2022- Universal Music Enterprises

A distanza di sei anni da “Dystopia“, tornano i Megadeth dello storico e carismatico Dave Mustaine. In questo periodo è successo di tutto nella band. Prima di tutto Dave ha avuto grossissimi problemi di salute e si è dovuto fermare per un bel pezzo a causa di un terribile cancro alla gola, diagnosticato nel 2019. Fortunatamente, come ha dichiarato lo stesso Dave a Maggio 2022, ora è tutto alle spalle.
Seconda cosa non affrontata a cuor leggero è stata la separazione dal bassista David Ellefson, coinvolto in presunti coinvolgimenti con una minorenne. Alcune fonti asseriscono che fosse maggiorenne, ma tale scandalo ha portato al licenziamento del bassista e il conseguente ritorno nella band di James Lo Menzo (anche se le parti di basso in questo lavoro sono suonate da Steve DiGiorgio).

Non è facile ascoltare un nuovo disco della band di Vic Rattlehead, senza automaticamente fare paragoni col loro passato. Innanzitutto, posso dire che la band continua con il loro sound veloce e senza compromessi ,visto che in una parte precisa della loro carriera si erano assai ammorbiditi e molti fans si erano giustamente incazzati.

Pezzi come il singolo “Night Stalkers” (part 2), registrato con la partecipazione del leader dei Body Count, Ice T, sono la chiara dimostrazione d’intenti. La musica dei Megadeth può essere paragonata ad un TIR che corre a tutta velocità in autostrada od ad una serie di pugni ben assestati e vincenti, quando fai allenamento in palestra. E’ il primo lavoro per il batterista Dirk Verbeuren, assolutamente scatenato nel suo compito ,con un drumming veloce, potente e preciso allo stesso tempo. Per Kiko Loureiro è il secondo lavoro e direi che il feeling con l’esigentissimo Mustaine è cresciuto a vista d’ “orecchio”.
Il lavoro ha richiesto due anni per essere completato (2019/2021) ed è stato continuato anche nel drammatico periodo personale di Dave. Sicuramente fino dall’inizio è chiaro che i Megadeth vogliono tributare il loro glorioso passato.

Già il titolo del lavoro “The Sick, the Dying… And The Dead!” è un chiaro rimando a titoli del passato ,anche magari per i tre puntini di sospensione. Qualcuno ha detto “Peace Sells…but Who’s Buying?
Ci sono pezzi che viaggiano velocissimi ,ad esempio “Life in Hell” e pezzi quali “Dogs of Chernobyl”, che secondo Mustaine è una canzone d’amore e non si riferisce alla situazione Ucraina.

E’ piuttosto una riflessione sagace sulle radiazioni che ha dovuto subire con la chemioterapia ,per sconfiggere il cancro alla gola. La batteria di Verbeuren è semplicemente strepitosa e penso che il buon Nick Menza possa essere orgoglioso, da dove si trova ora.

C’è anche “Killing Time” che voglio segnalare, per la sua crudezza e per essere stata scritta per una vecchia fiamma del rosso cantante. Altra cosa da segnalare, che i quattordici pezzi hanno tutti una personale lettura e un perché.

Non c’è un pezzo che vorresti “skippare” nell’ascolto. Pezzi come “Sacrifice” hanno anche qualcosa di esotico nella struttura, ma i riffs granitici e i cambi di tempo continui ti fanno ancora di più la genialità e l’anticonformismo di Mustaine. Inoltre questo pezzo è secondo me, una delle migliori prove vocali di Mustaine ,da molto tempo. Semplicemente in palla e “on fire”.

Ci sono poi pezzi come ‘Célebutante’, che rimandano sicuramente a band storiche quali Saxon, Diamond Head e via dicendo. I Megadeth hanno ancora molto da dire. Non solo live, ma anche con le loro canzoni contenute in questo ottimo lavoro n. 16.

In fondo loro dicono già nella canzone finale, “We’ll Be Back” e noi li aspetteremo anche con un futuro lavoro in studio. Ovviamente si spera che esca prima di sei anni.

Un lavoro che si candida tra le migliori uscite per questo 2022.

 

Mauro Brebbia.

Tracklist

01. The Sick, the Dying… and the Dead!
02. Life in Hell
03. Night Stalkers
04. Dogs of Chernobyl
05. Sacrifice
06. Junkie
07. Psychopathy
08. Killing Time
09. Soldier On!
10 Célebutante
11. Mission to Mars
12. We’ll Be Back

Band:

Dave Mustaine: voce, chitarre
Kiko Loureiro: chitarre
Steve DiGiorgio: basso
Dirk Verbeuren: batteria

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