2023 – Low Country Sound/Atlantic

A distanza di soli quattro mesi dal precedente “Darkfighter“, tornano sul mercato discografico i Rival Sons. “Lightbringer” è il loro settimo album ed è stato registrato nelle stesse sessioni di “Darkfighter”. La band di Jay Buchanan – non c’è bisogno di dirlo – fa centro anche con questo lavoro.

Proprio la canzone “Darkfighter“, omonima del cd precedente, dà inizio alle danze. Nove minuti di assoluta libidine e con vari cambi di tempo,per una canzone non etichettabile in nessun genere. Passaggi country,progressive rock, gospel e blueseggianti per un risultato altamente esplosivo e che ti lascerà subito a bocca aperta.  Poche ban che hanno le loro radici ben salde nei Seventies, sono così credibili come la band americana, ormai attiva da una decina d’anni. Dai ruoli di supporters per nomi prestigiosi, si sono man mano conquistati un ruolo di primordine, conquistando davvero un’orda di fedeli fans. La cosa che salta subito all’orecchio di questo piccolo grande capolavoro chiamato “Darkfighter” è l’assoluta coesione di ogni membro della band. Una band che suona ad occhi chiusi e alla perfezione e che ti regala emozioni con qualsiasi(o quasi) canzone che proponga.

La ritmata “Mercy” è dominata da un groove, che non ti lascia assolutamente scampo, dalle rullate del batterista Mike Miley e dai riffoni classici del chitarrista Scott Holliday. Cosa sia capace di fare Jay Buchanan, non c’è manco bisogno di scriverlo. Dal vivo, sono appena passati da Milano e purtroppo per lavoro, me li sono persi. Spero – ma ne sono quasi certo – che nel 2024 ,possano tornare di nuovo dalle nostre parti a cullarci con le loro magiche note.

Con “Redemption“, invece abbiamo il primo momento di calma apparente. Una ballad da brividi, che ti porta in un mondo parallelo dove pace e tranquillità regnano per quasi cinque minuti. Un ritornello assai potente è l’altra caratteristica vincente di questo brano.

I giri nel motore tornano ad aumentare ,con la successiva “Street Life“. Un brano che sicuramente deve qualcosa a Bad Company e paga omaggio velato ad artisti leggendari blues quali Solomon Burke,Alvin Lee , Buddy Guy e via dicendo. In questo brano, c’è secondo me anche l’assolo più bello di Scott Holliday e c’è pure una prestazione al limite dell’irreale di Jay Buchanan, che va a prendere davvero noti difficilissime da interpretare dignitosamente.

Before the Dire” è invece una canzone d’atmosfera, dove un bel intro strumentale e assai lungo, la fa da protagonista, fino al duello senza vincitori né vinti tra i vari strumentisti. Menzione d’onore anche per il bassista David Baste, che con il suo basso bello carico, domina tutto il brano. Brano che ci trasmette coraggio e voglia di andare avanti e rialzarsi, nonostante le avversità.
Le tastiere del loro storico turnista Todd Ögren-Brooks  , completano il risultato, innanzandolo a capolavoro totale.

Chiude il lavoro e ci lascia intatta la voglia di sentirli sempre, la conclusiva “Mosaic“, power ballad da brivido e da cantare fino all’ultima nota a squarciagola.

La band si conferma alla grande con questo suo settimo lavoro e ben poche band in circolazione possono lontanamente competerci per qualità e bravura.

Mauro Brebbia.

Tracklist
01. Darkfighter
02. Mercy
03. Redemption
04. Sweet Life
05. Before The Fire
06. Mosaic

Band
Jay Buchanan – voce
Scott Holiday – chitarra
David Baste – basso
Mike Miley – batteria

 

 

Mauro Brebbia
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