LØLØ: la cantautrice canadese si racconta prima del suo primo concerto in Italia
In piena ascesa nel panorama musicale internazionale, la giovanissima cantautrice LØLØ, originaria di Toronto, sta rapidamente lasciando il segno con uno stile personale e diretto, capace di mescolare pop-punk, sincerità disarmante e melodie accattivanti.
Dopo essersi esibita in festival come Lollapalooza, Sad Summer Festival e Slam Dunk Festival, si prepara finalmente ad approdare per la prima volta in Italia, il 10 giugno 2025 al Legend Club di Milano, per un concerto organizzato da Hellfire Booking.
LØLØ sarà in concerto il 10 giugno 2025 al Legend Club di Milano, per la sua prima data italiana assoluta. In attesa di vederla sul palco, l’abbiamo incontrata per conoscerla meglio.
Hai suonato ovunque, dal Lollapalooza allo Slam Dunk, ma questo sarà il tuo primo concerto in Italia. Cosa ti entusiasma di più all’idea di esibirti davanti ai tuoi fan italiani?
Prima di tutto, sono emozionata semplicemente all’idea di venire in Italia – è sempre stato uno dei posti che desideravo visitare, quindi sarò felicissima già solo per essere lì! Ma non vedo l’ora di incontrare i miei fan italiani, cantare con loro, urlare insieme, abbracciarli e invitarli nel mio mondo.
Il tuo album falling for robots and wishing I was one affronta profondamente il tema del sentirsi “troppo” in un mondo che spesso sembra insensibile. Com’è cambiato il tuo rapporto con questi temi da quando hai scritto l’album?
Scrivere quell’album mi ha aiutata a capire che va bene provare tutte le emozioni ed essere sensibili, perché è ciò che mi rende UMANA. Anche se a volte vorrei essere un robot, sono decisamente felice di essere umana e di poter sentire tutto così intensamente. Ho capito che è parte di ciò che mi rende “me”.
Sei cresciuta ascoltando di tutto, dalla colonna sonora de Il mago di Oz ai Green Day e Hilary Duff. In che modo questo mix di influenze ha contribuito a creare il suono unico di LØLØ che ascoltiamo oggi?
Assolutamente sì. Scherzo sempre dicendo che sono la figlia segreta di Billie Joe e Hilary Duff. Quegli artisti – insieme ad altri – hanno avuto un’enorme influenza su di me mentre crescevo, e credo che quella influenza resterà sempre dentro di me. Direi che l’amore per il musical (come Il mago di Oz) mi ha resa super drammatica, haha. Quando vedrete il mio live da headliner, vi accorgerete subito che ero una “theatre kid”.
Brani come u turn me on (but u give me depression) e Possibility colpiscono l’ascoltatore per la loro onestà brutale. È stato difficile, all’inizio, mostrarti così vulnerabile nei tuoi testi? O adesso ti viene naturale?
All’inizio sì, era difficile. Ma adesso mi viene completamente naturale. Anzi, è praticamente l’unico modo che conosco per esprimermi oggi. Se non sono totalmente onesta, non mi sembra reale o autentico. A volte questo mi mette nei guai… ma penso che ai miei fan piaccia, ed è questo che conta.
La versione deluxe del tuo album include demo e versioni rivisitate di alcune tracce fondamentali. Cosa ti ha spinta a tornare su quei brani e ripensarli? E come credi che queste nuove versioni ne modifichino l’impatto emotivo?
Da fan della musica, ADORO quando i miei artisti preferiti pubblicano versioni alternative o demo dei loro pezzi. Lo trovo qualcosa di davvero interessante – e ho voluto fare lo stesso per i miei fan. Le canzoni che ho scelto secondo me avevano già un forte impatto emotivo. Per esempio, la versione live di die without u è molto più inquietante cantata in quel modo. E hot girls in hell, quando ho iniziato a scriverla (come si capisce anche dalla produzione originale), doveva essere una ballata triste. Quindi ho pensato fosse bello farla uscire come l’avevo immaginata all’inizio.
Hai condiviso il palco con leggende del pop-punk come Simple Plan e New Found Glory. Guardando al futuro, c’è un artista o una band – del passato o del presente – con cui sogni di andare in tour? (Magari anche portandoli con te in Italia?)
Il mio sogno sarebbe sicuramente suonare con i Green Day. Penso che, se esauriamo tutti i biglietti del concerto, forse potremmo invitarli e verrebbero… basta chiedere con gentilezza, no? 😉
Hai superato i 100 milioni di stream e hai un enorme seguito sui social: la tua musica evidentemente risuona in tutto il mondo. Ma quando sei sul palco, davanti al pubblico, qual è la sensazione che speri che la gente porti a casa dopo lo show?
Spero che chiunque esca da un mio concerto senta di non essere solo, qualunque cosa stia passando o qualunque sia il modo in cui affronta le proprie emozioni. Spero capiscano che va bene essere umani. Voglio che il mio show dal vivo sia come una (molto divertente) seduta di terapia per tutti i presenti – me compresa!
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