Sono ormai tre anni di fila che i Rammstein passano dall’Italia e ci regalano concerti davvero unici e inimitabili. La band tedesca, capitanata dal cantante Till Lindemann, si è esibita domenica 21 luglio 2024 alla RCF Arena Campovolo di Reggio Emilia, davanti a ben 60.000 spettatori, arrivati da tutta Italia ma anche da Germania, Svizzera, Finlandia e molti altri stati.

È stata la mia prima volta alla RCF Arena Campovolo (o perlomeno ero già stato tantissimi anni fa a vedere gli U2 in spazi attigui) e devo dire che il posto merita davvero! Un’arena che può contenere 100.000 persone, costruita con una pendenza che permette un’ottima visione anche agli spettatori non esattamente vicini al palco.

La sfortuna a questo concerto rispondeva a due nomi: mixer centrale che ostruiva la visione se ti mettevi proprio dietro nella Orange Zone e megaschermi troppo piccoli. Ma, superando questi due fattori, sostanzialmente l’esperienza è stata totale.

Sono stati organizzati percorsi appositi per arrivare al concerto, con chiusure di uscite stradali e con la presenza di vari parcheggi per tutti coloro che arrivavano con mezzi propri o pullman. L’arena non è neanche troppo lontana dalla stazione e purtroppo c’è stato qualche problema con alcuni treni speciali mancanti, che hanno costretto vari spettatori a passare la notte in stazione o a trovare altre soluzioni per il ritorno.

Sono arrivato sul posto verso le 15, comodamente in pullman con l’efficientissimo tour operator “Eventi in Bus”, e la fila per entrare alla RCF Arena era già notevole. Fortunatamente c’erano diverse attività commerciali aperte e ho potuto bere e mangiare qualcosa prima di fare la trafila per entrare. Si è passati attraverso i vari checkpoint di controllo e poi si è seguito il percorso apposito per ognuno dei cinque colori (la Red Zone equivaleva all’ambitissima Feuer Zone – la zona a più alto grado di assorbimento dei numerosi fuochi sparati dalla band).

Dopo l’acquisto dei vari token (che personalmente gradisco come un gatto sugli zebedei, ma fanno parte del gioco ormai), birra e spritz di rito, ho atteso l’inizio dello spettacolo. Come ormai succede da qualche anno, è il duo di pianiste francesi Abelard ad aprire il concerto. La band intrattiene il pubblico con esecuzioni particolarmente piene di pathos ed energia allo stesso tempo, di varie hit dei Rammstein. A questo giro mi sono davvero piaciute e sottolineo anche che sono due belle ragazze, il che non dispiace.

Il palco dei Rammstein rimane lo stesso da anni, con una mega struttura pronta a sopportare adeguatamente tutti gli effetti pirotecnici, i fuochi e qualsiasi altra cosa accompagni l’esibizione del combo berlinese. I Rammstein esistono ormai dal 1993 e hanno sempre avuto un bel numero di appassionati anche da noi. Nonostante cantino esclusivamente in tedesco, la maggior parte dei presenti canta le loro canzoni, probabilmente inventandosi nuove parole in simil tedesco.

Sulle note dell’ouverture del Royal Fireworks Music di Handel, la band discende letteralmente dall’alto verso il basso della struttura su un particolare ascensore e lo spettacolo comincia. Una delle novità di questo tour è certamente l’opener “Ramm4“, che non veniva eseguita dal 2019 e che comprende citazioni a parole ripetute spesso dalla band, quali “Rammstein” e “Nein”. Già il livello di effetti speciali è alto, ma nulla è al confronto rispetto a quello riservato a classici della band quali “1, 2, 3 Links” con tutti che marciano a ritmo, “Keine Lust” o all’altro superclassico “Sehnsucht”.

Un altro momento davvero adrenalitico è stato quello caratterizzato dall’esecuzione di “Mein Herz brennt” e da “Puppe“, dove è stata sparata una quantità incredibile di coriandoli neri. Una bella sorpresa è stata anche l’esecuzione di “Wiener Blut“, che non veniva eseguita dal 2013 e che è stata accolta trionfalmente dalla maggior parte dei presenti. La band non lascia tregua apparentemente fino a “Zeit“, tratta dall’ultimo omonimo album che ormai risale a qualche anno fa ed è una canzone cantata all’unisono dal pubblico.

Deutschland” viene eseguita in versione remix dal chitarrista fondatore Richard Z. Kruspe e poi ripresa in versione originale, scatenando letteralmente l’inferno (nel vero senso del caldo) sulla RCF Arena. È arrivato poi il momento più tosto di tutto il concerto con “Radio“, “Mein Teil“, “Du Hast” e “Sonne” e si è andati letteralmente a fuoco, senza alcuna possibile via di fuga. Ovviamente è una parafrasi, visto che le misure di sicurezza in un concerto di tale genere e portata eccellono.

Breve pausa e la band appare con le Abelard in un palchetto vicino all’Orange Zone e al mixer, dove eseguono un’intensa versione piano di “Engel“. La band ritorna sul palco con i gommoni, passando letteralmente sulla folla. Il momento di tranquillità è finito in un attimo, visto che vengono eseguite “Ausländer” e “Du riechst so gut“. Dopo l’esclusione della controversa “Pussy” nella scorsa data di Padova, ecco il suo fantastico ritorno con Till che cavalca una struttura a forma di pene gigante e che spara schiuma a tutto andare. “You’ve got a pussy, I have a dick, so what’s the problem. Let’s do it, quick“.

Il concerto si è poi avviato verso la sua naturale conclusione con l’esecuzione di “Rammstein” e con una terrificante (per intensità e potenza) esecuzione di “Ich Will“. Sulle note di “Adieu“, la band si è congedata dal suo pubblico, visibilmente soddisfatta dell’accoglienza. La band non ha fatto grandi discorsi, ma ogni tanto Till ha incitato il pubblico e li ha caricati, chiedendo anche ad un certo punto “Su le mani” e tutti le hanno alzate a ritmo. Uno show dei Rammstein, se ci si definisce amanti del rock, va visto almeno una volta nella vita. Davvero soldi ben spesi.

Brebbia Mauro.

1. Ramm 4
2. Links 2 3 4
3. Keine Lust
4. Sehnsucht
5. Asche zu Asche
6. Mein Herz brennt
7. Puppe
8. Wiener Blut
9. Zeit
10. Deutschland
11. Radio
12. Mein Teil
13. Du hast
14. Sonne

Encore:
15. Engel (con Abelar)
16. Ausländer
17. Du riechst so gut
18. Pussy
19. Ich will

Encore 2:
20. Rammstein
21. Adieu

Mauro Brebbia
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