Da svariati anni, il Rugby Sound Festival, organizzato magistralmente da Shining Production nella splendida e suggestiva location dell’Isola del Castello a Legnano, in provincia di Milano (anche se ai confini con la limitrofa provincia di Varese), si conferma un’assoluta garanzia in termini di organizzazione. Non sfigura affatto accanto ai prestigiosi festival stranieri per la varietà di artisti di vari generi e per le serate di discoteca che ospitano ormai nomi assai consolidati.
L’onere e l’onore di aprire questa edizione 2024, che vedrà tra l’altro nomi quali Placebo, Cypress Hill, e Suicidal Tendencies (solo per citare la parte prettamente rock e inerente al nostro magazine), è toccato ai Subsonica. Non c’è bisogno di troppe presentazioni per la famosissima e iconica band torinese, ormai sulle scene da più di venticinque anni. Se penso che la mia prima volta con loro risale a un pub chiamato “Heineken Live” nella limitrofa Castellanza a metà degli anni novanta, mi rendo conto di quanta strada abbiano fatto.
Infatti, ben cinquemila persone, di ogni genere e d’età, hanno accolto la loro esibizione con il degno entusiasmo che merita una band di tale spessore. I concerti sono iniziati subito dopo l’apertura dei cancelli (poco dopo le diciannove) con l’esibizione degli “Omini“, che hanno intrattenuto il pubblico con il loro pop-punk dalle chiare influenze Sum 41 e Blink 182. La band, nata nel 2015 come “The Minis” e che ha cambiato nome in “Omini” nel 2021, ha partecipato all’edizione del 2022 di “X Factor”.
Non c’era ancora il pienone quando si sono esibiti. Parecchie persone hanno preso d’assalto i vari punti di ristoro, composti da eccellenti postazioni street food e vari punti per birre artigianali e cocktail di qualità. A tal proposito, segnalo la bella novità di quest’anno: il pagamento è esclusivamente senza contanti (tranne un punto ristoro), gestito tramite un’app apposita. Questo ha evitato code ed è certamente molto meglio dei macchinosi tokens.
Tornando agli “Omini”, hanno proposto diversi pezzi loro, molto energici, e alcune cover tra cui ha spiccato l’immortale inno di ribellione, “My Generation” dei “The Who”. Sono molto padroni del palco e hanno saputo intrattenere, anche se certamente sono destinati a migliorare sempre di più.
Dopo un breve cambio palco, la musica elettronica, il groove, l’edm e la deep house del duo di DJ norvegesi Röyksopp ha letteralmente fatto ballare tutti. Attivi dal 1998, hanno pubblicato svariati album e remixato artisti prestigiosi quali Coldplay e Beck. La loro musica e il loro sound hanno anche qualche contaminazione afro, e i cambi di tempo nelle loro composizioni hanno fatto alzare molte braccia al cielo. Spettacolare è stato anche vedere alcuni bambini (con tanto di cuffie) scatenarsi sulle loro note. C’è stato un breve problema tecnico, superato con assoluta ironia e padronanza da parte del duo, seguito da un altro breve cambio.
Puntuali come un treno svizzero, i Subsonica sono saliti sul palco. Due anni fa, erano stati protagonisti di un trionfale concerto insieme ai Bluvertigo, e molti si ricordano anche delle parole ingrate di Morgan verso Max Casacci, chitarrista fondatore della band, accusato di aver negato una collaborazione all’istrionico artista monzese. Ma stasera tutto fila liscio e non ci sono mine vaganti all’orizzonte.
Lo show per l’ultimo album “Realtà aumentata” è stato portato con successo nei principali club e arene italiane, e ora è il turno delle date estive all’aperto. Uno spettacolo basato molto anche sulle incredibili e dettagliate immagini che appaiono sui megaschermi a led, che ha fatto davvero impazzire tutti. La band è davvero in forma e probabilmente non ha mai suonato così compatta e così bene come ora. Non che prima non regalasse prestazioni eccelse, ma in occasione di questa data si sono davvero superati. La comunicazione tra band e pubblico è stata perfetta ed in alcuni momenti anche molto divertente.
Il loro tastierista e mago dei sintetizzatori, Boosta, ha chiesto quanti fossero presenti ai loro show del 2000, prima di attaccare una grintosissima versione di “Disco Labirinto” e non prima di aver scherzato sul fatto che erano presenti tanti “tardoni” dopo la risposta affermativa. Sono state eseguite le principali hit della band torinese, con la dolorosa esclusione per il sottoscritto di “Colpo di pistola” ed “Incantevole“, ma ci sono state esecuzioni pressoché perfette di pezzi storici quali “Nuvole Rapide” e “Microchip emozionale“, che hanno fatto cantare a squarciagola e ballare freneticamente tutti.
C’è stato un mix di canzoni dall’ultimo album, e proprio “Cani Umani“, un pezzo tratto da “Realtà aumentata”, ha aperto le danze. In questo tour c’è anche la presenza del rapper Ensi, altro protagonista dell’ultimo CD, che ha cantato e rappato per vari pezzi, tra i quali “Scoppia la bolla” (con l’assenza di Willie Peyote), la propria “Numero Uno” e “Aspettando il sole” di Neffa (nda, tra l’altro di Legnano). I messaggi antiguerra di ogni tipo sono apparsi sui led, sottolineando “Basta bombe su Gaza” o “Stop ai bombardamenti in Ucraina”, oltre ad attirare l’attenzione sulla strage dei migranti in mare.
La band è anche molto ironica e ha ricordato quando si andava a ballare la jungle con “Giungla Nord” “come dei deficienti”, caratterizzata da un attacco iniziale di Samuel che ha fatto ripetere la canzone. La band ha arruolato tutti i presenti anche con la meravigliosa “Astronauta” e ha coraggiosamente eseguito “Grandine“, visto quanto è successo finora in questa assai inconsueta estate 2024, caratterizzata da pesante maltempo e precipitazioni. Grandine e temporali hanno anche letteralmente rotto le balle ai concerti e fortunatamente, nella loro data, il buon Zeus è stato lontano da Legnano.
«Una canzone tenuta fuori dalla tournée invernale nei palazzetti perché troppo estiva ma che, come ogni nostra canzone estiva, nasconde l’inverno dentro»
ecco le parole di Samuel per introdurla.
Max Casacci ha richiamato l’attenzione dei presenti:
«Vi abbiamo portato nebbie, grandine, lampi e portici. E voi ci avete accolti facendoci stare a casa. Il prossimo pezzo è dedicato alle persone che stanno in mare salvando vite. Su questo, e sulla contaminazione etnica, alcuni politici ci hanno costruito una carriera; mentre chi salva altre vite deve fare slalom tra vincoli burocratici, con i finanziamenti che invece arrivano tra Libia, Tunisia e Algeria. Così si costruiscono bugie che costano: una media di cinque persone al giorno che muoiono nel Mediterraneo, il mare dove facciamo le nostre vacanze. Ognuno può pensarla come vuole, ma di fronte a questo numero non si può però pensare che non ci sia “Nessuna colpa”».
Il concerto si è avvicinato alla fine e il pubblico ha intonato l’evergreen da concerti “Se non fate l’ultima, noi non ce ne andiamo”. Samuel ha scherzato dicendo che lui ne avrebbe volute fare almeno quattro o cinque e quando è partita, ad esempio, “Nuova ossessione“, è stato un totale e piacevole delirio. La band ha ringraziato tutti i tecnici d’Italia – e i nostri, i più fighi di tutti – perché questi palchi non si montano da soli, ma viene fatto per amore della musica. Samuel ha spiegato che avrebbe voluto diventare un rugbista da giovane, ma che abbandonò presto questo sport e sulla finale “Strade” ha detto:
«quelli che tempo immemore fa, dopo aver ascoltato una canzone in radio, sono usciti per andare a comprarsi un disco, hanno ascoltato e imparato a memoria i testi – cosa che io non ho ancora fatto – e si fanno chilometri e chilometri di strada per venire a un nostro concerto. Grazie, a partire dal ’96-’97, al pubblico dei Subsonica».
Mauro Brebbia
Gallery completa di Giulia Di Nunno
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