La storia dei gallesi Manic Street Preachers è caratterizzata da un grande successo planetario.
Questo Critical Thinking è il loro quindicesimo album ed è uscito il 15 febbraio su etichetta Columbia Records. Questo lavoro è stato preceduto da ben quattro singoli, che hanno man mano fatto salire l’attesa tra fan ed addetti ai lavori per questo ritorno. Ho cominciato ad apprezzare i Manics nel lontano 1992, quando erano una band che letteralmente metteva a soqquadro le coscienze dei perbenisti. Una band assolutamente ribelle ed imprevedibile, che con Generation Terrorists fece parlare letteralmente di sé.

I paragoni con band chiaramente citate come influenze dalla band, vale a dire Sex Pistols e Guns N’ Roses (nda, veniva spesso eseguita dal vivo in quegli anni anche una loro selvaggia cover, It’s So Easy), erano inevitabili. Sonorità punkeggianti e street sapientemente mixate al tipico sound british di band come Echo & The Bunnymen, Psychedelic Furs e The Alarm erano la forza della band.

La pressione fu davvero tanta e il chitarrista Richard James scomparve letteralmente, facendo perdere le sue tracce nel lontano 1995. Molti pensano che viva attualmente in India, ma l’ipotesi più probabile è che si sia tolto la vita. In questo nuovo lavoro troviamo il debutto come cantante in tre pezzi del bassista Nicky Wire. Il lavoro è composto da dodici pezzi ed è stato pubblicato anche in edizione deluxe con tutti i dodici demo delle canzoni.

La title track Critical Thinking, cantata da Nicky Wire, introduce il lavoro e Nicky incoraggia l’ascoltatore a prendere consapevolezza del proprio pensiero, senza aver paura di esporlo.
Un pezzo molto ritmato ed assai lontano dagli standard sonori della band, che mi ha richiamato da vicino qualche sonorità tipica dei Frankie Goes To Hollywood.

In questo lavoro è anche da segnalare un’altra prima volta: tre testi delle canzoni sono stati composti da James Dean Bradfield, storico frontman della band. Il secondo pezzo del lavoro, Decline & Fall, è un pezzo tipicamente MSP, assai ritmato nel suo incedere e con ottime partiture musicali. Critical Thinking è un album che dimostra la coerenza della band nel credere nella propria proposta musicale, che è cambiata direi drasticamente o quasi con la fuoriuscita forzata di Richey.

I modelli stilistici sono evidenti ed addirittura vengono evocati in Dear Stephen, pezzo che si narra possa essere stato scritto per Morrissey, per spronarlo a tornare in forma smagliante come autore di canzoni, come negli anni Ottanta. C’è anche qualche piccola sonorità reggae nel singolo People Ruin Paintings, e ci sono momenti blueseggianti ed intensi presenti in Being Baptized.

Altro pezzo che voglio segnalarvi è lo splendido singolo Hiding in Plain Sight, cantato da Wire, che in alcuni tratti mi ha ricordato Richard Ashcroft, con ottime partiture chitarristiche di James Dean Bradfield. Sean Moore è sempre un autentico indemoniato dietro le pelli della sua batteria.

Bentornati, Manic Street Preachers. Ci siete mancati, anche se questo album, seppur molto gradevole, non è certo il loro lavoro top.

Mauro Brebbia.


Tracklist

  1. Critical Thinking
  2. Decline & Fall
  3. Brushstrokes of Reunion
  4. Hiding in Plain Sight
  5. People Ruin Paintings
  6. Dear Stephen
  7. Being Baptized
  8. My Brave Friend
  9. Out of Time Revival
  10. Deleted Scenes
  11. Late Day Peaks
  12. One Man Militia

Formazione

  • James Dean Bradfield: voce, chitarre, tastiere.
  • Nicky Wire: voce, basso.
  • Sean Moore: batteria.
Mauro Brebbia
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