Finalmente anche l’Italia ha il suo Sonisphere… Era ora direi. Alla notizia del ‘nostro’ Sonisphere abbiamo esultato, ci siamo rincuorati e dunque esaltati. Forse quando abbiamo cominciato a vedere la band che avrebbero partecipato alla due giorni abbiamo di certo cominciato a storcere il naso perchè avremmo voluto quella band piuttosto di quell’altra, ma alla fine penso che siamo rimasti tutti contenti perchè il Sonisphere ha potuto accontentare i gusti di tutti, tutto sommato…

Noi di www.longliverocknroll.it abbiamo partecipato alla prima giornata, soprattutto per la curiosità  e per un fatto affettivo, quell’affetto che nutriamo per le band storiche che hanno dato un’impronta al metal moderno. E se ci siamo rilassati durante i concerti dei ‘piùgiovani’ artisti, di certo ci siamo scatenati durante gli show delle band piùblasonate e che per molti di noi hanno rappresentato qualcosa e con le quali siamo cresciuti…

Come ultimamente ci è capitato, abbiamo fortunatamente trovato una splendida giornata di sole terribilmente caldo, ci sta, è estate… e come ci è anche capitato ultimamente abbiamo macinato i soliti chilometri e le solite file per biglietti, entrare, bere e andare in bagno… insomma il piacevole calvario che si ripropone ad ogni festival. Certo che entrare all’autodromo di Imola è sempre emozionante e questa volta la sistemzaione del palco e dei vari punti di ristoro e del merchandising è stata diversa dal solito. Entrare nei box che ospitano i bolidi di formula 1 per ripararsi dalla calura e per fare due chiacchiere con gli amici ha un certo fascino….

Entriamo mentre Rob Zombie sta per iniziare… saremmo potuti arivare anche prima, ma le interminabili code sull’A14 ci hanno impedito di poter gustare i Mastodon, Apocalyptica e i precedenti, peccato. Anche se li avevamo già  visti in altri concerti ci avrebbe proprio fatto piacere… Rob Zombie mi sembra in forma, e da lontano ammiro la sua performance molto curata e nulla lasciato al caso anche nell’abbigliamento. Poi i Papa Roach di Vacaville, un bel quartetto di metal alternativo, bella grinta e bella dinamicità .

Ma poi quando è l’ora dei Motörhead tutto cambia. Il pubblico piùgiovane si sposta piùindietro e noi piùattempati (si fa per dire, sia chiaro) ci spostiamo piùavanti perchè i Motörhead sono i Motörhead. Oramai ho perso il conto di quante volte io li abbia visti dal vivo, ma averli di fronte mi dà  la stessa emozione percepita in quel lontano novembre del 1982 (e non mi stancherò mai di dirlo)… E’ tutta un’altra storia… “We are Motörhead and we play rock’n’roll”, la frase che orami apre tutti i concerti del trio è storia e lo sarà  anche oggi in questa calda giornata. Poche parole, pochi fronzoli, tanto rock’n’roll, tanto sudore da parte nostra e dei brutti ceffi sul palco… Le solite presentazioni, le solite battute, e la solita granitica potenza che squarcia il cielo azzuro di Imola. Certo che vedere i Motörhead suonare alle 18:00 mi sembra strano e ascoltare una scaletta ridotta che ricopre solo 50 minuti mi farebbe gridare allo scandalo, ma è un festival e faccio finta di niente, mi diverto e mi tuffo in quella che da sempre è la mia passione… Due i brani dal nuovo “The Wörld is Yours”: “Get Back In Line” e “I Know How to Die”, il resto è storia: “Over the Top”, “Iron Fist”, “Stay Clean”, “Killed by Death”, “Metropolis”, “Ace of Spades”, “Overkill”, per citarne un pario e il mitico assolo di batteria di Mikkey Dee… Insomma Lemmy Kilmister e soci fanno ancora paura quando sono sul palco…

Esausti e con il ghigno sul volto ci spostiamo verso la zona retrostante per rifocillarci, mangiare e scambiare qualche impressione sullo spettacolo offerto dalle band che fin’ora si sono alternate sul palco. E poi gli Slipknot… in rosso, tutto è come sempre. Suoni potenti e devastanti. La solita carica che contraddistingue questi nove pazzi statunitensi. Certo che fa effetto vedere il gruppo e dover ricordare che il bassista Paul Gray (Paul #2) non è piùcon noi. Era sul palco del Gods of Metal 2009 e quando un musicista amato e apprezzato non è piùtra di noi c’è sempre tanta amarezza. Comunque buona la prestazione del sostituto Donnie Steele, e ovviamente tosta la performance di Corey Glover e soci. “Psychosocial”, “Before I Forget “, “People = Shit”, “Sulfur”, hanno infuocato i fan accorsi per loro…

Ci rifocilliamo e proviamo a migliorare la nostra posizione perchè gli Iron Maiden son pronti e la sera porta con sè un po di refrigerio dalla calura opprimente… Ed eccoli… i Maiden. Ancora grintosi e belli carichi di energia. Dopo il lungo intro (“Doctor Doctor” degli UFO è sempre un gran pezzo a distanza di trent’anni…) si parte per assistere ad un grande show e non poteva essere altrimenti. Nonstante gli ultimi album non mi abbiano convinto totalmente apprezzo la doppietta iniziale “The Final Frontier” e “El Dorado”. Il viaggio con gli Iron è sempre positivo (o almeno quasi). Li vedo molto tonici e questo mi fa piacere, li osservo saltare e scatenarsi e mi riempie di gioia poichè anche loro hanno rappresentato molto nella mia vita di adolescente prima e poi di adolescente un po’ piùmaturo… hahaha… Janick Gers non sta fermo un momento, fa volteggiare la sua chitarra e sembra quasi che non suoni, ma invece è sempre lì preciso e bravo come sempre. Adrian Smith, abbastanza pacato è una macchina da guerra con la sua sei corde, davvero fenomenale come sempre, senza di lui è stata proprio un’altra vita. Dave Murray è il solito Dave Murray, il suono della sua chitarra è sempre caldo ed affascinante, davvero un marchio di fabbrica, davvero un grande musicista. Quando si passa a “2 Minutes to Midnight” il boato aumenta ed il pubblico canta instancabile, a dire il vero i ragazzi presenti hanno cantato dalla prima all’ultima nota del concerto… mitici! Forse tutti ci aspettavamo qualche brano piùdatato, invece solo “The Trooper”, “The Evil That Men Do” e “Fear of the Dark” sono stati inseriti nella prima parte della serata. Certo che poi ci siamo rifatti il palato con le conclusive “Iron Maiden”, “The Number of the Beast”, “Hallowed Be Thy Name” e “Running Free”. Si sa com’è… ne avremmo voluti ancora, siamo insaziabili, lo ammetto… anzi, siamo fan! Nicko McBrain è il solito folle dietro i tamburi, immenso Steve Harris, anima e motore a reazione di questo gruppo glorioso e creatore di uno stile davvero unico; Bruce Dickinson è instancabile, salta, svolazza, corre, incita (anche se il classico “…Scream for me Modena…” non è proprio appropriato; a Modena eravamo nell’88; ma nessuno gli ha deto che ci troviamo a Imola!!! hahaha… perdonato…) … ci parla e ci dice cose che sapevamo già … siamo parte di una famiglia che va al di là  di religione, razze e politica… lo sapevamo e per questo diamo agli Iron Maiden il giusto riconoscimento e tributo non solo come band ma anche come persone… Grandi…

Finito… la solita amarezza perchè si deve rientrare alla vita quotidiana, ma il nostro cuore è gonfio di felicità  perchè la musica, il metal ci riempie e ci conforta… un saluto ad Alessio e Sergio, compagni di avventura, e Maurizio sempre ad ogni concerto… ed inoltre un saluto alle tre ‘amiche’ bionde che ci hanno spillato tutta la birra che siamo riusciti a buttar giù… il rock’n’roll ci salverà …

Setlist Iron Maiden:
1. Satellite 15… The Final Frontier
2. El Dorado
3. 2 Minutes to Midnight
4. The Talisman
5. Coming Home
6. Dance of Death
7. The Trooper
8. The Wicker Man
9. Blood Brothers
10. When the Wild Wind Blows
11. The Evil That Men Do
12. Fear of the Dark
13. Iron Maiden
Encore:
14. The Number of the Beast
15. Hallowed Be Thy Name
16. Running Free

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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