L’11 giugno 2025 è andato in scena uno di quegli eventi che fanno vibrare l’anima punk di chi c’era negli anni 90 e di chi avrebbe voluto esserci. Portati da Hub Music Factory, i Me First & The Gimme Gimmes – supergruppo punk rock formato da veterani del calibro di CJ Ramone (ex-Ramones) e Joey Cape (Lagwagon) – hanno fatto tappa in Italia, accompagnati sul palco dai nostrani The Manges, storico quartetto punk rock attivo fin dal 1993.

The Manges
Primi a salire sul palco, niente introduzioni scenografiche né troppe chiacchiere: attaccano secchi, dritti, con un set tirato e senza interruzioni, in pieno spirito punk rock. Il sound è ruvido, grezzo quanto basta per risultare autentico: batteria serrata, power chords a pioggia, linee di basso decise e quel cantato tipico che richiama l’attitudine scanzonata del punk rock anni ’90.
Il pubblico, inizialmente composto, inizia a scaldarsi canzone dopo canzone, seguendo con ondeggiamenti convinti e cori pezzi come High On Stress e I’m Not a Sissy. Nessun pogo selvaggio, ma tanta partecipazione (ndr. Ci si sta solo preparando per dopo). Durante Lone Commando, sale sul palco un militante del gruppo, per così dire, con un cartello che recita All Is Well (ritornello del brano e titolo del loro album datato 2014), regalando un momento concitato e perfettamente in linea con l’atmosfera, da videoclip.
Set veloce, pochi respiri, una carrellata senza troppa variazione ma pienamente coerente con il genere. Perfetto antipasto per chi vive ancora di “ramonescore” e adolescenze vissute tra fanzine e tape scambiate sottobanco.
Me First & The Gimme Gimmes
Dopo una breve pausa per cambio palco, ecco che i Gimme Gimmes fanno il loro ingresso: il pubblico sa bene il calibro dei musicisti che si trova davanti, e dopo aver accolto il gruppo con un boato, intona subito Jolene come se fosse un inno nazionale. La serata sta per decollare. Bastano poche note di Country Roads per scatenare il pogo tra le prime file. Piccolo spoiler: si è già in volo. Da questo momento il pit non smetterà più di muoversi, se non per prendere fiato in rarissimi momenti.
La band è affiatata, potente e precisa: si sente l’esperienza, si vede il mestiere. Spike gioca spesso con il pubblico, lo punzecchia con ironia e una buona dose di sarcasmo, lanciandosi in battute e siparietti, spesso in un italiano sorprendentemente ben pronunciato. Inutile dire che ho passato il post-serata a cercare di capire cosa legasse il vocalist al nostro paese, anche se probabilmente è tutta scena. Ad ogni modo, le gag fanno ridere, le canzoni fanno saltare, e i palloni gonfiabili danno spesso modo anche ai più timidi di sfogare la propria energia.
Momenti di assoluto delirio collettivo con Wild World, cantata da tutto il locale, con Crazy for You, per cui Spike imbraccia un ukulele in solitaria, con Karma Chameleon e Dancing Queen che fanno esplodere la Santeria. La botta emotiva arriva con la cover di I Could Fall In Love, mentre un momento assolutamente riuscito e di stupore è A’Pizza, cantata perfettamente in dialetto campano e con gran cuore, tra cori sentimentali e ananas di cartapesta che volano dal palco al pubblico e viceversa.
Brani tirati al massimo e un continuo crescendo portano al gran finale: dopo il classico siparietto pre-encore, vengono proposte Over The Rainbow, Sloop John B e End Of The Road. Tre canzoni che, in qualunque altra versione, chiuderebbero malinconicamente una serata; qui invece diventano un’ultima, esagerata esplosione di pogo e cori.
Una serata all’insegna dell’ironia, dell’energia e del punk rock nella sua forma più teatrale e iconoclasta: una festa senza tempo, in cui tutto – anche Over The Rainbow – può suonare punk. E lo fa alla grande.
Scaletta:
1. Jolene
2. Country Roads
3. Ghost (Riders In The Sky)
4. Queen of Hearts
5. Sundary Mornin’ Coming Down
6. Changes
7. Love Will Keep Us Together
8. Leaving On a Jet Plane
9. Wild World
10. Crazy for You
11. Summertime
12. Straight Up
13. I Could Fall In Love
14. Karma Chameleon
15. Me and Julio Down by the Schoolyard
16. Dancing Queen
17. Estes Celos
18. Good 4 U
19. Rocket Man
20. A’ Pizza
21. Over The Rainbow
22. Sloop
23. End Of The Road
Testo di Riccardo Giuffrè
Fotografie di Patrizia Bazzani
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