Autoprodotto – 1986
Ennesimo parto sconosciuto ai piùcon cover che sa di fatta in casa lontano un miglio. “Boys Night Out” opera unica degli americani Mainiax è un bel dischetto di heavy metal a stelle e strisce.
Già l’iniziale “Life of Crime” ce li mostra belli tosti con l’ugola istrionica di Don Garrison a far da jolly. In quest’inizio con il botto sono stilisticamente simili ai Motley Crue piùincazzati di “Shout” ma anche ai Keel ai quali rubano il riff con la quale danno lo start alla successiva song. Trattasi della title track che trascina grazie a begli assoli e ad un ritmo avvincente. Lo stacco a metà è abilmente studiato ed inatteso. Tecnicamente non saranno stati chissà cosa ma ci sapevano fare. Qualche pennata con la batteria che tira il giusto e “Love Machine” ci arriva addosso come un treno. Impossibile non farsi coinvolgere, questo trio ad inizio album mi aveva davvero impressionato. La registrazione forse non gli rende totalmente giustizia ma, onestamente, ho sentito molto di peggio. Una tastieronata, base musicale dell’intero pezzo, spezza l’idillio e “Night of the Polizei” mi lascia abbondantemente perplesso, sembra una canzone punk rock fine anni ’70. Poco mordente, piatta, con batteria preimpostata e monoritmica e la sola voce a condurre le danze, peraltro, come già detto, in maniera eccelsa.
“What You See Is what You Get”, continua, parzialmente il cammino della precedente song anche se la briglia si smolla un pò ed il suono è un pizzico piùavvincente e, a conti fatti, viste le poche parole udite, sembra quasi un pezzo strumentale. “The Witching Hour”, il brano che apre il secondo lato, è diviso in due capitoli (“Halloween” e “Witch’s Brew”) assomiglia molto, musicalmente, ai Warlord. Questo accade nella prima parte. Nella seconda il cammino dei nostri, sempre eccessivamente inzuppato dalle tastiere, è un discreto malloppo che annoia rotolandosi su se stesso per parecchi minuti (complessivamente quasi dieci…). “Yellow Star” dopo un inizio da ballad riparte con un solido heavy rock (finalmente!) l’appeal è quello giusto e, sebbene duri oltre sette minuti, la canzone si fa ascoltare con piacere. Buono il virtuosismo di Richie Smith mentre dietro le pelli la fantasia ancora non aveva fatto capolino… La voce è una delle piùintonate (cosa rara ai tempi) ed interessanti che ci fossero in quegli anni, davvero superba e precisa. L’ultimo sforzo è rappresentato da “One Size” che inizia paro paro come “Highway Star”, ascoltare per credere. Sparata come quella dei Deep Purple non riesce ad impressionarmi troppo. Le note sono finite e con esse questo barlume di notorietà per questo trio dei Mainiax.
Un disco non basilare ma con i primi tre pezzi esageratamente belli, per i restanti possa calar la sempreterna polvere, a chili. Il vinile non è impossibile da trovare ed ha un costo abbastanza contenuto, tenuto presente che un vinile nuovo e d’importazione, oggigiorno, si aggira dai 20 ai 25 euro, a volte anche di più. Come sempre fate vobis e buon ascolto.
Quotazione: Mainiax – Boys Night Out: 50/80 euro
Tracklist:
Side A
1. Life of Crime
2. Boys Night Out
3. Love Machine
4. Night of the Polizei
5. What You See Is What You Get
Side B
6. The Witching Hour
7. Yellow Star
8. One Size
Band:
Tony Ray – basso
James “The Bulldozer” – batteria
Richie Smith – chitarra
Don Garrison – voce
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