Seconda giornata all’insegna delle sonorità  piùoscure per il Metalitalia Festival. In una domenica piovosa non c’è nulla di meglio che rinfrancarsi con un po’ di buona musica. Anche il bill della seconda giornata prevede una forte presenza italiana, con 6 bands su 8 provenienti dal belpaese.

Il bill prevede:

SHORES OF NULL
NECROMASS
MORTUARY DRAPE
CLAUDIO SIMONETTI’S GOBLIN
SAMAEL (30th anniversary show)
MOONSPELL (25th anniversary show)
DEATH SS (40th anniversary show)

Decisamente una carrellata gustosa per chi apprezza il lato piùoscuro della nostra musica preferita; tantissime band con una notevole importanza storica, che ancora oggi hanno molto da dire. Ad ospitare l’evento l’organizzatissimo Live di Trezzo sull’Adda, in provincia di Milano, probabilmente una delle migliori location italiane per questo tipo di eventi.

Aprono le danze gli Shores of Null, band Doom-Gothic, che con appena due uscite discografiche ha già  saputo conquistare la sua fetta di pubblico e l’onere\onore di aprire le danze di questa festa del metal. Sonorità  cupe, voci alternate tra growl, pulito e scream sono accompagnate dalle immagini che via via scorrono sullo schermo.

Subito dopo si entra nel vivo con i fiorentini Necromass, acclamata band black metal nostrana, ritornata sulle scene nel 2013. Questa è la prima delle “occasioni” della giornata. I Necromass non si vedono live molto spesso, ottimo averli nel bill di un festival prevalentemente italiano. Un’esibizione roboante e travolgente, in cui i nostri ripercorrono un po tutta la loro carriera. I Necromass confermano la loro solidità , e dimostrano di essere una delle realtà  piùforti del panorama Black Metal italiano, meritevoli di aver proseguito la carriera fino ad oggi.

Con il profumo di incenso che permea l’aria si apre lo show dei Mortuary Drape, di Alessandria. Una band che nella sua carriera piùche trentennale ha influenzato molte giovani leve, ed è apprezzatissima all’estero. I cinque propongono un misto sapiente di black thrash ed heavy metal, letto in una chiave oscura e demoniaca. L’esibizione è molto apprezzata, e si comincia veramente a scaldare l’ambiente. I Mortuary Drape sono una band ad altissimi livelli, e lo dimostrano in una esibizione precisa, potente, accattivante. L’entusiasmo è altissimo, a partire dall’opener Obsessed By Necromancy fino a brani acclamatissimi e ben noti al pubblico come Mortuary Drape o All The Witches Dance.

Subito dopo il Metalitalia Festival ci propone la prima grande chicca della giornata, i Goblin di Claudio Simonetti! Maestro indiscusso delle colonne sonore da film horror, Claudio Simonetti inizia la propria carriera già  nel 1968, e con i Goblin ha firmato l’accompagnamento musicale di grandi capolavori, di Dario Argento in particolare, ma anche di altri grandi registi come il compianto George A. Romero. Il pubblico gremisce la sala per questa esibizione, ed i Goblin ci regalano uno spettacolo davvero degno di nota. Sugli schermi del palco vengono prioiettati spezzoni dei film di cui eseguono brani della colonna sonora, creando una atmosfera ancora piùevocativa. Il prog-rock della band suona piùche mai attuale, e non mancano scorribande nell’ambito metal, come il brano di apertura Mater Lacrimarum, registrato in collaborazione con Dani Filth dei Cradle of Filth. La scaletta prevede una carrellata di successi principalmente legati alla filmografia di Dario Argento, come Non ho sonno, Suspiria, Phenomena, senza trascurare un omaggio al regista Romero, con l’esecuzione di estratti dalle colonne sonore di Zombi e La notte dei morti viventi. Il pubblico acclama a gran voce questa esibizione; seppur non propriamente metal, il sound dei Goblin è potente ed evocativo, e ben si abbina al tema “oscuro” della giornata. In fondo Metal ed Horror vanno sovente a braccetto, e senza dubbio le musiche di Simonetti e compagni hanno accompagnato buona parte della vita di tutti i presenti. Il tema di Profondo Rosso chiude una esibizione magistrale, intensa, acclamatissima dalla platea. I suoni eccezionali, l’indiscutibile maestria della band e la grande partecipazione del pubblico segnano un momento davvero top in questa giornata densa di belle emozioni.

Dopo i Goblin è la volta dei Samael, band svizzera con una trentennale carriera alle spalle. I Samael degli esordi suonavano black metal, ma molto presto subirono una virata piùelettronica, sempre piùmarcata, che li ha portati alla proposta industrial odierna. Chi ricorda i primordi della band e si è perso la sua evoluzione sarà  rimasto sbigottito dallo spettacolo proposto. Batteria sintetizzata al 90%, suoni elettronici, tastiere a gogo, riffing massiccio e cadenzato. Insomma, tutto molto lontano dalla band che furono. Lo show è comunque gradevole, il suono potentissimo, il ritmo incalzante ed accattivante. Sugli schermi vengono proiettate immagini volte a rafforzare l’atmosfera modernamente maligna dell’esibizione. La scaletta prevede una carrellata che copre la stragrande maggioranza della storia della band, da Baphomet’s Throne a Solar Soul\Reign of Light, fino a Of War. Per concludere i nostri ci regalano una voluminosa anticipazione del loro prossimo lavoro, Hegemony, che uscirà  ad Ottobre per Napalm Records. Vengono presentati tre brani, Red Planet, Angel Of Wrath e Black Supremacy. Molto accattivanti anche ad un primo ascolto, le nuove proposte continuano la linea industrial un po sinistra portata avanti dalla band.

La sera avanza ed è il momento dei Moonspell, un nome una garanzia, che ci propongono una carrellata di brani tratta da tutta la loro lunga carriera. Il pubblico è trepidante, e sin dai primi accenni di intro capisce subito che si partirà  con il lavoro piùrecente. Breathe ed Extinct suonano potenti, la voce di Fernando Ribeiro ammalia sin dalle prime battute, ed il pubblico gioisce di questo inizio col botto. Il carisma del vocalist ma di tutta la band in generale è indiscutibile, così come la loro abilità  e presenza scenica. Opium è un vero tripudio di sintonia tra i Moonspell ed il  pubblico tutto, che canta, salta ed è in tripudio. Fernando ci travolge con il potente growl di Night Eternal, vengono suonati vari brani da Irreligious, di cui recentemente i Moonspell hanno portato in tour la celebrazione dei 25 anni dall’uscita.  Si trema con la inquietante Vampyria, in cui il frontman riesce a trascinare il pubblico in un urlo finale devastante, si rimane ammaliati da Mephisto, si sogna con Scorpion Flower, e via, di successo in successo. Lo show dei lusitani è sempre una goduria, le melodie orecchiabli ma non scontate, una miscela azzeccata di ritmi ora incalzanti ora piùsognanti, la sezione ritmica che sostiene alla grande l’intreccio di ogni canzone e la voce versatile di Fernando non lasciano mai delusi. Si chiude con Alma Mater, un vero e proprio inno per i fans, che la cantano a squarciagola insieme alla band, e Fullmoon Madness. Peccato soltanto che non ci sia stata nessuna anticipazione dell’imminente lavoro, ma non ci si può di certo lamentare di un live di tale portata. Un momento altissimo di partecipazione ed ottima musica, una band da non perdere dal vivo, almeno una volta nella vita vanno visti, ma poi ci si prende gusto, bravissimi Moonspell!

A conclusione di una giornata veramente interessante non ci poteva essere di meglio che una vera e propria leggenda del Metal. Questa volta possiamo essere piùche orgogliosi di avere come headliner una band Italiana che nei suoi 40 anni di carriera ha influenzato moltissimo l’evolversi di un genere, e non solo in Italia, i Death SS. Controversi, scandalosi, irriverenti e graffianti, l’attesa per questo show è grandissima, anche perchè ultimamente le loro esibizioni sono selezionate con cura, pertanto ogni occasione è quasi unica. Si spengono le luci e parte Ave Satani, celeberrimo intro dei concerti dei fiorentini. Non si può esordire in maniera migliore che con il brano let the Sabbath begin, in fondo ogni concerto dei Death SS è presentato un po come una cerimonia, sia dal punto di vista musicale sia visivo, ad ogni brano sono abbinate immagini evocative, sul palco sfilano donne discinte ora in veste di suore irretite dal vampirico Steve Sylvester, ora in veste di tentatrici diaboliche. Fanno capolino mostri, sadici inquisitori, tutto a corredo e sostegno della musica e dei soggetti delle canzoni. Horrible Eyes, Cursed Mama ci riportano indietro nel tempo Baron Samedi ci ipnotizza, Scarlet Woman faWoman fa saltare tutto il live club, si scapoccia alla grande con High Tech Jesus. Steve Sylvester è in grandissima forma, così come tutta la band, e le canzoni volano letteralmente una dietro l’altra. The crimson Shrine, Dyonisus, Chains of Death, Terror, Vampire..gli headliner del Metalitalia ci regalano un concerto memorabile, ed il pubblico è visibilmente entusiasta e partecipe. La conclusione del set è a dir poco eccezionale: riecheggia inequivocabile l’intro che porta ad un finale tutto dedicato al capolavoro Heavy Demons! Where Have you Gone, Peace of Mind, Baphomet, Family Vault, Inquisitor mandano la folla in delirio, tutti conoscono e cantano questi intramontabili brani. Per l’occasione fa la sua comparsa sul palco anche Al Priest, storico chitarrista del periodo Heavy Demons. A conclusione di uno show esemplare l’inno Heavy Demons in cui chi piùchi meno ci riconosciamo un po tutti, quanto meno i presenti! Un’esibizione a cui non si poteva mancare, un’occasione di ascoltare dal vivo una band in piena forma e che ha ancora molto da raccontare. E mentre i Death SS sfilano verso i camerini ecco che sugli schermi compare l’annucio che in molti speravano di avere: un nuovo album dei Death SS, Rock n Roll Armageddon il titolo, è in previsione! Un’ultima graditissima sorpresa a concludere una serata spettacolare!

In conclusione i nostri complimenti agli staff del Metalitalia Festival e del Live Club, una accoppiata vincente che ci regala sempre grandissime soddisfazioni, bill d’eccezione ed un festival sempre piùimperdibile!

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