Con piacere riesco a scambiare quattro chiacchiere con Francesco Gambarini, chitarrista e cofondatore degli SHIVER DOWN, assieme a Tomas Valentini bassista degli Skanners, band giunta al debut discografico, THE VOID SUPREME (leggi qui la recensione), lo scorso aprile 2024. Idee molto chiare, passione e professionalità…
Innanzi tutto benvenuti sulle pagine di Long Live Rock’n’Roll. E’ un piacere potervi ospitare…
Grazie, il piacere è tutto nostro
Shiver Down, un progetto nato da Tomas Valentini e Francesco Gambarini. Tomas lo conosciamo
già poichè bassista degli Skanners. Mi sembra doveroso parlare della nascita della band, dei primi
passi, delle ispirazioni e poi parleremo anche dell’album THE VOID SUPREME. Me ne parli?
Il progetto è nato da un’idea di me e Tomas, idea sulla quale abbiamo iniziato a lavorare in piena
quarantena nel 2020 assieme ad Al Pia (l’altro chitarrista). Agli inizi non esisteva ancora una formazione completa, quindi abbiamo cercato di porre le basi suonando quello che ci andava di suonare, basandoci sulle nostre esperienze e sui nostri generi preferiti. Questo per quanto riguarda la
stesura dei primi brani.
Successivamente, l’arrivo degli altri membri ci ha permesso di definire meglio il nostro sound, con
l’integrazione di nuove influenze e nuove idee.
THE VOID SUPREME è nato così: la nostra idea iniziale di musica arricchita dall’esperienza e dal talento dei nostri compagni. Le fonti di ispirazione quindi sono tante, andiamo dalle preferenze musicali individuali alle esperienze personali del nostro vissuto. Le aspirazioni al momento sono fare
buona musica, portarla in live attraverso un bello spettacolo e arrivare a più persone possibile
Subito mi piacerebbe sentire qualcosa a proposito dei componenti, i ruoli nella band e le varie
passioni musicali.
Siamo tutti musicisti che hanno suonato in diverse band prima di trovarsi insieme negli Shiver
Down.
Abbiamo due chitarristi (io e Al), Tomas ovviamente al basso e voce, Federico alla voce scream e
Gabriele alla batteria. Le influenze musicali sono tantissime perché ognuno di noi ascolta tanti generi,
anche al di fuori del metal.
Alternanza di voci, una un po’ più chiara e una decisamente più ‘violenta’. Il loro alternarsi è parte
dell’elemento determinato dalla riflessione, rabbia, paura della mente umana? o c’è altro, solo
un elemento stilistico?
Come il suono, anche la voce serve a manifestare un certo tipo di concetto o emozione. L’alternanza delle due voci ci consente di avere sempre la possibilità di scegliere come dire quello che
vogliamo dire. Non si tratta quindi di una scelta prettamente stilistica, è più che altro una scelta di
linguaggio. Dico sempre che l’aspetto più bello e interessante della musica è che è il sistema migliore
in assoluto per descrivere un certo stato d’animo o una determinata emozione.
Come la scelta di un determinato tipo di suono, anche la scelta di un tipo di cantato piuttosto che di
un altro ci aiuta a trovare il modo migliore per “mandare il messaggio”. Non c’è quindi una regola
dietro, valutiamo di volta in volta come fare.
THE VOID SUPREME molto potente, ‘ben suonato con un songwriting di spessore’ (come ho
riportato nella recensione all’album). Da quanto tempo c’era in cantiere l’idea di incidere questo
album e come è avvenuto tutto il suo processo?
Ti ringrazio! L’idea di registrare l’album è nata nel momento stesso in cui è nato il progetto. Il disco
era il primo step sulla nostra “tabella di marcia”: non volevamo presentare la band al pubblico prima
di avere un album pronto.
La produzione dell’album è avvenuta presso il mio studio di registrazione, il Black Alley Studio di
Verona. Abbiamo deciso di registrare la batteria presso lo studio Sotto il Mare (sempre in provincia
di Verona) per diversi motivi, mentre tutto il resto è stato registrato nel mio studio dove poi mi sono
occupato anche di mixaggio e mastering.
Devo dire che il processo di produzione è stato intenso e stimolante. Eravamo tutti d’accordo sul
suono da ricercare: volevamo un disco che suonasse “grosso” e costoso, ma allo stesso tempo
volevamo stare lontani dal sound eccessivamente ripulito, “plasticoso” e finto che va di moda adesso
nel metal. Per noi è importante che i suoni siano naturali e belli da ascoltare. Credo che l’obiettivo
sia stato raggiunto, siamo tutti molto soddisfatti del risultato.
Chiedevo prima a proposito dell’alternanza tra voci chiare e più urlate, passatemi il tema. Da
dove nasce l’idea di esplorare il viaggio all’interno “dell’orrore e della disperazione”…
Orrore e disperazione in realtà sono cose solo in parte connesse al nostro modo di fare musica,
ma capisco cosa intendi. Detto in modo semplice, The Void Supreme vuole essere un viaggio all’interno di noi stessi, un viaggio per affrontare e comprendere le nostre emozioni più profonde.
La musica per me (e anche per i miei compagni di band) ha sempre avuto una funzione catartica:
comporre un brano su un tema difficile aiuta non solo ad esorcizzare emozioni negative, ma anche
a comprenderle meglio e di conseguenza comprendere meglio noi stessi. Quindi il nostro non è un
invito a disperarsi, ma ad affrontare le proprie emozioni sapendo di non essere soli. Il dolore fa
parte della vita, ma la disperazione che ne deriva è solo momentanea. Poi si va avanti e si impara
a conviverci, al suo posto rimane solo uno spazio vuoto.
E’ un album potente ovviamente nella parte musicale che riesce molto ad esprimere questo senso
di oscura disperazione. E’ stato difficile unire, associare e bilanciare il significato dei vari brani
con la parte musicale?
Premesso che scrivere brani di spessore non è mai facile, il bilanciamento tra i vari elementi è
probabilmente la parte più divertente e stimolante, e anche quella che scorre meglio. L’importante
è essere coerenti, scrivere musica perché si ha il bisogno di farlo e possibilmente trovando il modo
di essere interessanti, poi il resto si bilancia per forza di cose.
Ma la continua disperazione dove conduce?
Non saprei dirtelo, per fortuna la disperazione continua non fa parte del mio modo di essere. Sicuramente però non può portare a niente di buono.
Ma Shiver Down è solo un progetto o qualcosa di più? C’è possibilità di riuscire a portare dal
vivo un lavoro del genere?
Gli Shiver Down sono una band a tutti gli effetti, non solo un progetto da studio. Abbiamo già iniziato
a fare live e continueremo a farne.
E l’atavica difficoltà di suonare che c’è sempre stata in Italia è ancora presente?
La difficoltà a suonare in Italia (per quella che è la mia esperienza personale) è un fenomeno recente,
perché quando ho iniziato a suonare 13/14 anni fa era molto più semplice per chiunque
proporsi e trovare concerti. Oggi invece è diventato fondamentale lavorare con qualcuno che conosce
l’ambiente e sa come muoversi. Inoltre è diventato essenziale proporre qualcosa di interessante
e presentarsi in live preparatissimi, con ottimi suoni e ottime performance.
Questo perché il livello tecnico tra i musicisti (soprattutto nel metal) si è alzato moltissimo negli ultimi anni. Ricordo che anni fa la maggior parte dei batteristi metal in Italia non era in grado di suonare con precisione la doppia cassa, oggi invece certe cose iniziano ad essere ben consolidate. È anche molto importante imparare a relazionarsi nel modo giusto con chi collabora con la band, altrimenti tutto il resto non conta.
Ci sono molte band che trascurano alcuni degli aspetti che ho citato, e queste faranno sicuramente
più fatica a trovare ingaggi. Anche perché la scena è satura e non è facile distinguersi.
L’album è uscito qualche mese fa, ad aprile per l’esattezza. Che ne pensate a mente fredda?…
oddio con il caldo torrido di questo periodo, il termine freddo non riesco a metterlo a FUOCO!!!
Personalmente continuo ad essere molto soddisfatto del risultato ottenuto, e so che anche gli altri
sono contenti. Siamo riusciti creare l’atmosfera che avevamo in mente, senza compromessi e senza
nasconderci nulla a vicenda: tutte le opinioni di ogni membro venivano ascoltate e utilizzate per
migliorare la qualità del lavoro, e questo metodo si è rivelato vincente. Il disco è anche servito a
farci capire bene come lavorare per il prossimo, e come preparare i suoni da postare in live.
La solita domanda… il brano che in questo momento sembra essere quello più rappresentativo
per te/voi? riascoltando l’album rimango più colpito da DEAD SILENCE…
Penso che la risposta potrebbe essere diversa per ogni membro della band, personalmente farei
molta fatica a scegliere un brano in particolare perché penso che ogni pezzo dell’album abbia il
suo peso e il suo ruolo. Ogni brano ha sfaccettature diverse e porta il suo contributo all’album.
Ma in che modo potremmo etichettare o definire il percorso stilistico della band? A me non piace
‘affibbiare’ un’etichetta perchè credo che sia sembra abbastanza riduttivo, ecco perchè, anche in
questo caso chiedo a te/voi…
Diciamo che non è facile porre un’etichetta su quello che suoniamo, perché le influenze sono tante
e arrivano anche al di fuori del metal.
Quando qualcuno mi chiede che genere suoniamo, rispondo sempre dicendo semplicemente che
siamo una band melodic death metal, che secondo me rimane il modo migliore per riassumere
quello che facciamo. È vero che esiste una componente gothic, ma è quasi sempre in secondo
piano rispetto al resto.
Cosa prevede il futuro per Shiver Down?
I piani per l’immediato futuro sono continuare con i live suonando il più possibile, e poi ovviamente produrre il secondo album
E adesso vorresti concludere voi questa piccola chiacchierata? Salutando i lettori di Long Live
Rock’n’Roll, e magari aggiungendo qualcosa che per voi è importante e che io non ho messo in
evidenza a proposito della band e dell’album?
Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro, vogliamo lasciare che gli ascoltatori facciano il proprio
viaggio personale ascoltando la nostra musica e spero di aver invogliato qualcuno a farlo con
questa chiacchierata!
Grazie a tutti i lettori di Long Live Rock’n’roll che hanno scelto di dedicarci il loro tempo!
Grazie mille per il lavoro che ci avete proposto e per lo sforzo artistico, ce n’è bisogno e grazie
per il tempo che ci avete dedicato. Un forte in bocca al lupo a voi tutti…
Ti ringrazio di nuovo! A presto
www.instagram.com/shiverdownofficial
www.facebook.com/shiverdownofficial
Comments are closed.