earMusic – 2022
Il nome Marillion significa molte cose. Creatività, classe, poesia, libertà, tenacia…e infine ‘An Hour Before It’s Dark’ il titolo del nuovo disco.
Un disco che arriva a ben sei anni di distanza da ‘Fuck Everyone And Run (F E A R)’ e che si sviluppa attraverso quattro suite divise in più parti e tre brani “indipendenti” e dalla durata più contenuta, insomma le premesse sono davvero interessanti, anche vista l’alta qualità degli ultimi lavori in studio.
C’è ancora chi oggi non è riuscito a superare la separazione da Fish, avvenuta più di trent’anni fa, chi ancora dichiara che i veri Marillion sono quelli dei primi quattro album, non rendendosi conto che questi musicisti hanno poi realizzato capolavori raffinati come ‘Brave’, ‘Marbles’, ‘Somewhere Else’ giusto per citarne alcuni, e ancora oggi continuano a proporre una musica che va oltre la definizione fuorviante di progressive rock. Purtroppo se non si riesce ad andare oltre questo limite temporale e mentale, non si può capire l’evoluzione che ha avuto la band, e non si può capire la splendida creatura che in tutti questi anni ha saputo regalare emozioni e testimonianze indelebili di grande musica.
I veri fans dei Marillion sono quelli che hanno accettato i cambiamenti e hanno viaggiato di pari passo con la band, capendone l’evoluzione e l’immensa poesia e raffinatezza.
Questo nuovo album, quasi sorprendentemente, è l’ennesimo gioiello, che va oltre le classificazioni e le definizioni.
Con ‘Be Hard On Yourself’ iniziamo questo nuovo viaggio, un brano (come altri di questo album) che attraversa molteplici momenti, un po’ come la vita in fondo. In generale l’atmosfera è delicata, sia nei suoni che nell’interpretazione di tutta la band, musicisti dal gusto e dalla classe sopraffina.
‘Reprogram The Gene’ è il classico brano alla Marillion, intenso, malinconico, ma anche speranzoso, con Steve Rothery, che dopo tanti anni, è ancora in grado di regalare fraseggi chitarristici di grande effetto e gusto melodico, un chitarrista mai troppo apprezzato.
Una piccola pausa con la breve strumentale ‘Only A Kiss’ prima di riprendere il cammino con ‘Murder Machines’ traccia dalla durata standard e sinceramente l’unico episodio minore di questo disco, poco inserita nel contesto dell’album.
‘The Crown And The Nightingale’ invece colpisce per la sua innata tristezza e dolcezza, una sorta di malinconia dalla quale è impossibile staccarsi, quel tipo di malinconia che l’essere umano a volte cerca volutamente, e che paradossalmente ci fa stare bene, rassicurandoci.
Le due suite finali, ‘Sierra Leone’ e ‘Care’ rientrano nelle migliori composizioni create dai Marillion in questi ultimi anni, una summa del sound e delle caratteristiche che dai primi anni ottanta si sono evolute fino ai giorni nostri.
La prima si muove in territori più atmosferici e classici, mentre la seconda risulta essere più sperimentale e imprevedibile, ennesima testimonianza del genio e della classe di questi abili musicisti.
La storia dei Marillion per fortuna continua a regalare momenti emozionanti e risulta difficile immaginarne una fine, anche se purtroppo quel momento arriverà, ma di certo non ora, soprattutto al cospetto di questo gran bel disco.
Tracklist:
1,Be Hard On Yourself
I.The Tear In The Big Picture
II.Lust For Luxury
III.You Can Learn
2.Reprogram The Gene
I.Invincible
II.Trouble-Free Life
III.A Cure For Us?
3.Only A Kiss
4.Murder Machines
5.The Crow And The Nightingale
6.Sierra Leone
I.Chance In A Million
II.The White Sand
III.The Diamond
IV.The Blue Warm Air
V.More Than Treasure
7.Care
I.Maintenance Drugs
II.An Hour Before It’s Dark
III.Every Cell
IV.Angels On Earth
Band:
Steve Rothery – chitarra
Steve Hogarth – voce
Pete Trewavas – basso
Mark Kelly – tastiere
Ian Mosley – batteria
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