I Remedy sono un gruppo rock formato a Stoccolma, Svezia, nel 2022 da Roland ‘Rolli’ Forsman. Il loro primo album, “Something That Your Eyes Won’t See” è uscito per S-Rock Music circa un anno fa. Abbiamo parlato con il fondatore della formazione.
Potresti fare una breve introduzione su chi sei e sulla tua band?
Ciao a tutti mi chiamo Roland, tutti mi chiamano Rolli e sono il chitarrista freelance che ha formato la band durante il Covid. In quel periodo ho perso tutti i miei lavori come chitarrista, così ho iniziato a scrivere musica e a registrarla fondando il gruppo chiamato Remedy. Siamo riusciti ad ottenere l’interesse di alcune etichette discografiche e abbiamo pubblicato il nostro album di debutto nello stesso anno.
Qual è stata la spinta che ti ha portato a formare la band?
Avevo appena perso il mio lavoro. E’ stato piuttosto difficile mantenere viva la mia passione per la musica, specialmente quando inizi a perdere tutto. Così scrivere canzoni è stato l’unico modo per superarlo, avevo bisogno di ritrovare la mia passione e questo è stato il punto di svolta. Ho lavorato nel mondo del pop e sono stato direttore musicale per diversi artisti pop qui in Svezia. Ho sempre lavorato per gli altri, ma questo progetto è la prima cosa che ho fatto davvero per me stesso.
Quando ho scritto le prime canzoni, mi sono sentito come se fossi tornato a qualcosa che conoscevo bene, la musica rock, perché era il tipo di musica che ascoltavo quando sono cresciuto. In tutta la mia vita si è parlato di carriera, soldi e così via, ma Remedy era qualcosa di totalmente diverso. Si trattava di fare la musica che amo e di mantenere il suo stile musicale, volevo dare il meglio in ogni canzone, in ogni produzione e gestirla con cura.
Quindi è stato il tuo primo progetto?
Esatto. Mi sono trasferito in Svezia 15 anni fa e ho avuto una carriera completamente diversa. Ho sempre suonato la musica di altre persone, facendo spettacoli televisivi e tournée, ma questa è la mia prima vera band e questo è il tipo di musica che amo, e sono davvero entusiasto di avere i Remedy.
Durante la produzione dell’album, hai mai avuto qualche disaccordo con gli altri membri o siete sempre riusciti a trovare un punto d’incontro?
No, non abbiamo mai avuto problemi. Ho scritto le canzoni prima di avere la band. Ho un buon amico che è un cantautore con cui ho scritto alcune buone canzoni. Io sono della vecchia scuola mentre lui è più moderno, e siamo sempre riusciti a trovare un modo per mescolare queste differenze assieme. Mi affido molto a lui, quindi se mi suggerisce di cambiare o aggiornare qualcosa, lo faccio. Con la band non c’è alcun problema, hanno fiducia in me e ho alcuni amici con cui posso collaborare. Ho suonato per amici e parenti e ho sempre avuto un riscontro. Ma sono sempre io.
Qual è l’origine del nome della band?
Remedy significa cura. Se ti ammali, prendi una cura che è il rimedio per il tuo malore. Mi trovavo in una situazione difficile, avevo perso tutti i miei lavori, quindi la band è stata ed è tutt’ora il mio rimedio. Tra l’altro il nome di mio figlio è Remmy, che è un po’ simile alla parola remedy, quindi per me è anche un divertente gioco di nomi.
Ho visto che siete stati in tour quest’estate, avete in programma di farne altri?
Questo è stato il nostro primo anno come band e abbiamo suonato con gli Akida, che sono una grande rock band scandinava. Ci siamo esibiti in locali enormi ed è stato fantastico avere l’opportunità di fare un tour assieme a loro. Ora ho ripreso a scrivere musica, infatti prima dell’intervista ero nel mio studio a scrivere qualcosa. Ora sono nella modalità che mi spinge a scrivere e mettere insieme nuove canzoni per il nuovo album, quindi al momento non abbiamo intenzione di esibirci dal vivo.
Abbiamo altre cose da completare per poter tornare in tour. Ma abbiamo in programma di uscire, vogliamo suonare in Italia e nel resto del mondo, perché la nostra è una band che ha bisogno di esibirsi. In inverno suoneremo un po’ in Svezia e spero la prossima primavera e il prossimo anno di suonare in Europa.
Vi auguro buona fortuna! Qual è il tema principale del testo che stavi scrivendo?
In questo momento sto scrivendo della vita, e di qualcosa che è importante per me. La musica è ancora una volta un rimedio e per me ora scrivere serve soprattutto a tirare fuori i miei sentimenti, perché è come una terapia.
Qual è stata la tua canzone preferita da scrivere e perché?
Nel primo album mi è piaciuto molto come è venuto fuori Thunder in the Dark. L’ho scritta quando ero in tour con il batterista del gruppo Dynasty, e Andrea Spasmark dei Royal Hunt e Wet, mentre eravamo in tour insieme.
Infatti ho scritto quella canzone nel tour bus. Andrea, il bassista dei Royal Hunt guidava molto lentamente, e questo mi ha dato il tempo neccessario per scrivere. Una volta tornato a casa dal tour mi sono seduto nel mio studio e ho messo insieme le idee, ottenendo un ottimo risultato. Mi piacciono i gruppi come i Survivor e questa canzone ha uno stile simile al loro.
A questo proposito, quali sono le band che hanno ispirato in qualche modo la tua musica?
Vivo in Scandinavia dove abbiamo un’ampia gamma di band come gli Europe, che mi ha ispirato. Pure Bon Jovi, Scorpions e Survivor, e i gruppi del rock classico degli anni ’80 hanno influenzato la mia musica. Ma mi piacciono anche i Black Sabbath, quindi il prossimo album avrà un taglio un po’ più pesante.
Dove vorreste suonare di più?
Abbiamo bisogno di spingere oltre, e ci piacerebbe esibirci in Europa, ma abbiamo bisogno di creare una fanbase e di farci vedere dalla gente, perché credo che siamo una buona band dal vivo. Dobbiamo farci conoscere di più attraverso i social su youtube perché queste cose sono importanti oggi.
Quindi state usando i social media per promuovervi. Cosa usate di più?
Usiamo di più facebook, ma abbiamo anche tik tok, instagram e ovviamente youtube. Potete trovarci sui social col nome RemedyMusicSweden.
Oggi la musica rock non è più popolare come un tempo, secondo voi riuscirete ad emergere nonostante questo?
Nelle serie come Stranger Things e Cobra Kai si sente molta musica rock. E a volte lo si sente anche nelle radio più ascoltate, quindi credo che il genere stia iniziando a tornare. Nel mio paese d’origine è più popolare, in Finlandia infatti suonano più musica rock. Spero che la situazione cambi in Svezia e nel resto del mondo.
Quando hai iniziato ad avvicinarti alla musica?
Quando ho sentito la chitarra elettrica. Ero un bambino e mi chiedevo: “Cos’è questo strumento? Qualunque cosa sia, devo impararla!” In quel periodo la musica rock era molto diffusa in Scandinavia.
Hai imparato da solo o hai preso lezioni?
All’inizio mio padre e mio nonno sapevano suonare qualcosa e mi hanno insegnato alcune cose basilari che conoscevano. Sono cresciuto in campagna, nella foresta del Nord della Finlandia ed era abbastanza impossibile trovare un insegnante di chitarra. Ma in qualche modo sono riuscito a trovarne uno che teneva un corso di chitarra a un intero gruppo di persone che voleva imparare a suonare.
In seguito i miei genitori hanno notato suonare la chitarra mi prendeva molto, così hanno deciso di di darmi lezioni private uno a uno. In seguito mi sono laureato in musica. E’ stata dura cominciare perché vivevo in un piccolo villaggio, prima di internet, ed era impossibile cercare su YouTube o altro, ma avevo una passione per la chitarra e non l’ho lasciata scivolare via.
Quando pensi che la musica abbia iniziato a essere una cosa seria nella tua carriera?
A 13 anni ho incontrato il mio amico, Dennis che aveva un grande talento, cantava e suonava la chitarra come nessun altro. Ha vinto un sacco di concorsi, ed era molto più bravo di me. Ho avuto il privilegio di conoscerlo nel periodo in cui ho iniziato le mie lezioni di chitarra perché eravamo nella stessa classe, e abbiamo fondato una band blues. Era così bravo in tutto che abbiamo fatto un sacco di concerti, circa 15-16 concerti all’anno.
E’ stata una grande scuola per me. A 15 anni avevo un sacco di soldi perché suonavo sempre durante il fine settimana. Tutti i miei amici erano sempre fuori a bere birra, io invece ero sempre a suonare sul palco e venivo pagato per questo. È stato allora che ho capito: “Ok, puoi fare carriera nella musica.” Ma il mio percorso ha iniziato a prendere forma quando ho sentito la chitarra elettrica. Non ha niente a che fare con i soldi.
La tua famiglia ti ha sempre supportato?
Mia madre e mio padre sono stati fantastici. Mi accompagnavano a tutte le lezioni di chitarra, mi aspettavano in macchina e poi mi riportavano a casa. Quando ho iniziato a suonare con il mio amico Dennis, mi hanno accompagnato in tutti i posti in cui avevamo un concerto. Senza i miei genitori non avrei fatto questo lavoro. Hanno avuto un impatto enorme e mi hanno sostenuto al 100% in tutto. Sono i miei più grandi fan.
Eri nervoso la prima volta che sei salito sul palco?
Certo, all’inizio devi imparare a stare sul palco, e per alcune persone è un problema. In alcuni periodi della vita sono stato nervoso, ma credo sia una cosa positiva, perché in quel momento sono al limite. Se sai bene qualcosa, puoi perdere la tua performance, se sai cosa stai facendo, la tua performance aumenta. Mi sento a casa sul palco, è qualcosa che amo fare. Suonare con remedy in grandi sale è stato fantastico. Non ero nervoso, mi godevo ogni singolo secondo.
Qual è la cosa di cui sei più orgoglioso del tuo album?
Averlo terminato ah ah! È stato un lungo lavoro. Dovevo scrivere 10 canzoni che mi piacevano, metterle a posto, sistemarle, registrare, mixare tutto, e fare l’artwork. Sono stato coinvolto in tutti i dettagli e terminarlo è stato una grande soddisfazione. Quando era pronto non riuscivo a crederci. Mi sono preso tre mesi per rilassarmi e per non scrivere nulla, perché avevo bisogno di ricaricare le batterie. Ma ora sono tornato in attività, e sono in arrivo nuove canzoni.
L’intervista sta volgendo al termine, vorresti anticiparci qualcosa sulle prossime uscite?
Abbiamo un nuovo video in arrivo, ed è il video musicale Living On The Edge che uscirà il 9 ottobre.
Comments are closed.