In una fredda giornata autunnale di Ottobre e col traffico stradale a dir poco congestionato, è andato in scena il ritorno dei Negrita a Milano, con la prima delle due date andate praticamente sold-out.
Il luogo scelto per l’evento è lo storico Alcatraz e la band aretina non ha certo deluso il numeroso pubblico accorso.
Pubblico con età media dai quarant’anni in su e profondo conoscitore della discografia e storia della band capitanata dal carismatico e altissimo Pau. Un tour in elettrico dopo svariati anni e che segue un tour in acustico davvero lunghissimo, tre anni e mezzo. La voglia di spaccare anche in elettrico è rimasta assolutamente intatta, anche se certamente abbiamo di fronte una band semplicemente perfetta dal punto di vista dell’esecuzione musicale dei suoi numerosi hits e direi sempre affiatata sul palco.
Verso le 21 e 20, l’intro e le luci sul palco che si sono spente, hanno accolto i Negrita sul palco, accolti da un autentico boato. La band è ormai insieme da trent’anni e la formazione con cui si esibisce è stabilissima da anni, dopo alcuni cambiamenti di musicisti nel passato. Interazione col pubblico, energia fisica, alternanza di pezzi dal sapore tipicamente rock, ballads e alcune hits del periodo latineggiante(ma senza mai abbandonare il rock), hanno fatto scatenare il pubblico per almeno due ore di spettacolo.
Pau (aka Paolo Bruni) , è circondato sempre dagli storici compagni d’avventura Enrico “Drigo” Salvi e Cesare “Mac” Petritich alle chitarre, che macinano riff su riff. Completano la formazione gli storici musicisti Giacomo Rossetti (basso, cori), Guglielmo Ridolfo Gagliano (tastiera), Cristiano Dalla Pellegrina (batteria).
La band sta suonando perché ne ha davvero voglia e non c’è nessun disco nuovo da promuovere, per tanto oltre a storiche hits ci sono anche pezzi che non vengono suonati da una vita. Un esempio su tutti è “Io sono“, ballad che risale al 1995.
Lo spettacolo si è diviso in varie parti: la parte rock della prima metà con spazio anche ad alcune storiche e stupende ballate quali “Hemingway” e “Ho imparato a sognare“, la parte latinorock influenzata certamente da Manu Chao, The Clash e altri con “Radio Conga” e “Rotolando verso Sud” che hanno fatto cantare a squarciagola e ballare come se non ci fosse un domani ,tutti e la parte finale dei bis con storiche hits quali “Cambio” e “Mama maè‘”, eseguite prima della loro splendida e storica ballad molto intimista, “Gioia infinita“.
Uno show davvero appagante sotto ogni punto di vista, con l’unica pecca (secondo me) della mancata esecuzione di varie canzoni che adoro quali “Sex”, “Transalcolico” e “Magnolia”, ma che mi ha conquistato come le varie volte che ho visto la band, che per un motivo o per l’altro e per la pausa forzata dovuta a tutto quello successo per Covid-19, mancavo da tempo.
E’ ancora una gioia infinita(citando una loro hit) vederli dal vivo. Un autentico toccasana.
Mauro Brebbia.
Setlist:
Siamo ancora qua
Bambole
Il libro in una mano
Io sono
Negativo
Non ci guarderemo indietro mai
In ogni atomo
Hemingway
Il gioco
Che rumore fa la felcità
Brucerò per te
Radio conga
Notte mediterranea
Rotolando verso sud
Salvation
Non torneranno più
Ho imparato a sognare
Il giorno delle verità
La tua canzone
A modo mio
Bis
Cambio
Mama Maè
Gioia infinita
Fotografie di Piero Paravidino
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