‘Bomber’! Terzo album dei Motörhead in un 1979 che sarà  fondamentale per la vita della band. Un bombardamento di suoni, opere e frustate stilistiche, di esagerata creatività  che scuote il mondo del rock duro e proietta la band nell’olimpo della musica rock di tutti i tempi.

Il 1979 è l’anno magico dei Motörhead. A marzo la pubblicazione dello splendido ‘Overkill’, un album di pregevole fattura, splendido un tutte le sue parti, un pura e cruda esplosione di rock devastante. A ottobre, il 27 di ottobre per essere precisi, ecco ‘Bomber’, una conferma, un passo in avanti, un terremoto causato dalle bordate sonore che vengono scagliate come saette dal bombardiere pilotato da Lemmy, Eddie Clarke e Philty Animal. Un trio che rimarrà  per sempre nelle viscere della pura follia rock metal di sempre.

Dopo ‘Overkill’ il successo non arriva, nonostante, come si diceva in precedenza, fosse (ed è tuttora) un grande album. Ottime l’accoglienza del pubblico, poco entusiasmo invece da parte della critica del tempo. Pochi mesi dopo ‘Bomber’ e penso che questa citazione del testo possa condensare la vita di una band che non avrà  mai fine…

…we shoot to kill and you know we always will…

Parole profetiche, così è stato.  Una nuova ventata nei suoni e nella velocità  che a quel tempo fa spalancare gli occhi e rimanere storditi. Brani intensi, potenti e sfacciati in perfetto stile Kilmister-Clarke-Taylor. Un album che riassume la forza distruttiva del trio britannico che a cavallo fra gli anni settanta e ottanta, a cavallo fra il punk e il metal riuscirà  ad imporsi nelle scene musicali di tutto il globo e nelle menti di generazioni di rocker che anno dopo anno, minuto dopo minuto, concerto dopo concerto, album dopo album eleveranno la band a gruppo di importanza fondamentale per la crescita e lo sviluppo del rock’n’roll.

A un fan dei Motörhead che si rispetti non si dovrà  mai chiedere quale brano sia quello preferito di un album e di questo in particolare. La risposta è scontata. Tutti. Le ascolto, li leggo i titoli, li riascolto e li rileggo. Le potenti note introduttive e le rullate iniziali di ‘Dead Men Tell No Tales’, come possono essere dimenticate e la voce raddoppiata di Lemmy? la vogliamo trascurare. I l riff tagliente, l’accompagnamento che sotto schiaffeggia l’aria… Il basso che accompagna, con scale che salgono e scendono, il solo di ‘Fast’ Eddie, mago del wah wah. Quanta storia c’è e quanta ce ne sarà  ancora…

La bluesy ‘Lawman’ con un bel ritmo incalzante e la sua satira aggressiva e tagliente e il solito solo impossibile di Eddie Clarke. I Motörhead dell’età  d’oro sono stupefacenti per la loro capacità  di rendere tutto duro e potente, il blues, il rock, la psichedelia e la follia della mente artistica e creativa del trio piùrumoroso del mondo. Riascoltare ‘Sweet Revenge ‘, provare per credere… Il saltellante ‘Sharpshooter’ non si distacca dai brani inseriti nel precedente album e le sequenze basso, chitarra con wha wha continuano incessanti con quei magnifici giri di Eddie alla chitarra, Lemmy al basso e le ritmiche nervose di Philty.

‘Poison’, che conclude il lato A dell’album è un brano potente e incalzante, passato, presente e futuro; il passato dei primi due album, la presenza sonora dell’album attuale e la creatività  che sfocerà  nel successivo!

Il lato B si apre con uno dei classici della band. Veloce, puro, sfacciato rock’n’roll. ‘Stone Dead Forever’. Dopo il secondo ritornello ‘…Whatever happened to your life? Stone Dead Forever…’ il primo assolo che è ormai nei libri di storia. E dopo la terza stanza il crescendo di basso e il secondo assolo… basta così. Da ascoltare ad occhi chiusi, da sentire dentro, da lasciarsi trascinare…

‘All the Aces’ è rock’n’roll puro, dal midollo. Che solo di chitarra, che stupefacenti armonie, che meraviglie per i padiglioni auricolari. Che forza e che ventata creativa. ‘Step Down’ ritorna tutto al blues, con la voce di Eddie Clarke a sigillare il brano. Magnifica song…vUnico caso in cui Eddie si cimenterà  dietro il microfono come voce principale e predominante. Oddio, esiste un’altra registrazione in cui Eddie Clarke è alla voce: ‘Stone Dead Forever’… Eccola di seguito…

 

Altro brani tipicamente Motörhead è ‘Talking Head’. La continua fusione fra elementi tradizionali del blues e del rock’n’roll sono in quel periodo una caratteristica della band. Il trio miscela le due principali correnti stilistiche musicali con le tendenze del tempo, la ruvidità  del punk e le sonorità  del metal degli anni settanta che avevano perso coraggio e tono fisico. Aumentando di giri  il metronomo ecco l’album perfetto dei Motörhead  è servito. Doppia cassa, grandi rullate, solo di chitarra memorabili, riffa pungenti, voce graffiante poco melodica, basso come una chitarra che si diverte  distinguersi dalla sei corde. Esplosività  e deflagrazione pura.

E poi l’ultimo brano che viene raffigurato nella copertina e nel reale bombardiere che la band si fa costruire per andare in tour, un Heinkel He 111, tanto per non farsi mancare nulla.  Un altro classico, un altro inno assoluto… 

…we shoot to kill and you know we always will…

Proprio di questi giorni il box ‘1979’ con ‘Overkill’ e ‘Bomber’ e altri album inediti e booklet… a proposito c’è anche l’Heinkel He 111 in scala ridotta in circolazione…

Sono trascorsi solo 40 anni dall’uscita di ‘Bomber’. Il mondo è cambiato, la gente è cambiata, la musica è cambiata… noi no! Pietra miliare! Per sempre Motörhead !!!

 

 

Tracce:
Dead Men Tell No Tales
Lawman
Sweet Revenge
Sharpshooter
Poison
Stone Dead Forever
All The Aces
Step Down
Talking Head
Bomber

Band:
Lemmy Kilmister – basso, voce
“Fast” Eddie Clarke – chitarra, voce per la traccia “Step Down”
Phil “Philty Animal” Taylor – batteria

MOTÖRHEAD – Edizione speciale di ‘Bomber’ con tanto di bombardiere per celebrare i 40 anni dalla pubblicazione!!!

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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