Kind” è l’undicesimo lavoro in studio, per la band capitanata dal carismatico cantante Kelly Jones. Registrato in soltanto undici giorni tra fine Giugno ed inizio Luglio presso lo studio “The Ramsbury Brewery &The Distilley” nel Wiltshire ed è un disco assai diverso dai loro standard.

Per lo piùacustico e con un sound davvero scarno ed essenziale, che si apre con la ritmata e quasi tribale “I just wanted the goods“, con un refrain che ti entra subito in testa. Il programmatissimo e malinconico singolo, “Fly like an eagle“, ci fa riflettere per qualche minuto ed infonde la giusta speranza in sé stessi per superare ogni ostacolo nella vita e per  “volare-in alto- come un’aquila”. Il video che accompagna questa canzone è stato girato da Charlotte Regan e ha come ospite l’attore Charlie Creed-Miles (“Peaky Blinders”). Personalmente, lo trovo un pezzo struggente e che ogni nota ti procura la cosiddetta “pelle d’oca”.

La band gallese è una delle poche band brit pop ad essere sopravvissuta sempre, senza mai grosse divisioni interne. Concerti davvero infuocati (che l’hanno fatta conoscere anche come uno degli acts piùcoinvolgenti del panorama musicale) sia in proprio sia come spalla dei The Killers e persino Vasco Rossi in Italia, li hanno consacrati come idoli per tantissimi devoti fans.

Questo disco ti regala momenti di assoluta pace interiore come nella ballad “Make friends with the morning“, con un organo in sottofondo che ti culla nel proseguo del brano. A distanza di piùdi venti anni dal loro debutto, la band è riuscita ancora a raggiungere con questo “Kind”, l’ambitissima posizione n.1 nella classifica degli album piùvenduti in Inghilterra.

Forse questo lavoro paga pegno e non poco a Bob Dylan o al Bruce Springsteen di “Nebraska”. E’ stato fatto per sé stessi prima di tutto, senza calcolare se sarebbe piaciuto ai fans che avrebbero voluto l’ennesimo album a base di brit rock. E’ un disco che si lascia gustare come un buon whisky d’annata e che comunque (anche se è stato poi registrato in brevissimo tempo) non è stato di facile nascita.

Kelly Jones aveva dichiarato di essere stato a corto d’idee al termine del tour 2018 della band e di aver pensato addirittura di lasciarla. Queste le parole direttamente dalla sua bocca, a riguardo:

“Dopo il nostro ultimo concerto a settembre 2018 mi sentivo svuotato, non avevo scritto niente di nuovo ed ero sull’orlo di una pausa di riflessione. Poi nei due mesi successivi ho iniziato a scrivere incessantemente canzoni già  complete, vulnerabili ed oneste, che si sono trasformate in un album”.

Figlio di un periodo nel quale il frontman quarantacinquenne ha sofferto del fatidico blocco dello scrittore, quest’undicesima opera vede la luce nel bagliore delle rock ballad, e nella purezza della sua semplicità  retrò. Lo stesso Kelly l’anno scorso dichiarava di stare quasi per lasciare la band, al termine del tour, proprio per mancanza d’ispirazione:

“dopo il nostro ultimo concerto a settembre 2018 mi sentivo svuotato, non avevo scritto niente di nuovo ed ero sull’orlo di una pausa di riflessione. Poi nei due mesi successivi ho iniziato a scrivere incessantemente canzoni già  complete, vulnerabili ed oneste, che si sono trasformate in un album”.

La graffiante voce di Jones è totalmente a suo agio con queste scarne sonorità . “Kind” , in italiano puo’ essere tradotto con “Gentile” , ed è come se qualcuno ti offrisse un buon caffé al mattino per socializzare e fare quattro parole.

Hungover for you” fu già  suonata dal vivo l’anno scorso ed è sostanzialmente una ballad voce e chitarra acustica e che sicuramente diventerà  uno dei momenti clou dei futuri concerti della band (in Italia suoneranno al nuovissimo – ma già  affermatissimo – Lorenzini  District di Milano, il prossimo 8 Febbraio 2020).

Molto carino il secondo singolo “Bust this town“, che seppur acustico è un altro episodio dall’anima davvero “saltellante” e che pompa adrenalina da ogni nota, impreziosito anche da un bel assolo.

Fondamentalmente non c’è un pezzo brutto in questo splendido lavoro, che si candida a diventare sicuramente “una delle uscite migliori di questo 2019” e che probabilmente vede nella finale “Restless Mind“, la piccola grande perla. L’armonica iniziale, il giro di chitarra e la voce impostata su un tono piùbasso del solito di Kelly, sono meglio di un fuoco in un camino di una casa di montagna in un freddo giorno d’inverno.

E anche stavolta, gli Stereophonics hanno fatto centro!

 

Recensione di Mauro Brebbia

 

Tracklist

1. I Just Wanted The Goods
2. Fly Like An Eagle
3. Make Friends With The Morning
4. Stitches
5. Hungover For You
6. Bust This Town
7. This Life Ain’t Easy (But It’s The One That We All Got)
8. Street Of Orange Light
9. Don’t Let The Devil Take Another Day
10. Restless Mind

 

Formazione:

Kelly Jones  ”“  voce, chitarra, tastiere
Adam Zindani  ”“  chitarra, cori
Jamie Morrison  ”“  batteria
Richard Jones  ”“  basso, pianoforte, cori

Author

Write A Comment