Freschi, melodici, ma con un piglio parecchio punk. I PUP sono una delle nuove band che stanno facendo parlare piùdi sé nel panorama alternativo, e dopo la partecipazione al Bay Fest sul palco dei The Offspring, sono ritornati nel nostro Paese per una data da headliner all’interno del loro tour europeo autunnale.

L’appuntamento è stato venerdì 15 novembre al Circolo Ohibò di Milano.

Apprezzati dai fan del punk rock classico per il proprio sound fatto di divertimento, gang vocals e produzioni senza tanti fronzoli, così come dalle nuove generazioni grazie alle melodie catchy e all’interpretazione moderna che sanno dare a un genere storico, i Pup vivono in uno stato di costante ascesa fin dalla propria formazione. Un primo disco (PUP, 2013) sull’indipendente Royal Mountain, poi l’acclamato The Dream Is Over (2016) su SideOneDummy, per arrivare al nuovo album Morbid Stuff appena uscito il 5 aprile sull’etichetta creata dalla band stessa, Little Dipper, in partnership con una big come Rise Records/BMG.

Prodotto da Dave Schiffman (Weezer, The Mars Volta), Morbid Stuff riassume tutto quello che i fan hanno sempre adorato dei Pup, ma in modo ancora piùcompleto e irresistibile che in passato. I testi raggiungono una profondità  ancora inesplorata dalla band, con il frontman Stefan Babcock che racconta la sua battaglia contro la depressione; ma invece di creare un disco cupo o triste, il risultato è proprio l’opposto: le 11 tracce diventano infatti un modo per esorcizzare e ridere in faccia alla malattia. E allora tra un brano scanzonato, una traccia super veloce e alcuni dei ritornelli piùmemorabili della loro discografia, i Pup hanno trovato il connubio perfetto fra gioia e sofferenza che rende quantomai attuale e importante il loro disco.

Già  in lizza per un posto nelle classifiche dei dischi dell’anno delle maggiori pubblicazioni rock mondiali, Morbid Stuff è l’album che verosimilmente consacrerà  una volta per tutte i Pup nell’Olimpo del punk rock dei nostri tempi.

Prima di loro hanno aperto gli Sløtface, precedentemente noti come Slutface, sono una band pop punk norvegese di Stavanger. Costituitisi nel 2012, il gruppo è iniziato quando il cantante Haley Shea e il chitarrista Tor-Arne Vikingstad hanno iniziato a scrivere canzoni insieme, in seguito si sono uniti al batterista Halvard Skeie Wiencke che aveva precedentemente suonato in una band hardcore con i Tor-Arne e il bassista Lasse Lokøy. 

Il 1° aprile 2016 la band ha cambiato il suo nome in Sløtface, citando problemi di censura sui social media e pubblicando il singolo “Sponge State”, raggiungendo il plauso della critica. Il singolo divenne la traccia principale del EP di debutto della band, Sponge State. La band ha pubblicato il suo secondo EP, Empire Records, il 18 novembre 2016. L’EP a quattro tracce includeva singoli “Take Me Dancing”, “Bright Lights” e il brano principale “Empire Records”.

La band è stata menzionata in un episodio di Sex Education, una serie su Netflix.

In apertura anche gli Stanis, trio punk hardcore di Bologna.

Fotografie di Emanuela Giurano.
Si ringraziano Hub Music Factory e Circolo Ohibò.

Stanis

 

Sløtface

 

PUP

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