In queste settimane frizzanti e straripanti di festival estivi, non potevo perdermi una capatina agli I-Days di Milano. L’occasione è stata per la giornata di ieri sabato 1° luglio 2023 all’Ippodromo SNAI La Maura, con il campo ancora caldo dai salti dell’esercito di Trevis Scott della sera prima.
Quella che ci attende è una line-up un po’ mare e monti, tre realtà musicali che hanno apparentemente poco a che fare, ma che ci hanno intrattenuto a dovere regalandoci sensazioni molto diverse tra loro.
Nothing But Thieves

Un giorno dopo l’uscita del loro nuovo concept album “Dead Club City”, la band britannica lo inaugura dando inizio alla quinta giornata degli I-Days proprio sulle note di “Welcome to the DCC” già una hit estremamente ballabile, un pezzo che ha tutte le caratteristiche per aprire una giornata simile. Per chi li aveva sempre e solo ascoltati e mai visti, si rimane strabiliati dal frontman Conor Mason: possibile che una voce di tale potenza appartenga ad un viso così dolce e alternativo?! Abbiamo potuto apprezzare la magia dei suoi vocalizzi e della sua estensione in brani molto recenti come “City Haunts”, ma anche in brani dal primo album come “Trip Switch” (il capolavoro che ti era scappato e il live ti ricorda di recuperare al più presto) e naturalmente nelle due perle di “Broken Machine”, “Sorry” e “Amsterdam” entrambe impeccabili.
Sono stati storicamente riconosciuti come seguaci dei Muse, ma ieri le influenze che balzavano all’orecchio mi ricordavano di più uno strano affascinante ibrido. Nei riff più incisivi possono avvicinarsi agli Strokes, a tratti invece nell’attitudine vocale agli Arctic Monkeys. A mio parere una della realtà musicali più interessanti e fertili dell’alternative rock britannico. Peccato solo che alle 17:30 del pomeriggio il pubblico non fosse sufficientemente carico per riceverli. Voglio rivederli al più presto!
Nothing But Thieves Setlist
1. Welcome to the DCC
2. Futureproof
3. Life’s Coming in Slow
4. Trip Switch
5. Particles
6. City Haunts
7. Tomorrow Is Closed
8. Sorry
9. Unperson
10. I Was Just a Kid
11. Overcome
12. Impossible
13. Is Everybody Going Crazy?
14. Amsterdam
The Black Keys

Battezzati veri headliner della serata, i Black Keys a questo punto cuociono a dovere un ippodromo che aveva appena iniziato a soffriggere. Avevo un’aspettativa molto alta ed è stata pienamente soddisfatta. In quasi due ore di live e 17 brani, ci sollevano letteralmente trascinandoci in un ballo senza sosta. La sensazione era di stare di fronte a due fuoriclasse, con più di vent’anni di attività alle spalle, ma con ancora la stessa fame di palcoscenico. Credo sia una delle poche band che riesce a far funzionare così bene un “Tarataratta” o un “oh-ohoho” su un riff di chitarra: vale così per “Howlin’ for You” e per “Lonely Boy”, aggiungi un battito di mani e la magia è fatta! Credo sia quello che succede quando ti metti a metà strada fra il blues e il rock e decidi di fare la differenza. In duo per giunta! Con i miei amici si è parlato in giornata di come effettivamente siano sopravvissuti solo loro in America come duo dopo lo scioglimento dei White Stripes. Se per Daniel Auerbach e Patrick Carney il tempo passa, ne tengono comunque bene le redini. Non solo per quanto riguarda la performance live, che li mostra come nel fiore della carriera, ma per l’equilibrio e la coerenza che hanno saputo mantenere durante la loro evoluzione musicale, si veda il percorso da “El Camino” (2011) a “Dropout Boogie”(2022) . La loro performance di “Gold on the Ceiling” rimane la definizione di stile.
The Black Keys Setlist
1. I Got Mine
2. Your touch
3. Tighten Up
4. Have Love, Will Travel (Richard Berry cover)
5. Everlasting Light
6. Next Girl
7. Fever
8. Heavy Soul
9. Weight of Love
10. Lo/Hi
11. Howlin’ For You
12. Ten Cent Pistol
13. Gold on the Ceiling
14. Wild Child
15. She’s Long Gone
16. Little Black Submarines
17. Lonely Boy
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Liam Gallagher

Il video introduttivo della performance di Liam delinea già il carattere di un soggetto più che particolare. Con una buona dose di autoironia compaiono suoi primi piani a raffica, ricchi di descrizioni di lode gratuita: “Godlike”, “humble”, “approachable”. Già ridiamo, ma sorridendo di cuore poiché l’artista persona alla fine supera sempre l’artista personaggio. E per quanto il soggetto possa essere difficile, ci emoziona con estrema facilità. La pelle d’oca arriva sicuramente durante l’esibizione di “Stand by Me” con importante parte solista del pubblico. L’ippodromo era un unico abbraccio e Liam per un momento posa la maschera dello spaccone e si concede un’espressione disarmata e sinceramente emozionata, mandandoci un bacio. Il resto del concerto è sotto il suo totale controllo, sicuro di sé, maracas alla mano e non si fa mancare le frecciatine ai tifosi dell’Inter per la sconfitta in Champions League. Tuttavia, è parere comune che non sia riuscita come sua migliore esibizione, da metà concerto in poi l’intonazione risulta purtroppo calante in particolare nei brani “Roll It Over” e “Once”. L’ex cantante Oasis alterna in scaletta pezzi dell’ultimo album “C’MON YOU KNOW” (2022) e iconici brani della band anni ’90. È stato per me un tuffo nel passato desiderato da tempo, anche se devo storcere un po’ il naso per il taglio in scaletta su “Everything’s Electric” successo clamoroso del 2022.
Liam Gallagher setlist
1. Morning Glory (Oasis)
2. Rock ‘n’ Roll Star (Oasis)
3. Wall of Glass
4. Better Days
5. Why Me? Why Not.
6. Stand by Me (Oasis)
7. Roll It Over (Oasis)
8. Slide Away (Oasis)
9. More Power
10. Diamond in the Dark
11. The River
12. Once
13. Cigarettes & Alcohol (Oasis)
14. Wonderwall (Oasis)
15. Champagne Supernova (Oasis)
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testo di Lucia Rosso
foto di Liam Gallagher Fabio Izzo, Black Keys e Nothing But Thieves Luca Marenda per gentile concessione di Live Nation
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