44.000. Basta un numero per far capire la portata del concerto del 1° luglio! Tante sono infatti le persone che si sono ritrovate allo Stadio Euganeo di Padova per assistere all’unica data italiana dello “Europe Stadium Tour” dei Rammstein, immensa band tedesca che riesce a fare il pienone in ogni luogo decida di portare la sua musica. 44.000 persone da ogni parte d’Europa (un sacco di tedeschi, austriaci, francesi, spagnoli e polacchi) ma anche da oltre oceano, come dimostra la nutrita delegazione di statunitensi o il gruppetto di fan sudamericani volati in Italia apposta per loro!
Se tale numero anche da solo dà un’idea della vastità di persone che ha portato questo evento, vederlo dal vivo è ancora più sbalorditivo: lo stadio pieno, le tribune gremite e il prato con un unico spazio vuoto, dietro la torre centrale e al mixer (punto cieco per il pubblico).
Anche il tempo ha deciso di schierarsi per una sera dalla nostra parte: il cielo nuvoloso ha infatti protetto tutti dall’autocombustione (a luglio in Italia, improbabile ma non impossibile) in condizioni di sole pieno, e nonostante un accenno di pioggia poco prima delle 20:00 si è mantenuto stabile per tutta la sera, regalando anche qualche soffio di aria fresca ed una atmosfera perfettamente in sintonia con l’allestimento del palco!
Ma andiamo con ordine…
Alle 20:00 super precise salgono sulla torretta al centro dello stadio le pianiste francesi Héloïse Hervouët e Émilie Aridon-Kocio?ek, che formano il Duo Abélard, unica ‘spalla’ della serata scelta dagli headliner, le quali ammaliano il pubblico con la loro esibizione dove propongono famosi pezzi dei Rammstein rivisitati ed adattati per pianoforte. Un’idea molto carina, sono davvero bravissime; una introduzione tranquilla e romantica che crea un contrasto netto e stridente ma al contempo efficace con quello che verrà dopo… il pubblico apprezza e canta sulle note dei pianoforti mentre lo stadio si riempie sempre di più. Lo spettacolo dura una quarantina di minuti, il tempo incerto ha retto bene e ha permesso alle artiste ed al pubblico di godersi l’esibizione al meglio e prepararsi per bene allo spettacolo principale.
SETLIST Duo Abélard
Rammlied
Mein Herz Brennt
Mutter
Engel
Du Riechst so Gut
Zeit
Frühling in Paris
Sonne
Deutschland
Du Hast
I minuti che mancano si tramutano in trepidazione palpabile, tutti sono rivolti verso il palco e aspettano impazienti; il palcoscenico è allestito alla perfezione, un ampio proscenio, una torretta cava centrale, quattro enormi fari rotondi a diverse altezze, un background di tubi in ferro e faretti di stampo architettonico industriale che riportano alla mente scene Orwelliane di decadenza proletaria. Imponente, aggressivo, monumentale. Qualche luce on stage si accende ogni tanto ed illude lo stadio, finché alle 21:05 non ha inizio il capolavoro…
Parte un inno, la “Musica per i reali fuochi d’artificio” di Hendel risuona tutto intorno, silenzio, dal palco uno schermo con il logo della band viene sollevato sulla torretta più alta dello stage. Arrivata in cima, emette un bagliore bianco e si materializza sul display la figura di Till Lindemann. Il pubblico applaude e poi esplode quando il frontman si rivela in carne ed ossa da dietro di esso, e viene portato in basso sul palco da una piattaforma mobile. A metà della discesa la sua voce riempie potente lo stadio…
“Wer wartet mit Besonnenheit
Der wird belohnt zur rechten Zeit
Nun das Warten hat ein Ende
Leiht euer Ohr einer Legende”
Si parte con un capolavoro, classica apertura dei loro concerti, “Rammlied”, azzeccatissima: “chi attende con prudenza, sarà premiato al momento giusto. Ora l’attesa è finita, presta orecchio a una leggenda”, e cosa sono i Rammstein se non ormai leggende dell’industrial metal? E noi che abbiamo tanto atteso questo primo di luglio finalmente veniamo premiati, al momento giusto, con questo spettacolo!
E il proseguo del concerto si snoda in un grottesco climax ascendente di macabra assurdità e geniale
teatralità. Vengono alternati vecchi ma immortali pezzi come “Sehnsucht” (1997) e “Mein Herz brennt” (2001) a brani più recenti come “Puppe” (2019), dove viene portata sul palco una gigantesca carrozzina che viene data alle fiamme, per poi tornare indietro a “Mein Teil” (2004), dove Lindemann è vestito da macellaio e al povero Christian Lorenz viene dato fuoco con un cannone mentre si trova dentro un pentolone. Il fuoco è elemento sempre presente in ogni spettacolo dei Rammstein, ed anche stavolta ne viene fatto ampio uso, sia come elemento di scena e interazione tra i membri del gruppo che come spettacolo fuori dal palco, con le torri delle casse in mezzo allo stadio che si trasformano in alti bracieri per alcuni pezzi, tra cui l’acclamata e cantata “Sonne” (2001) e la sempre apprezzata “Du Hast” (1997), per le quali vengono allestiti veri e propri spettacoli pirotecnici con fiamme alte, detonazioni e fuochi artificiali sparati in aria sopra al palco.
Cambia invece l’atmosfera su pezzi come “Zeit” (2020) dove al posto delle luci, spente, del palco hanno accompagnato le note di questa lied migliaia di altre luci provenienti dai telefoni degli spettatori in tribuna e sul prato, trasformando completamente lo stadio. Stessa cosa avviene per “Engel” (1997), dove il gruppo si fa trovare sul palchetto centrale, e insieme al Duo Abélard, la propongono in versione piano, lenta e malinconica, molto diversa dall’originale ma coinvolgente e particolare. Sul finire della canzone il piano continua a suonare e la band si fa accompagnare nuovamente sul palco dal pubblico… spinti sopra la folla a bordo dei classici ed immancabili gommoni, tra applausi fragorosi!
L’esibizione è perfetta, tutto studiato nel dettaglio per mantenere l’attenzione e l’hype nello spettatore. Sono una band enorme sia come presenza scenica che come musicisti. Da sempre sono caratterizzati da un amalgama di influenze che mescolano metal, alternative rock, dance, elettronica e atmosfere richiamanti il gothic e le poggiano su una base di industrial metal ben radicata e salda, creando una composizione coinvolgente e con un forte impatto sonoro, il quale unito al visual e agli show che portano ogni volta sul palco sfocia in uno spettacolo devastante e bellissimo.
Dopo circa due ore e mezza, peraltro volate, e altri grandi classici come la disturbante “Du riechst so gut” (1995), la struggente “Ohne Dich” (2004) e l’aggressiva “Ich Will” (2001), purtroppo si arriva alla fine… Ma di questo concerto non delude nemmeno la conclusione: all’altezza dell’inizio e con altrettanta valenza risuonano le note di “Adieu” (2022), la perfetta chiusura, il gran finale di un enorme show. E allora…
“Ein letztes Mal, so singen wir
Adieu, goodbye, auf Wiederseh’n.
Den letzten Weg musst du alleine geh’n
Ein letztes Lied, ein letzter Kuss
Kein Wunder wird gescheh’n
Adieu, goodbye, auf Wiederseh’n
Die Zeit mit dir war schön”
SETLIST
Rammlied
Links 2-3-4
Bestrafe mich
Giftig
Sehnsucht
Mein Herz brennt
Puppe
Angst
Zeit
Deutschland (Remix by Richard Z. Kruspe)
Deutschland
Radio
Mein Teil
Du hast
Sonne
Engel (piano version)
Ausländer
Du riechst so gut
Ohne dich
Rammstein
Ich will
Adieu
Report di Giada Barbieri
Fotografie di Ilaria Maiorino
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