Bologna, domenica sera, due gradi fuori e un pò di traffico a fare da contorno a questa cornice di serata che vede come culmine il concerto dei leggendari Skid Row all’estragon di Bologna. Arrivo, e anche se il clima reale è da surgelamento l’aria pare calda perchè tutti fremono per veder salire sul palco questa band che di storia e strada ne ha fatta e anche tanta, e scommetto che qualcuno si aspettava di veder saltare fuori da qualche parte Sebastian Bach a mo’ di sorpresina di natale, ma ovviamente si trattava solo di un illusione nel cuore di molti fan; tornando con i piedi per terra ci siamo ritrovati davanti ad un Johnny Sollinger che sinceramente, per quanto uno cerchi di non fare il paragone con l’anima che ha contribuito a rendere questo gruppo tanto amato, non convince molto lo schieramento di fan, vecchi e nuovi.

Sta di fatto che alle 21:50 la band attacca con una potente “Big Guns” che scalda il pubblico, qualche minuto di pogo incazzato anche con “New Generation”… ma sono i veri classici della band ad emozionare e ad rievocare personali frammenti di vita come in “18 and life” liscia, pulita e ancora “Monkey Business” eseguita con una carica ed energia elettrizzanti accompagnati dall’assolo di chitarre che suscitano un brivido lungo la schiena… Il concerto prosegue pezzo dopo pezzo, a mio personalissimo parere Sollinger probabilmente era stremato dal tour poichè il livello di coinvolgimento tra pubblico e band era scarsa o comunque poco energica, fatta eccezione quando è stato il turno di “I Remember You” canzone che, praticamente, abbiamo cantato noi pubblico fremente tra acuti imbarazzanti e anche un po’ tristi. Una vera chicca la cover dei Ramones, “Psycho Therapy”, e non lo dico solo per via dell’amore infinito che provo nei confronti dei 4 punkrockers, una cover fatta come si deve con la giusta dose tra l’originale scanzonato punk e una nuova definzione punk glam. Si va verso la fine quando è l’ora di “Slave To The Grind”, che sembra durare pochissimo non si sa il perchè… e infine, non si poteva concludere diversamente, “Youth Gone Wild” e detto fatto il pubblico apprezza e si trasforma in quella gioventùselvaggia di cui Bolan e Sabo parlavano nel (non troppo) lontano 1989…

vecchi tempi che rimangono impressi e marchiati a fuoco nella pelle e nel cuore, è la passione. La passione che alimenta ancora questa band e i suoi fan.

Setlist:
Big Guns – New Generation – Mudkicker – Piece of Me – 18 and Life – Thick Is the Skin – Makin’ a Mess – Monkey Business – Sweet Little Sister – Psycho Therapy (Ramones cover) – I Remember  You – Ghost – Slave to the Grind – Youth Gone Wild

 

 

Avatar
Author

Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

Write A Comment