Finalmente dopo averli persi per ben due volte negli anni scorsi (con tanto di biglietti conservati e non rimborsati), ieri 12 luglio 2022 sono riuscito a vedermi finalmente dal vivo i pirotecnici Rammstein.
Pirotecnico è una parola anche forse restrittiva per loro. Di certo uno show così, bisogna vederlo almeno una volta nella vita, per poter dire che sono sicuramente lo show a livello di effetti, palco e tutto, migliore di tutti. La location scelta è stata quello dello Stadio Olimpico Grande Torino a Torino.
Purtroppo, il mio entusiasmo per poter partecipare a questo concerto, si trasforma ben presto in una serie di imprecazioni continue, quando devo trovare un maledetto parcheggio. Poche indicazioni e soprattutto l’assenza di un parcheggio al chiuso, mi hanno fatto andare un attimino in ansia.
Fortunatamente, dopo aver trovato parcheggio in extremis, entro allo stadio, dopo rapidi ed efficaci controlli di rito. In questo caso, i miei complimenti per gli stewards dell’evento, davvero efficienti e veloci nel fare entrare le persone.

Riesco a prendere posto in tribuna Ovest, proprio pochi minuti prima dell’inizio del Duo Abélard, che rivisitano con piano ed in acustico alcuni successi della band. Una scelta inusuale come supporters, che probabilmente dovrebbe scaldare un po’ in attesa di Till e co. Personalmente, dopo due canzoni non ne potevo più e continuavo ad ammirare l’imponenza del palco, davvero impressionante e delle varie torri poste al centro dello stadio.

Per i Rammstein, non ci sono casse e strumentazione in evidenza, ma solo imponenti strutture ,pronte letteralmente a sfidare le fiamme, il calore e l’esplosione del loro micidiale sound, difficilmente inimitabile. Uno show grandioso, in certi frangenti pure tamarro e kitsch, ma che lascerà ogni presente, soddisfatto. La band è un’autentica macchina da guerra e non sbaglia un colpo anche a Torino.
Dopo tre anni d’attesa (biglietti usciti nel 2019 per data del 2020 e successivo spostamento prima al 2021 e poi al 2022 per Covid-19), finalmente tutti siamo pronti ad essere schiavi (viste le note preferenze sadomaso della band) del loro sound e delle loro trovate.

Tra una ola e l’altra prima di loro, finalmente le note di “Music for the Royal Fireworks”, di George Frideric Handel si diffondono dall’impianto audio. Colonne di fumo nero denso si propagano dal palco e dalle torri, dopo che a centro del palco è apparso il riconoscibilissimo logo della band accompagnato dalla bandiera italiana, come omaggio al nostro Paese. Nessuno o quasi venti anni fa, avrebbe scommesso su una band industrial che canta in tedesco, con tematiche a volte scottanti, a volte decisamente esplicite sessualmente. Tale band fa sold-out ovunque e ogni volta si diventa matti.

Doktor Flake fa il suo ingresso sul palco e comincia a suonare le sue tastiere sul tapis roulant.
Till Lindemann, appare di nero vestito al centro del palco e si conferma un’icona. Il suo caratteristico ed inconfondibile scatenamento sul palco, alzando il pugno sul ritmo della batteria di Christoph “Zoom” Schneider ed è un tripudio.

Il pezzo scelto per mettere letteralmente a fuoco e fiamme lo Stadio Olimpico/Grande Torino è “Armee der Tristen”, tratto dall’ultimo e assai recente lavoro della band “Zeit“. In un precedente concerto in Scozia, il loro sound è arrivato ben a quindici chilometri di distanza, preoccupando parecchi. Molti residenti di stadi vicini alle precedenti date, si sono allarmati per le colonne di fumo denso e fuochi ,che arrivavano dalle locations. Mi chiedo cosa si saranno detti i residenti nell’arco di vari chilometri, ieri sera a Torino. Di certo, le fiammate arrivavano nitide e potenti fino in tribuna e posso solo immaginare il calore che si sono beccati quelli giù nel Pit (prato). Anche l’odore che il fumo nero sprigionava, era davvero potente.

 

Lo show è stata una dimostrazione di potenza della band e ha fatto ballare e scapocciare tutti.
Sia che siano state le note di “Sehnsucht” o “Links 2-3-4” o “Ich will“, ognuno ha avuto ciò che si meritava: uno show indimenticabile. Molti dei loro pezzi richiedono una scenografia unica. Ad esempio su “Puppe“, è apparsa una carrozzina gigantesca che ha preso fuoco.

 

Su “Engel“, la band si è esibita su un palchetto a centro stadio insieme al Duo Abélard. La canzone è stata eseguita in acustico e tutti poi sono tornati sul palco a bordo di gommoni. Un omaggio sentito a tutte le persone che viaggiano in gommone per raggiungere in Italia e sono costretti a condizioni oscene nel viaggio e spesso muoiono. Infatti quando i gommoni arrivano sul palco, la gag continua con il cartello “Wilkommen“.

Non posso anche non citare “Mein Teil“, nella quale il carnefice Till Lindemann fa letteralmente arrosto Doktor Flake. “Pussy” è una canzone che possono cantare solo loro.

“Tu hai una figa, io ho un cazzo, cosa aspettiamo, facciamolo subito”

Fosse così facile, caro Till. Poi Till a cavallo di un enorme pene meccanico, “annaffia” la folla con la schiuma (non altro n.d.a) tutti i presenti del prato. Il muro sonoro di “Du Hast” fa tremare letteralmente tutto e lo show poi si concluderà con un trittico d’eccezione, “Rammstein”, “Ich will” ed “Adieu“.

Da sottolineare anche, durante la pausa, l’inquadratura sul pubblico dai megaschermi con alcune fans che hanno mostrato le tette a tutti. Ad un certo punto della serata, proprio dietro lo stadio, la Luna si è alzata e sembrava coreografia della band. Till ha anche detto di “alzare le mani” in italiano, durante lo show e alla fine ha ringraziato tutti insieme alla band.

Lo show si è chiuso in maniera inusuale con vari pezzi della band, sparati a tutto volume dall’incredibile impianto sonoro della band. Che dire, lo show più spettacolare che abbia mai visto e sicuramente il più tamarro.

Mauro Brebbia.

Setlist
1. Armee der Tristen
2. Zick Zack
3. Links 2-3-4
4. Sehnsucht
5. Zeig dich
6. Mein Herz brennt
7. Puppe
8. Heirate mich
9. Zeit
10. Deutschland
11. Radio
12. Mein Teil
13. Du hast
14. Sonne
15. Engel
16. Ausländer
17. Du riechst so gut
18. Pussy

19. Rammstein
20. Ich will
21. Adieu

Mauro Brebbia
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