Il direttore d’orchestra Enrico Melozzi, che nel 2021 ha diretto a Sanremo i Måneskin vincitori della 71ª edizione con “Zitti e buoni“, ha preso le difese della band dagli attacchi del maestro Uto Ughi, che aveva definito il quartetto “un insulto all’arte“.

Il direttore e produttore di Teramo, che ha diretto nelle varie edizioni della kermesse sanremese molti artisti tra cui Achille Lauro, Pinguini Tattici Nucleari, Highsnob & Hu, Ana Mena, Giusy Ferreri, ha scritto un lungo post rispondendo alle critiche espresse dal violinista Ughi, dette corso della presentazione del nuovo programma di concerti avvenuta nella Sala delle Lupe del comune di Siena alcuni giorni fa il 19 gennaio.

Il maestro Ughi aveva detto:

“Sono un insulto alla cultura e all’arte.

Non ce l’ho particolarmente con i Måneskin, ogni genere ha il diritto di esistere però quando fanno musica, e non quando urlano e basta”.

Enrico Melozzi ha replicato su Facebook:

-Uto Ughi VS Maneskin-
Difficile non avere pietà per un musicista che raggiunta una certa età, anziché ritirarsi si ostina a suonare in pubblico, comprendendo a pieno quanto la musica possa mantenere in vita chi di musica ha vissuto. Ma molto difficile avere pietà per un violinista così stonato, che non solo si presenta in pubblico senza vergogna, ma che soprattutto si permette di offendere e sminuire pubblicamente le nuove generazioni. A mio avviso il declino della musica classica e il distacco totale dalla massa popolare è dovuto proprio a personaggi come lui, che hanno contribuito a renderla un mondo per pochi, spesso anche pochi idioti tronfi e pieni di se, un mondo in contrapposizione con la musica popolare, quando invece una volta questi linguaggi coincidevano. “Maestri” che per più di 60 anni hanno suonato lo stesso spartito scritto più di 300 anni fa. Le band che lei disprezza, maestro Ughi, almeno creano dei brani nuovi, che possono piacerle o non piacerle: ma per quanto mi riguarda, i Maneskin sono una Rock-Band, mentre Lei Maestro Ughi è solo una Cover-Band di Vivaldi. E nemmeno delle migliori!

Poi, lo stesso ha risposto ad alcuni commenti:

Ecco qui la parafrasi del mio post per gli analfabeti funzionali: Non si contesta la considerazione del rock e pop che ha Uto Ughi, ma la modalità utilizzata per condannare ed insultare un gruppo di giovani musicisti dall’alto di un piedistallo di presunzione basato sulla pretesa di poter giudicare graniticamente il mondo musicale in virtù del suo status artistico.
Ughi è stato un grande talento, questo non si mette in dubbio; ciò che si mette in dubbio è la validità di una critica sterile e inopportuna da parte di un musicista che continua a suonare nonostante le evidenti difficoltà legate all’età (difficoltà che accomunano tutti i musicisti) proponendo concerti di scarsa qualità musicale(che trovano ragion d’essere solo nel blasone del suo nome) e di basso interesse artistico, proponendo un repertorio che desta ben poco interesse sia per il contenuto sia per l’interpretazione anonima. L’offesa alla cultura è quella perpetrata dai baroni della musica che parlano un linguaggio svuotato di ogni valenza artistica e che non sono stati in grado di costruire, attraverso il loro operato, basi solide e feconde su cui far vivere la musica, crescere e evolvere i giovani musicisti e appassionare il pubblico. Basti guardare le condizioni di conservatori, orchestre, teatri nel nostro Paese oppure la considerazione che si ha della cultura, dell’arte e della musica. La invitiamo inoltre a rileggere il post di Enrico Melozzi (che compone sinfonie, messe, opere liriche, quartetti, musica da camera e canzoni fin da bambino) che evidentemente non ha ben compreso: il pensiero espresso non è un mero schieramento in stile tifoseria calcistica dalla parte di chi detiene lo scettro della cultura ma un invito a ragionare in modo critico e onesto al fine di dirigere l’attenzione su ciò che veramente ha rovinato la musica, classica e non. (Valentina Del Re).
 

 

 

 

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