Amato da tantissimi fans, odiato anche da diversi detrattori, ma mai indifferente. Piero Pelù è sicuramente la Storia del Rock in Italia e celebra il suo quarantennale di carriera, col suo sesto album da solista “Pugili Fragili“, che arriva dopo ben 12 anni dal precedente lavoro “Fenomeni“.
Nel frattempo c’è stata un’insperata reunion con Ghigo Renzulli e insieme hanno ridato linfa vitale a quel meraviglioso gruppo chiamato Litfiba (in un certo senso, una pace paragonabile soltanto a quella tra Axl e Slash nel campo musicale internazionale), attualmente messi in pausa, ma non assolutamente sciolti. Piero nel frattempo ha anche messo un po’ la testa a posto, si è sposato ed è anche appena diventato nonno del piccolo Rocco.
Ha fatto scalpore e discutere la sua recente partecipazione al settantesimo Festival di Sanremo, dal quale è uscito come oggetto misterioso ed outsider, ma è uscito sicuramente trionfatore morale con un buonissimo quinto posto col singolo “Gigante”. Piero ha 58 anni, veste ancora con un suo particolarissimo stile che su il 99 per cento degli uomini apparirebbe un attimo azzardato, ma ha ancora energia e carisma da vendere.
La dimostrazione palese, arriva da questo lavoro, scritto in collaborazione del megaproduttore varesotto Luca Chiaravalli, che vanta collaborazioni con praticamente tutti o quasi i bigs del panorama musicale italiano. Un lavoro in cui Piero si mette in completa discussione e cambia pelle diverse volte anche nel disco, come fosse un serpente.
L’inizio del disco è affidato al pezzo – personalmente meno riuscito ”“ piùdiscusso di tutto il lavoro, “Picnic all’Inferno“, in cui il rocker fiorentino d’origine sarda, duetta con l’attivista Greta Thunberg. La piccola svedese (paladina delle battaglie per la salvaguardia del pianeta), in realtà non canta, ma vengono campionate alcune sue parole di sensibilizzazione verso le sorti del pianeta. Un midtempo che poi ha anche ispirato l’idea del “Clean Beach tour”, progetto pensato insieme a “Legambiente” e che coinvolge Piero e tutti quelli che vogliono aiutarlo in varie date per la pulizia delle spiagge da plastiche e altre schifezze simili.
Ben piùriuscito è il secondo singolo “Gigante“, un inno di gioia e speranza per il nipote Rocco ma anche un’esortazione ai giovani di dare tutto nella vita . Sicuramente , anche un forte messaggio che i giovani carcerati del carcere napoletano di Nisida, gli hanno detto di inoltrare in un certo senso al mondo. Un pezzo che sicuramente mi aveva colpito piùa Sanremo che in ambito studio e che sicuramente renderà molto in chiave live.
Dopo un inizio quasi elettrorock, l’atmosfera diventa davvero incandescente con “Ferro caldo“, pezzo sicuramente ispirato dall’innata passione di Piero verso i Black Sabbath .L’istrionico cantante esorta i giovani(tra i quali le sue figlie) con questi versi:
In questo spazio in questo tempo il ferro è caldo!
A vent’anni sei un pazzo
A vent’anni montagne russe
Sei nel tuo luna park
Sei sulla luna sei nel tuo luna park
La titletrack “Pugili fragili” è un’intensa ballad intimista che si lascia ben gustare. Piero esorta tutti a rialzarsi,come se si fosse “Pugili fragili” che vengono colpiti dalle avversità dalla vita e poi combattono fino alla vittoria.
“Sono un pugile fragile nella vita e nella musica”
parole dette da Piero che attualmente si deve difendere anche in modo giuridico da una denuncia dell’ex premier (e suo storico bersaglio) Matteo Renzi.
La prima collaborazione delle due presenti in questo album è per la ballabilissima “Luna nuda“, scritta in collaborazione col cantante e leader de “Le Vibrazioni“, Francesco Sarcina. Sicuramente in questo pezzo, l’influenza del produttore Luca Chiaravalli è davvero evidente. In alcuni tratti potrebbe ricordare le sonorità piùelectro dei Subsonica di qualche tempo fa, prima che diventassero-personalmente- un gruppo come ce ne sono tanti anche attualmente.
Onestamente mi ero un po’ messo a ridere, quando avevo saputo della cover di “Cuore matto“, pezzo di uno dei rocker piùnazionalpopolari che la musica italiana abbia mai annoverato tra le sue fila, il compianto Little Tony. La canzone è invece resa molto bene, senza stravolgerla troppo e con la chitarra davvero in primo piano. La sua interpretazione al Teatro Ariston, nella serata delle cover è stata davvero memorabile e sono certo che dal vivo, diventerà uno dei momenti piùcoinvolgenti di tutto il concerto. Il tour instore nelle varie librerie italiane, per presentare l’album è stato posticipato causa allarme Coronavirus, ma molto presto potremo vedere il Piero nazionale impegnato nella sua dimensione naturale: il palco.
Si continua anche con un inno alla donna e al grido di battaglia per combattere la bieca violenza sia fisica sia morale (spesso che sfocia anche in efferati delitti) ogni giorno. La donna viene celebrata con la ballad piùintensa e splendida dell’album “Nata libera“, che è anche una dedica d’amore alla moglie Gianna, direttrice d’orchestra e sua musa nella vita quotidiana.
“Fossi foco” , torna invece in territori tipicamente new wave dei Litfiba della gloriosa epoca di “17 Re” ed è un duello al fulmicotone tra Piero ed Andrea Appino, storico leader della nota band indie “Zen Circus“.
Una canzone che riprende i versi del poeta medievale Cecco Angolieri:
“Fossi fuoco brucerei fossi fuoco brucerei”
pezzo che comunque è un inno a combattere ogni discriminazione legata alla pelle e al proprio orientamento sessuale.
Il finale del disco è affidato a due pezzi davvero carichi “Stereo santo“, che inizia in modo tranquillo e quasi inaspettato , ma che diventa veramente bello potente dopo poco tempo e soprattutto “Canicola“, pezzo davvero che è una libidine e un tuffo nel passato per chi ama i Litfiba(come me) da tempo immemorabile. Piero è davvero indiavolato ed è sicuramente il suo sentito omaggio a guru quali Iggy Pop o all’amico Jean Jacques Burnel dei “The Stranglers”.
Qua e là ci son anche piccoli e simpatici “Easter Egg” sulle passioni musicali di Piero Pelu’,tipo in “Stereo santo” in cui cita il suo mito assoluto Ozzy Osbourne con il verso:
“Quelli che mangiamo pipistrelli”
e paradossalmente il disco è uscito lo stesso giorno di quello del Madman. Coincidenza o mossa voluta, non potremo saperlo, se non dalla bocca di Piero Pelù.
Sicuramente un disco molto piùinteressante dello sfortunato (ma personalmente incomprensibile), “Eutropia” dei Litfiba e molto piùriuscito del precedente “Fenomeni”.
Recensione di Mauro Brebbia
Tracklist
01. Picnic all’inferno (03:18)
02. Gigante (03:40)
03. Ferro caldo (03:55)
04. Pugili fragili (03:18)
05. Luna nuda (03:21)
06. Cuore matto (03:06)
07. Nata libera (03:12)
08. Fossi foco (03:32)
09. Stereo santo (03:32)
10. Canicola (03:07)
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