Serata dedicata sfumature del thrash in quel di Paderno Dugnano, dove i nostrani Toxic Youth si uniscono ai già da tempo annunciati maestri del thrash-hardcore Siberian Meat Grinder.
La serata non è delle più gremite, ma in parecchi sono già in attesa, ancor prima dell’apertura dei cancelli.
TOXIC YOUTH
Aprono le danze i Toxic Youth: carichissimi, irriverenti e dinamici come schegge sul palco.
Il tempo a loro disposizione non è moltissimo, ma basta a soddisfare i fan presenti (forse più in hype per loro, che per gli headliner), e chi, come me, li vede dal vivo per la prima volta.
Proprio il tempo sembra non sia mai passato per questa band che, seppur attiva dagli anni ’90, è maturata e cresciuta, conservando intatta la propria energia.
I brani sono svariati, e tratti da quasi tutto il loro repertorio. Non mancano birre lanciate a presenti, poghi occasionali, ed entuasiasmo che infiamma le prime file.
Una performance brillante, che si conclude (con il non poco dispiacere dei presenti) su “Fascist Pig“, per lasciare spazio ai Siberian Meat Grinder.
Setlist:
Intro-Do it Again
Walking Free
Toxic Airlines
Burn Yoir Mind
Double Ice Cream
Nothing
Milano
Libera la Mente
VFF
Children
Be a Man
The Answer
Do It
Fascist Pig
SIBERIAN MEAT GRINDER
Un breve cambio palco, il backdrop di “Join the Bear Cult“, ed è subito il momento, da me tanto atteso, dei Siberian Meat Grinder.
Serata sfortunata per la band russa, che a causa di un improvviao problema di salute del batterista, si vede costretta ad utilizzare delle backing tracks: “Non lo abbiamo mai fatto, ma questa sera ci proviamo insieme a voi“.
La band, ancora in tour con il suo ultimo album, “Join the Bear Cult” (2022), non li lascia scoraggiare dai pochi (purtroppo) presenti, e parte a raffica con un set di circa 45 minuti, inserendo in setlist anche qualche “grande classico” tratto dai precedenti “Metal Bear Stomp” ed “Hail to the Tzar“.
I SBM non sono nuovi allo Slaughter Club, dove erano già approdati un anno e mezzo fa, in occasione del tour con i Napalm Death.
Sebbene la formazione originale sia notevolmente cambiata (potremmo dire che, attualmente, sono quasi più i componenti italiani, che quelli russi), la loro formula, semplice, ma efficace, è rimasta invariata: potenti riff thrash si accostano a passaggi ed attitudine hardcore, con l’aggiunta di costumi e teatralità sul palco, sempre nel segno del “bear cult”.
Ai classici componenti della band si uniscono infatti comparse che ineggiano al culto dell’orso, dapprima un monaco con tanto di bibbia, e poi Sua Maestà in persona: il Bear Tzar (che, come sempre, non esita ad incitare i presenti ad unirsi in poghi e circle pit).
Sin dalla partenza con “Into the Grinder“, possiamo dire che la mancanza della batteria si percipisce solo visivamente: i riff e gli assoli di chitarra compensano pienamente il vuoto, accompagnadosi perfettamente con la grezza e ruggente voce del frontman, che non esita ad incitare i coraggiosi fan del giovedì sera, che rispondono prontamente con contro-cori ed headbang.
Una setlist forse un po’ troppo breve, ma con vere e proprie “cicche”, che fa davvero piace apprezzare finalmente live (“Still in the Game“, “Immolate the All“, “No Way Back“).
Speriamo dunque di riverli presto, e di rivedere anche Sua Maestà, il Bear Tzar, magari in una venue più grande, con un mega circle pit tutto per loro.
Setlist:
Into the Grinder
Still in the Game
Face the Clan
Bear Cult is Real
Hunt the Still
Arise
Walking Tall
Immolate Them All
Hail to the Tsar
No Way Back
Qui la gallery completa della serata, a cura di Giulia di Nunno.
Comments are closed.