Oggi facciamo due chiacchere con una band italiana davvero interessante, i Microcosmos da Padova. Autori di un disco “Obras Derivadas” che si rifà  al filone del rock nacional spagnolo i Microcosmos si differenziano dalla massa di band italiane per il coraggio di una proposta musicale così particolare e una passione verso la musica vera, quella che arriva direttamente dal cuore. Ecco l’intervista.

Ciao ragazzi vi chiedo di presentarvi ai lettori di Long Live Rock’n’Roll.it…

Ciao a tutti i lettori di Long Live Rock’n’Roll, siamo Paolo (chitarra), Andrea (voce/chitarra), Federico (batteria) e Berardino (basso):siamo i Microcosmos, band Rock di Padova.

Come è nata l’idea di proporre questo tipo di musica e il cantato in spagnolo?

Paolo ha vissuto in Spagna in un periodo della sua vita, dove è rimasto affascinato dal movimento “Rock Nacional”. Una volta tornato in Italia, con dei pezzi già  all’attivo, propone ad Andrea di costituire un progetto musicale che riproduca quelle sonorità , ancora sconosciute a gran parte del pubblico nostrano.

Quali sono le vostre principali influenze musicali?

Ovviamente all’interno della band non c’è un’uniformità  d’influenze musicali: proveniamo da contesti differenti ed abbiamo alle nostre spalle esperienze assolutamente eterogenee. Penso che il nostro punto di forza sia proprio quello di essere musicalmente onnivori. Spaziamo dal Punk Hardcore dei Raised Fist all’Industrial dei Nine Inch Nails, dal Grunge dei Pearl Jam al Rock Indipendente Italiano di Giorgio Canali.  Nonostante le diverse influenze, il Rock Nacional è sicuramente il nostro retroterra comune.

Come sono nate le canzoni di “Obras Derivadas” e a quali vi sentite maggiormente legati e perché?

Alcuni dei pezzi di Obras Derivadas (“Cronicas de mascaras”, “Que bien nos sentaba la lluvia solo cuando era acida” e “Dona Sangre”) erano già  stati scritti da Paolo durante il periodo in Spagna; i restanti sono nati dalla fitta collaborazione tra Paolo e Andrea. Il workflow è collaudato e funzionale. I primi a nascere sono quasi sempre i riff di chitarra che, una volta riordinati, andranno a costituire l’ossatura del brano. I demo, registrati spesso con mezzi di fortuna, vengono quindi sottoposti agli altri membri della band (Federico e Berardino) che forniscono indicazioni per l’arrangiamento. Si passa infine ad interminabili ore di rehearsal! La canzone non è finita fino a quando non arriviamo a “sentirla”, ad immaginarcela suonata dal vivo. Ogni membro dei Microcosmos è legato a brani diversi. Quelli a cui tutti teniamo particolarmente sono di sicuro “Tiempo de Planck” ”“ per una questione personale, principalmente legata al testo ”“ e “La ultima cancion del todo”, che rappresenta l’idea di Rock che piùci piace esprimere. Ma siamo affezionati in particolar modo anche a “Cronicas de mascaras”, il primo pezzo ad essere stato lavorato assieme.

Come è nato il progetto Microcosmos?

Nell’estate 2012 Paolo e Andrea, con una forte intenzione di creare questo progetto, iniziano da un lato a creare pezzi e dall’altro a cercare i componenti. Dopo svariate prove, con diversi musicisti del Padovano, si assestano con Federico alla batteria e Berardino al basso.

Come state promuovendo il disco e che responsi state avendo da parte del pubblico e dei media?

Il 15 luglio 2015 con un Live abbiamo presentato Obras Derivadas. Da quel momento, abbiamo cercato di promuoverlo sopratutto tramite il Web, con i vari Social, Webzines e il nostro sito. La componente live è però il veicolo prediletto dei Microcosmos: si possono rilasciare interviste e postare aggiornamenti, ma il palco è il luogo dove avviene la magia!  A livello di pubblico, siamo abbastanza soddisfatti dell’accoglienza ricevuta; come promozione Web, invece, siamo ancora all’inizio.

Avete in cantiere qualche nuovo brano?

Attualmente abbiamo già  in cantiere 6 nuovi pezzi, alcuni dei quali tra l’altro vengono già  inseriti nella scaletta Live. Ora come ora stiamo sperimentando nuove soluzioni, e siamo molto soddisfatti di ciò che abbiamo tra le mani.

Del vostro disco oltre al coraggio mi è piaciuta l’energia di alcuni pezzi, penso ad esempio a “L’ultima Cancion Del Todo”. Immagino che dal vivo questo aspetto sia maggiormente accentuato…

Alla base del nostro Rock c’è proprio il bisogno e la voglia di essere musicalmente diretti e legati al pubblico durante le esibizioni. E’ magnifico il rapporto empatico che sentiamo di avere con il nostro pubblico. Spesso apriamo con canzoni come “Haiku” e “La ultima cancion del todo”, proprio per creare sin dall’inizio questa sinergia.

Vi chiedo di parlare e far conoscere ai lettori di Long Live Rock’n’Roll.itil movimento spagnolo “Rock Nacional”

Nasce come residuo del “Rock Radical Vasco”, crescendo alla fine degli anni ’80 soprattutto come movimento di rottura politica e musicale, legato alla scena indipendente spagnola, grazie a gruppi come Extremoduro ”“ band tuttora attiva ”“ e i Reincidentes. Successivamente viene portato avanti da band come Marea e Platero y Tu, mischiando influenze Rock a 360 gradi e Punk. Una sicura costante del genere è la voce roca,  sporca. Spiegare in poche parole cos’è il “Rock Nacional” sarebbe riduttivo: noi, personalmente, consigliamo l’ascolto di album come “ Agila” e “Yo minoria absoluta” degli Extremoduro o “Besos de Perro” e “Las aceras estan llenas de piojos” dei Marea.

Ditemi una band del passato e una del presente secondo voi fondamentali

Indubbiamente per tematiche, solidità  ed impronta nella scena italiana, i Consorzio Suonatori Indipendenti. A livello internazionale probabilmente i Joy Division. Come band attuale i già  citati Extremoduro, e i Radiohead a livello piùglobale.

Potete parlarci dell’esperienza in studio e di come avete registrato il disco?

Essendo la nostra prima registrazione in studio come Microcosmos, abbiamo avuto la possibilità  di conoscere altri aspetti di questo nostro progetto: siamo stati costretti sicuramente ad una maggior professionalità  e responsabilità . Il lavoro è stato vasto e molto, davvero molto, lungo. Per trasmettere al meglio il nostro sound e volendo evitare ogni compromesso di sorta, abbiamo deciso di registrare e produrre l’album in maniera quasi completamente autonoma. Le sessioni sono durate circa un anno e si sono tenute nell’home studio di Federico. Grazie anche all’impegno di colleghi e supporters, e grazie alla produzione curata dal nostro amico Enrico Billato, il risultato finale ci soddisfa ma ”“ nel contempo ”“ ci stimola a migliorarci, a reinventarci.

Vi ringrazio per la disponibilità  e vi chiedo di lanciare un messaggio ai lettori di long live. 

Non ci sentiamo di inviare un vero e proprio messaggio ai lettori ma speriamo di avervi interessati parlando di noi ma anche di un genere che qui in Italia non è conosciuto. Siamo infine noi a ringraziare tutto lo Staff di Long Live Rock’n’Roll.it per l’opportunità  dataci.

 

 

 

 

 

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