2025 – Hostile City

Tornano a distanza di anni i tedeschi PANZERBALLETT e lo fanno con un album che sa conquistarti man mano che lo ascolti. Band originaria di Monaco di Baviera, attiva dal 2004 e guidata dal leader e chitarrista Jan Zehrfeld, con questo “Übercode Œuvre” regalano all’ascoltatore dieci nuovi brani fiammanti di zecca. Il loro genere è tutto particolare e non si può catalogare in una sola ed unica parola. I PANZERBALLETT sono decisamente una band dotata di tecnica sopraffina, che nelle loro composizioni miscela perfettamente metal classico, jazz ed elementi di musica classica.
Il nuovo disco è impreziosito anche dalla presenza di ospiti prestigiosi quali i batteristi Virgil Donati, Marco Minnemann, Anika Niles e molti altri.

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Il disco si apre con la splendida versione di un pezzo dei Meshuggah, “Bleed”, che viene risuonato con una chitarra sempre aggressiva nel suo incedere ed incredibili parti ritmiche aggiuntive che non arrivano mai scontate e che ti lasciano a bocca aperta. Un punto di riferimento assai evidente è certamente Buckethead, specie quando spesso suona con il leggendario Bootsy Collins.
Il disco è strumentale e il secondo brano del lavoro è meno aggressivo e decisamente più jazz d’atmosfera. Brano scritto e composto da Nélida Béjar e che risponde al nome di “Seven Steps to Hell”, e che ad un certo punto è dominato dalla chitarra di Jan e dai suoi virtuosismi.
Anche “The Four Seasons: Summer” è un pezzo dove classica e virtuosismi degli strumentisti vanno di pari passo e con alcuni cambi di tempo vincenti che mantengono sempre viva l’attenzione dell’ascoltatore sul pezzo. “Alien Hip Hop” vede invece la presenza del batterista Virgil Donati.
Questo pezzo è già uscito precedentemente in altre versioni e si è sempre evoluto.
I PANZERBALLETT ci regalano, insieme a Donati, la quinta versione del pezzo, che viene completamente rinvigorito con ottimi inserimenti ritmici. Un disco serio che si rispetti, invece, è imprescindibile dal sentimento più nobile e puro che possa esistere, ossia l’amore.

“Andromeda” è la traccia numero cinque, dedicata all’amore ed è un pezzo molto d’atmosfera e caratterizzato da un pathos decisamente alto ed assai intenso. La band poi ci riporta a quel drammatico ed inatteso anno 2020, quando il Covid-19 cambiò letteralmente la vita a tutti.
Arrivato improvvisamente ed inaspettatamente, cambiò completamente per un certo periodo le abitudini a tutto il mondo che improvvisamente dovette subire una serie di limitazioni della libertà personale, con spostamenti concessi soltanto per necessità provate e con distanziamento sociale.
Il brano dei PANZERBALLETT dedicato a quel periodo è “Ode to Joy” ed è l’ultimo pezzo vocale dell’album. Pezzo iniziato come flashmob con le persone ai propri balconi, che cantavano l’immortale e classico “Inno alla Gioia”.La versione inizia con una bella cantata in tedesco del brano e inizialmente l’incedere è lieve, per poi trasformarsi in vari momenti che diventano in alcuni frangenti quasi death metal e in altri decisamente jazz, sempre col cantato in stile lirico. Insomma, un bel megamix di generi, che ti conquista alla grande. Pezzo presente anche in versione strumentale come traccia numero 9.

Segnalo, non “spoilerandovi” gli altri brani del disco, anche la finale “Andromedaron”, pezzo che è basato sulla canzone d’amore “Andromeda” e che è un bel esercizio virtuoso del batterista Aaron Thier.Un disco sicuramente non facile e non commerciale, ma che una volta scoperto questo “Übercode Œuvre” fa perfettamente centro.  Da non consigliare alle persone che invece si muovono all’interno di una marcata comfort zone musicale e che non apprezzano la commistione di tanti generi musicali.

Mauro Brebbia.

TRACKLIST:

  1. Bleed
  2. Seven Steps to Hell
  3. The Four Seasons: Summer
  4. Alien Hip Hop
  5. Andromeda
  6. Ode to Joy (vocal)
  7. Pick Up the Pieces
  8. The Devil’s Staircase
  9. Ode to Joy (instrumental)
  10. Andromedaron (digital bonus track)

Formazione:

  • Jan Zehrfeld – chitarra
  • Alexander von Hagke – sassofono
  • Martin Mayrhofer – basso
  • Aaron Thier – batteria

Ospiti speciali:

  • Virgil Donati – batteria
  • Marco Minnemann – batteria
  • Anika Niles – batteria
  • Nélida Béjar – composizione

 

Mauro Brebbia
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