Sono contento di fare la conoscenza di quattro musicisti autentici che insieme hanno dato vita ai SOLAR MANTRA, band che muove il proprio percorso artistico all’interno di un genere musicale molto amato e apprezzato, lo stoner rock e che ha portato alla realizzazione di un EP nel 2018, Solar Matra, e di Full Lenght nel 2021, AWAY. Ma definire solo stoner sarebbe davvero riduttivo. Quindi Tommaso Santillo, voce, Francesco Carretti, chitarra, Carlo Loffredo, basso e Simone Bianchini, batteria ci parlano di della loro musica e delle loro esperienza
Benvenuti su longliverocknroll.it lieto di fare la vostra conoscenza e soprattutto grazie per il tempo che ci dedicate.
Iniziamo parlando della band. Il 2017 è una data importante poichè segna la nascita dei Solar Mantra come un iniziale progetto di Simone Bianchini e poi i vari innesti Tommaso Santillo alla voce, Francesco Carretti e, last but not least, Carlo Loffredo…
Mi sembra che le vostre anime artistiche funzionino davvero bene insieme; mi parlate delle vostre passioni musicali e del vostro background musicale personale…
Francesco – Personalmente ascolto di tutto: rock, metal, tanta black music in generale, elettronica, jazz e altro…Parlando precisamente di rock e metal ho sicuramente una preferenza più per le sonorità “marce” che per il versante tradizionale, prog o epico.
Tommaso – Io sono cresciuto ascoltando il classic rock che, tra l’altro, è alla base della mia formazione artistica come cantante. L’attrazione per il rock è poi maturata, con la mia adolescenza, a partire dagli anni 90 con il grunge. Da lì ha seguito le varie diramazioni del genere fino ad arrivare al desert rock e allo stoner. Come Francesco, però, il mio amore per la musica mi porta ad attingere una certa ispirazione anche da altri generi, dalla musica elettronica, al blues fino ad arrivare alla musica classica. Non amo il Jazz. Ecco, questo lo devo dire.
Carlo – Sebbene mi piacciano smisuratamente il synthpop e la fusion, l’influenza che hanno sul mio ruolo nei Solar Mantra è minima. L’ispirazione arriva soprattutto dalla passione per tutto l’universo stoner, che come noto è vastissimo: si va dal marciume dello sludge all’evanescenza dello psych. Oggi come oggi è una scena estremamente florida e variegata e adoro perdermi in ogni sua sfaccettatura.
La M di Mantra del vostro logo è particolare… chi ha pensato al logo e alla M?
Francesco – Il fatto che la M assomigli ad un glande mi sembra del tutto accidentale.
Simone – Ho sempre pensato fosse un “Glande Mammoth” in realtà!
Tommaso – è un simbolo misterioso, ideato dal nostro grafico di fiducia, il Maestro Fausto Idini, che richiama diverse suggestioni. L’arte è negli occhi di chi guarda, dice il saggio (lo dice?..). Un glande? Un naso di un barboncino? L’inconfondibile acconciatura della Carrà? Il casco di Hurricane Polymar?!… chi può dirlo??…
Ascoltando AWAY, che ormai risale al 2021, settembre, sono rimasto colpito dalla continua diversificazione dei vari brani e dalla diversità che proponete pur avendo come filo comune una certa ricercatezza nei suoni e nello sviluppo melodico della voce. Tutto molto curato. Impatto molto potente.
Come siete arrivati ad un risultato di tutto rispetto di questo genere? Da dove nasce l’ispirazione…
Francesco – Beh, grazie per le tue osservazioni prima di tutto… probabilmente nasce dal fatto che facciamo molti provini di brani sia in digitale che in sala e li riascoltiamo molto. Per l’ispirazione musicale, parlando per me, cerco solo di farmi girare dei riff e altre idee, dandogli una forma…e se è valida la propongo agli altri!
Tommaso – Grazie mille per le impressioni che hai ricevuto dal nostro lavoro. Il risultato finale, in termini di sonorità, suggestioni ed intenzione, scaturisce da un percorso molto naturale e fluido in realtà: ognuno di noi contribuisce ad uno spunto iniziale da cui, un tassello dopo l’altro, prende forma un vero e proprio messaggio, una vibrazione unica e coerente.
Lo riascoltate? e come vi sembra dopo un anno e mezzo dalla sua uscita.
Francesco – Continuo a pensare che sia un lavoro valido ma tendo ad ascoltare in modo moderato quello che faccio. Anche perché non voglio incastrarmi in pensieri su cosa avrei fatto diversamente o cosa è migliorabile: ormai è stato pubblicato e noi guardiamo avanti!
Simone – Ogni tanto, non spesso. Quando ascolti lo stesso pezzo, per giunta tuo, e dopo millemila ascolti ancora non ti stufa significa che è un buon pezzo. In passato, in altri progetti non fu così.
Tommaso – Forse dovrei ammettere con una certa professionalità che gli dedico un ascolto critico per meglio riconoscere gli errori e poter far meglio in futuro invece no: lo ascolto e in pieno delirio narcisistico continuo a ripetermi con convinzione che è un disco da paura!
Quanto i Solar Mantra del 2023 si ritrovano in quanto realizzato in AWAY?
Francesco – Il materiale nuovo è un po’ diverso, più pesante per certi versi e meno scanzonato. Inoltre è tornato Falcor (Carlo) in formazione che ha, per forza di cose, cambiato il sound del basso.
Tommaso – Come dice Francesco, il ritorno di Falcor (al secolo Carlo Loffredo) rappresenta lo step evolutivo che mancava alla definizione della nostra cifra artistica in termini di suono e approccio compositivo. I Solar Mantra di Away riecheggiano nelle suggestioni e nella vena creativa che continua a stimolarci ma nel nuovo progetto che proporremo credo che si potrà apprezzare una rinnovata maturità.
Ho visto il video di Stone Rider. Com’è stato il vostro atteggiamento durante le riprese del video…
Francesco – Eravamo speranzosi di fare qualcosa che non ci facesse cacare dato che il primo tentativo di videoclip era veramente brutto. Ringraziamo il buon Claudio Ferrante che ha girato e montato il video in questione! Adesso starà infestando la Fara Sabina come un fauno arrapato…
Simone – Come fossimo dei ladri, non potete immaginare quanto possa essere difficile girare un videoclip in Italia, sul suolo pubblico ma anche privato, senza permessi!
Tommaso – Dopo aver schivato la banalità che spesso viene propinata alle band che cercano di tradurre in immagini la propria arte, ci siamo divertiti come dei ragazzini che tirano petardi in chiesa e scappano. Più o meno così..
Ritorno a quanto detto in precedenza sui brani di AWAY. Tutti diversi tra loro. Quali sono i vostri preferiti e ovviamente perchè? Probabilmente nel corso dei mesi sono cambiate le preferenze rispetto a momenti precedenti.
Francesco – Inizialmente uno dei miei brani preferiti era la ending track “Solar Mantra” ma ora devo dire che non ne sono più sicuro…Per esempio mi piace molto quando all’estero nominano ”Pacciani” e forse questa cosa me la rende una delle nostre canzoni preferite.
Tommaso – Mazinga, Pacciani e Candyman sono forse le mie preferite..
La copertina è molto interessante Eli Quinn come l’avete contattato? E il risultato è davvero fantastico, rispecchia il viaggio musicale dell’album
Simone – Abbiamo avuto modo di conoscere l’artista Eli Quinn casualmente nei vari gruppi stoner, sui social. Ci colpì subito la sua capacità artistica, in linea con quello che stavamo cercando. Andate a vedere i suoi lavori e ne rimarrete estasiati.
Ma cosa vedete nel vostro futuro? dopo il vostro EP del 2018, la pandemia e poi la ripresa (si fa per dire), il vostro AWAY post pandemico e poi? date da vivo? a Roma ci sono club disposti ad ospitarvi?
Tommaso – Posto che Away lo definirei “pandemico” dal momento che ha visto la luce in pieno lockdown e che inevitabilmente ha risentito di tutte le difficoltà che l’ambiente underground ha dovuto subire in seguito alle varie restrizioni e chiusure, ci sono ancora poche, pochissime realtà in cui band come i SM possono ancora esibirsi e proporre il proprio progetto. In realtà, al momento abbiamo accantonato i live per dedicarci alla definizione del prossimo progetto discografico.
…e ovviamente novità discografiche?
Tommaso – Attualmente in forno. Prossime ad uscire belle fumanti…
Il mercato discografico e il mercato social sono in un eterno conflitto, croce e delizia dei musicisti, da giovane (????) band (poi voi mi sembrate abbastanza esperti e navigati) come vedete queste due entità inconciliabili, parallele, opposte etc etc…
Francesco – Domanda molto complessa…mi limiterò a dire che ho più dubbi che altro e non ho risposte sulla situazione attuale che è satura di proposte in cui pochi vogliono investire, che ci sono pochi locali e che gli anni ’60 non torneranno mai più…
Tommaso – Purtroppo non esistono più i mecenati come Frank Zappa che dava spazio alle band emergenti, mandava a cagare le etichette e vendeva i dischi per corrispondenza. Come dice Francesco, gli anni 60 e 70 non torneranno più. Gli ascolti sono distratti e superficiali e spesso la musica la subiamo e non la si va più a scovare. Bisogna ritrovare e stimolare la curiosità sfruttando ogni canale disponibile a prescindere dalla benedizione del mercato e della massa.
Carlo – La musica intesa in senso classico è come dici totalmente incompatibile con il mondo social: un full length dura in media 45 minuti, mentre un reel su Instagram o TikTok pochi secondi, il che forza interazioni brevissime ed estemporanee; è come se la nostra vita fosse scandita al ritmo di una canzone grindcore dopo l’altra. La mia speranza è che questa mancanza di connessioni reali e fisicamente tangibili porti nel prossimo futuro un rinnovato desiderio da parte del grande pubblico di apprezzare quei rituali “lenti” come i concerti dal vivo o l’ascolto di dischi in vinile. L’industria discografica, poco efficace ed anacronistica nell’era social, dovrebbe provare a cavalcare questa eventuale ondata per avere qualche chance di sopravvivenza.
Ragazzi grazie per la vostra disponibilità. Vorreste concludere voi questa nostra chiacchierata mettendo in rilievo qualcosa che non è stato messo a fuoco su di voi come band e come singoli, sull’album…
E adesso un saluto ai nostri lettori e ai vostri amici, fan e ragazzi che ancora non vi conoscono…
Francesco – Ciao a tutti amici!
Simone – Allora ci si vede in giro!
Tommaso – Non fatevi parlare dietro e correte ad ascoltarci!
Carlo – Venite a sentirci, vi aspettiamo!
in bocca al lupo
Comments are closed.