Cowboy” e la ritmatissima “Rock ’n’ Roller” hanno riscosso un ottimo successo. Inoltre, la loro collaborazione con i Negramaro nel singolo “Free Love” ha attirato un nuovo pubblico di fan.
La serata è stata aperta dal duo Júníus Meyvant, che per circa mezz’ora ha intrattenuto il pubblico con ballad acustiche. Un buon intrattenimento, anche se probabilmente più adatto a locali di dimensioni minori.
Dopo un rapido cambio palco, i Kaleo sono saliti sul palco per l’unica tappa italiana del loro “Payback Tour”. La band è stata accolta calorosamente, ma è stato l’arrivo di Jökull Júlíusson a scatenare un vero e proprio boato. Con cappello da cowboy, pantaloni bianchi e neri che ricordano lo stile di Nikki Sixx negli anni Ottanta e un’eleganza notevole, JJ ha catturato l’attenzione di tutti.
La sua voce, malinconica e inconfondibile, ha risuonato con una precisione sorprendente, praticamente identica a quella delle registrazioni in studio.
Il pubblico era eterogeneo, con una media di età di circa 35 anni, e una buona presenza di fan stranieri. L’interazione tra il frontman e il pubblico è stata semplice ma efficace, con brevi introduzioni delle canzoni e ringraziamenti sparsi.
I Kaleo hanno scelto di immergere il pubblico nella loro musica senza troppi fronzoli. I momenti più intensi sono stati l’esecuzione di “Way Down We Go”, resa famosa da pubblicità, videogiochi e film, e di “Break My Baby”.
Il set è durato circa un’ora e quaranta minuti. Nel finale, Jökull ha introdotto un ospite speciale: Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, con cui hanno eseguito “Free Love”. Sangiorgi è poi rimasto sul palco per suonare la chitarra anche nel brano conclusivo, “Rock ’n’ Roller”.
Da segnalare la presenza di un polistrumentista aggiunto, che ha suonato l’armonica in un brano e la chitarra acustica in altri.
Il momento più potente della serata è stata l’esecuzione di “No Good”, resa dal vivo con una carica rabbiosa e coinvolgente.
Nonostante non sia un grande fan di Sangiorgi, devo ammettere che la sua voce si amalgama perfettamente con quella di Júlíusson. È evidente che tra i due non c’è solo una collaborazione musicale, ma una vera amicizia.
Si spera che i Kaleo pubblichino presto un nuovo album e che tornino presto in Italia. Ricordo inoltre che la band ha fatto da supporter ai Rolling Stones e si è esibita in importanti festival come Coachella e Lollapalooza, oltre a partecipare a note trasmissioni televisive americane.
Lo scorso anno, la band ha tenuto un concerto suggestivo e costosissimo al Colosseo di Roma, un evento che ha lasciato il segno.
Il concerto dei Kaleo all’Alcatraz di Milano è stato un’esperienza che mi ha riempito di gioia. Certi tipi di musica e artisti sono davvero un toccasana per l’anima.
Recensione di Mauro Brebbia
Setlist:
- USA Today
- Break My Baby
- Broken Bones
- I Can’t Go On Without You
- All the Pretty Girls
- Automobile
- Hey Gringo
- Hot Blood
- Lonely Cowboy
- Vor í Vaglaskógi
- Skinny
- Way Down We Go
- No Good
BIS
14. Free Love (con Giuliano Sangiorgi)
16. Rock ’n’ Roller (con Giuliano Sangiorgi)
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