Il Principe delle Tenebre ha lasciato un ultimo, toccante messaggio sul significato più profondo della musica e della sua carriera. Nel libro postumo “Last Rites”, completato poco prima della sua morte avvenuta a 76 anni, Ozzy Osbourne racconta il suo ultimo concerto, “Back to the Beginning”, tenutosi la scorsa estate al Villa Park di Birmingham, davanti a 42.000 persone e con oltre 5 milioni di spettatori collegati online.

Durante quella serata, che ha visto la reunion della formazione originale dei Black Sabbath dopo vent’anni, Ozzy ha eseguito “Mama, I’m Coming Home”, brano scritto insieme a Lemmy Kilmister e dedicato alla moglie Sharon Osbourne.

“Mi sono commosso mentre la cantavo – scrive – era la mia ultima volta sul palco, dopo anni di malattie, operazioni e sofferenze.

Ma in quel momento ho capito che non c’è droga migliore al mondo dello stare lì, davanti ai miei fan, a fare ciò per cui sono nato”.

Il cantante britannico, che in passato aveva ammesso di aver abusato di ogni tipo di sostanza, riflette nel libro su come la musica abbia rappresentato la sua vera dipendenza: “Ho passato una vita a cercare di ritrovare quella sensazione che si prova solo sul palco, con decine di migliaia di persone che cantano le tue parole. È la miglior droga che io abbia mai preso”.

La forza con cui Ozzy Osbourne ha superato decenni di eccessi e malattie è stata oggetto anche di studi scientifici. Già nel 2010, la società di ricerca Knome, con sede nel Massachusetts, aveva analizzato il suo DNA, scoprendo una mutazione genetica mai vista prima che potrebbe spiegare la sua incredibile resistenza agli abusi di droga e alcol. Come racconta il genetista Bill Sullivan nel libro “Pleased to Meet Me: Genes, Germs and the Curious Forces that Make Us Who We Are” (National Geographic), “Ozzy è davvero un mutante genetico”, dotato di variazioni genetiche che lo hanno reso più predisposto alla dipendenza, ma anche capace di sopravvivere dove altri sarebbero crollati.

Negli ultimi anni della sua vita, l’ex frontman dei Black Sabbath aveva trovato un equilibrio, abbandonando droghe e alcol e limitandosi all’uso di cannabidiolo (CBD) per gestire il dolore fisico. “Non bevo, non fumo, non uso più droghe”, aveva dichiarato. “Ora penso che se avessi davanti una pistola, una borsa di cocaina e un litro d’alcol, sceglierei la pistola. Non ne vale la pena.”

Il suo ultimo show, raccontato anche nel documentario “Sharon & Ozzy Osbourne: Coming Home” trasmesso dalla BBC, è stato il coronamento di una carriera irripetibile.

“Sul palco – scrive Ozzy – non ho più demoni. È l’unico posto dove sono veramente libero. È stata la medicina migliore che io abbia mai avuto.”

 

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