NOAH WEILAND, figlio del compianto Scott Weiland, ha pubblicato una personale reinterpretazione del brano “Slither”, originariamente inciso dai Velvet Revolver nel 2004. Il rilascio, avvenuto in occasione della festa del papà, è accompagnato da un video realizzato interamente dallo stesso Noah tramite intelligenza artificiale, utilizzando soltanto il proprio iPhone.
“Il video doveva sembrare un delirio febbrile,”
ha dichiarato Noah Weiland a Rolling Stone.
“Un attimo sto fuggendo dai miei demoni, l’attimo dopo cerco di salvare una ragazza che mi piace. E poi, come nei sogni che faccio davvero, ricevo la visita di mio padre. Ho fatto tutto da letto, come per la maggior parte della mia musica.”
Nel video appaiono immagini generate di Scott Weiland, Slash, Duff McKagan, dello stesso Noah, e persino di Spider-Man. Il risultato è un omaggio emotivo e onirico, più vicino a un atto di elaborazione personale che a una semplice cover.
Non è la prima volta che Noah Weiland rivisita il repertorio paterno: a inizio anno aveva pubblicato una sua versione di “Sex Type Thing” degli Stone Temple Pilots. Parallelamente, sta costruendo una carriera solista in ambito alternative pop rock, con un nuovo EP in arrivo, intitolato “Crashout Junkie”.
“Non voglio che la mia identità artistica sia interamente legata al lavoro di mio padre,” spiega. “Voglio fare musica a modo mio, qualcosa che mi rappresenti, e che piaccia anche a chi ci segue da tempo.”
La genesi della nuova versione di “Slither” è avvenuta in modo spontaneo: durante una jam informale con il chitarrista e amico Spencer Carr Reed, Noah ha riconosciuto il celebre riff e ha colto l’occasione per registrare una versione del brano. Il video è nato subito dopo.
Quanto all’ipotesi di una sua eventuale partecipazione a una reunion dei Velvet Revolver, Noah è realistico:
“In un mondo ideale, tutti vorremmo un tour reunion dei Velvet Revolver, ma la verità è che molti di loro si comportano come se io non esistessi. Comunque, resto aperto a nuove opportunità.”
Allo stesso modo, conferma di non avere contatti con gli Stone Temple Pilots, attivi dal 2017 con Jeff Gutt alla voce. La sua critica è rivolta più in generale all’industria rock legata alla nostalgia:
“Mi sembra che molte band siano più interessate a soddisfare i fan di lunga data piuttosto che sostenere la nuova generazione. Io sto costruendo qualcosa di mio, e sarebbe bello se questo venisse riconosciuto. L’eredità dovrebbe evolversi, non restare bloccata nel passato.”
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