Serata bollente in quel di Bologna, con temperature ben oltre l’umana sopportazione che non fanno assolutamente venire voglia di buttarsi in mezzo alla gente per assistere ad un concerto, specialmente in un luogo chiuso… Ma per fortuna almeno per stasera ci schiviamo i locali e l’effetto stalla! Infatti è nella bella cornice del Parco delle Caserme Rosse, allestito di tutto punto, che si articola il festival BOnsai, una rassegna musicale estiva in mezzo al verde che pur essendo piccola dimostra di avere un bel caratterino! Organizzato davvero bene, lucine sospese, vari banchi per cibo e bevande e tavoli e posti a sedere esterni all’area concerti per rilassarsi nell’attesa o durante la serata. Un luogo piacevole per una serata all’aperto in compagnia e con buona musica.

Unico gruppo sul palco stasera i Molchat Doma, trio bielorusso molto interessante, nato nel 2017 e con all’attivo quattro album; l’ultimo uscito a settembre dello scorso anno. Il trio di Minsk è particolare, propone infatti un sound molto articolato, spaziando tra generi quali il Post-Punk, la Darkwave e la Synth-Pop che si incastrano perfettamente in armonia e si fanno notare per i suoni atmosferici che fondono una velata nostalgia sovietica degli anni ’80 con moderni ritmi elettronici. La band ha raggiunto la fama internazionale partendo dalle piattaforme musicali online, facendo breccia inizialmente nel cuore degli appassionati di darkwave e revival post-punk. Le loro melodie malinconiche e la moltitudine di ritmi ipnotici hanno conquistato poi il pubblico di tutto il mondo, ottenendo in breve tempo un forte seguito da parte di tutta la scena underground. Altra particolarità che si incastra perfettamente con le sonorità proposte e rende la composizione ancora più gradevole e orecchiabile sono i testi, cantati esclusivamente in russo con voce bassa, profonda e suadente, che fondono una buona dose di critica sociale con paesaggi sonori crudi e risonanti.

Nel pubblico vi sono fan di tutte le età e di più generi, dai veterani del goth e della darkwave ai giovani amanti della sinth e dell’elettronica, fusi in una strana ma piacevole connessione nei ritmi ipnotici e nei testi introspettivi della band.

La scaletta di stasera spazia dai loro primi lavori fino agli ultimi, mescolando i nostri brani preferiti e le tracce più recenti. Brani come “Ty Zhe Ne Znaesh Kto Ya” e “III” portano con sé quella distinta atmosfera post-punk minimalista ma con una nuova ricchezza nella stratificazione dei suoni, più nitida e raffinata. In questo ultimo album, “Belaya Polosa”, si nota il cambiamento verso una struttura più complessa, che aggiunge profondità, ma dove non viene mai perso il caratteristico ed inquietante minimalismo sovietico. “Ya Tak Ustal” e “Diskoteque” sono un infuso di energia, con ritmi quasi disco e ballabili, ma sempre con quella nota di angoscia esistenziale in sottofondo che non ti lascia mai abbandonare del tutto alla danza spensierata. Altri brani come “Doma Molchat” e “Ne Vdvoem” tratti da precedenti album sono stati particolarmente apprezzati dal pubblico, sempre in movimento, ammaliati dalle linee di synth basse e dalle voci riverberanti. Un’ora e mezza di concerto molto ben studiato, mai noioso. Ho personalmente adorato l’encore finale, composto da quattro pezzi che ho amato fin dal primo ascolto: “Tancevat” e “Sudno”, che contrappongono la desolazione del loro sound ad una atavica e primitiva necessità di ballare sulle loro note, e le iconiche “Kletka” e “Toska.

Una serata pazzesca, suggestiva, tanto minimalista quanto piena di sostanza.

 

SETLIST

  1. Kolesom
  2. Ty Zhe Ne Znaesh Kto Ya
  3. III
  4. Doma Molchat
  5. Ne Vdvoem
  6. Obrechen
  7. Belaya Polosa
  8. Chernye Tsvety
  9. Son
  10. Volny
  11. Lyudi Nadoeli
  12. Ya Tak Ustal
  13. Discoteque
  14. Na Dne
  15. Beznadezhnyy Waltz

ENCORE:

  1. Kletka
  2. Toska
  3. Tancevat
  4. Sudno (Boris Ryzhyi)

 

Giada B.
Author

Comments are closed.