È finalmente arrivata l’attesa (ri)apertura del Legend Club dopo la recente ristrutturazione. Il locale si presenta infatti rinnovato in alcune zone: la capienza è aumentata grazie alle modifiche apportate nella parte che precedentemente ospitava mixer e bancone bar. Quest’ultimo è stato ruotato e la zona mixer è stata portata indietro per guadagnare più spazio e permettere di accogliere un maggior numero di persone. Forse i gradini vicini all’entrata possono sembrare pericolosi, speriamo che le strisce di led che ne disegnano i contorni e il fatto che siano nella parte finale della sala agevolino lo spostamento del pubblico durante le serate.

I Pugnale propongono un’apertura particolare rispetto ai gruppi che ci aspettano successivamente. Il loro grindcore con sfumature black metal ha sonorità inaspettate rispetto al tipo di serata prevista ma la loro esibizione riesce comunque a farci immergere in una atmosfera surreale, al pari di quella che si ripresenterà successivamente. Il modo in cui viene strutturata la scaletta ha un che di intellettuale: le canzoni sono suonate una dopo l’altra senza soluzione di continuità e gli stessi componenti del gruppo sembrano essere quasi più immersi di noi nella loro bolla fantastica. La scaletta serrata potrebbe da un lato risultare pesante, soprattutto per via del genere suonato – dall’altro è come se fosse un unico lungo set di musica sperimentale. Li vedrei molto bene in un contesto di centro sociale o come contributo musicale di un progetto di arte concettuale.


Gli Shores of Null spostano le sonorità verso un doom black metal melodico che non manca di energia. Le loro canzoni ci trasportano in un mondo oscuro fatto di boschi fitti e cielo grigio. Complice la buona presenza scenica e la capacità compositiva, il gruppo romano riesce a smuovere il pubblico che li accoglie con calore. Ogni canzone ha una propria anima e gli Shores of Null sono abili nel giocare con varie sfumature musicali, riuscendo a mantenere sempre un filo conduttore che li rende riconoscibili.

Questo viaggio tra sfumature di generi differenti ci ha condotto finalmente ai Messa, attesi da un pubblico scalpitante. Questa attesa é stata intensificata dai lunghi minuti di introduzione musicale: una traccia strumentale accompagnata da luci arancioni e soffuse e ascoltata in religioso silenzio, quasi meditativo.
L’esibizione ha sicuramente rispettato e oltrepassato le aspettative del pubblico che cantava e si dimenava nei momenti più intensi e apprezzava rispettosamente gli istanti più delicati, impreziositi dalla voce soave di Sara Bianchin. Questa alternanza climatica di melodie è sicuramente un punto forte della formazione padovana ed è parte di un disegno più grande che porta davvero ad un’atmosfera magica e ipnotica.


Prima dell’esibizione abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con la cantante Sara Bianchin che abbiamo raccolto in questa intervista esclusiva.

Una ripartenza molto preziosa per il Legend Club che, nonostante alcune criticità legate all’impianto di condizionamento per le quali ci sarà tempo di migliorare, ha saputo accogliere una serata ricca di emozioni durante la musica live e il successivo evento djset organizzato in collaborazione con Emonight. Auguriamo quindi buon nuovo inizio al Legend per una stagione ricca di buona musica!


Testo di Patrizia Bazzani e fotografie di Piero Paravidino

 

 

 

 

 



 

 

Comments are closed.