Giorno di festa all’insegna del metal in quel di Milano! Stasera il Legend Club si veste di scuro ed ospita una serata dal sapore cupo: tre gruppi esponenti del doom metal, tre interpretazioni del genere, tre ore (e più) di concerto all’insegna di atmosfere introspettive e ritmi pesanti… un piacere per gli amanti del genere!
L’onore di aprire lo show è degli Shores Of Null, band italiana che propone un doom melodico e ricco di suoni malinconici, vellutati e toccanti, con alcuni pezzi che ricordano “mostri” del genere come Amorphis e Paradise Lost. In questa serata presentano il loro ultimo album, “The Loss Of Beauty” (uscito a marzo di quest’anno), che si rivela un’opera dark e depressive pressoché perfetta, a mio parere una delle migliori uscite italiane degli ultimi tempi per quanto riguarda il genere. I tempestosi e pesanti riff sommergono lo spettatore e lo investono con sentimenti di disperazione e malinconia, i testi “celebrano la bellezza nell’imperfezione e nella transitorietà”, in una ricerca di ciò che può esserci di positivo nel non-perfetto, nell’incompiuto, nell’incompleto. Una sorta di inno alla speranza che stride con le tematiche classiche del doom, ma che viene inglobato magistralmente in esso. Dopo il capolavoro monotraccia che è stato “Beyond the Shores” (2020) le aspettative per quest’ultima opera erano molto alte, e non sono state affatto deluse, anzi, addirittura superate. Si percepisce una raffinatezza sonora più spiccata rispetto al passato e una composizione più ricercata, specialmente nei riff; così come si percepisce la cura nella combinazione dei singoli passaggi sonori e vocali, e nelle armonizzazioni di Davide Straccione, che sfoggia una voce potente e coinvolgente, perfetta sia in pulito che nel growl. È una band in continuo progresso, che dimostra una continua evoluzione musicale ed un guadagno in complessità, e ci si augura davvero che continuino su questa linea!
Setlist SHORES OF NULL
Transitory (2023)
Destination Woe (2023)
Nothing Left to Burn (2023)
Quiescent (2014)
The Last Flower (2023)
Black Drapes for Tomorrow (2017)
A Nature in Disguise (2023)
Darkness Won’t Take Me (2023)
My Darkest Years (2023)
Il secondo gruppo ad esibirsi sono gli Avatarium, che da Stoccolma portano sul palco del Legend un metal veramente molto particolare e fuori dall’ “ordinario” … La band fu fondata dal bassista Leif Edling (Candlemass) nel 2012, con una impronta spiccatamente doom metal: un progetto musicale personale che con le giuste persone si è poi trasformato nel primo album di questo nuovo gruppo. Edling ha poi dovuto lasciare la band (nonostante abbia continuato nel tempo a scrivere pezzi per loro), la quale senza più un ancoraggio al doom classico ha progressivamente spaziato in vari altri generi ed ha reso gli Avatarium qualcosa di molto diverso dall’inizio! Strani, ipnotici e piacevolissimi: suoni oscuri richiamanti un doom più moderno ed accattivanti ritmi blues, vintage ed addirittura rockabilly si rincorrono e si intrecciano in una composizione realmente unica nel suo genere. Le chitarre a tratti pesanti ed aggressive, a tratti più folk e jazz si legano alla perfezione alla meravigliosa e poliedrica voce della cantante Jennie-Ann Smith, soprannominata dallo stesso Leif “una Ronnie James Dio al femminile“. Nulla di più vero! Siamo ad un livello altissimo, con un timbro di voce ed un’estensione vocale da pelle d’oca! Lei è sicuramente il membro del gruppo più lontano dall’ambito metal, ma il suo enorme talento le permette di conciliare molto bene generi quasi agli opposti, trovando un perfetto equilibrio vocale che si adatta sia a riff più cupi e malinconici che a note dal sapore a tratti quasi morriconiano, accompagnandosi con la sua chitarra acustica. In questa serata portano sul palco quattro brani dal loro ultimo album, “Death, Where Is Your Sting” (2022), molto ben riuscito: le composizioni, fantasiose e varie, hanno un suono più maturo rispetto al passato, con alcune influenze progressive, splendidi fraseggi di chitarra e dove tutto convive alla perfezione! Degno successore di “The Fire I Long For” (2019), del quale propongono tre tracce. In chiusura invece un pezzo del 2013, dal primo album della band, “Moonhorse”, che dura una buona decina di minuti senza mai essere ridondante o pesante, anzi… Dopo una breve intro distorta tutto si placa e rimane la sola chitarra acustica e la voce magnifica di Jennie-Ann; una melodia sognante, d’altri tempi, che risulta come una onirica ballad, la quale viene progressivamente circondata da note oscure, da un doom roccioso e cupo che sfocia in un riff aggressivo, con un assolo potentissimo. Ritorna poi la calma, viene ripresa la ballad, la voce pulita, la melodia acustica… L’effetto è di pura meraviglia.
Setlist AVATARIUM
Stockholm (2022)
Rubicon (2019)
Porcelain Skull (2019)
Pearls and Coffins (2015)
God Is Silent (2022)
The Fire I Long For (2019)
Nocturne (2022)
Girl With the Raven Mask (2015)
Moonhorse (2013)
Infine, per coronare una serata partita bene e continuata benissimo, salgono sul palco gli headliner tanto attesi: dopo quattro anni, gli Swallow The Sun tornano (e tornano sempre al Legend!) a far tremare il pubblico con la versione più oscura del genere doom. Calano le luci, si fa buio in sala e la band fa il suo ingresso sulle note di “The Fight Of Your Life”, dal loro ultimo album, “Moonflowers”. Poche parole, anzi, nessuna. Non servono, solo la musica può trasmettere certe emozioni; e sulle note di “Enemy” (2021) si comincia subito a percepire l’inevitabile sensazione di pesantezza interiore e amaro in bocca che questo concerto lascerà alla fine. La musica trasporta l’ascoltatore in un calmo e tormentato viaggio che porta ad approdare sulle rive più nascoste e inesplorate della mente, dalle quali si scatenano emozioni contrastanti e annichilenti. Non è di sicuro una band da prendere alla leggera, anche per quanto riguarda la maestria e la bravura nel comporre, e non solo nel trasmettere: le melodie e i riff sono studiati per creare strutture articolate, molto suggestive ed atmosferiche. La voce di Mikko Kotamäki, con le sue linee pulite, si innesta perfettamente in queste strutture e, incorporandovi anche parti growl graffianti e più cattive, dà vita ad una composizione ricca di affascinante malessere. Una performance, ancora una volta, di altissimo livello, che ripercorre nel suo incedere la storia ventennale di questa band da pezzi più recenti come “Woven Into Sorrow” (2021) che con una nota un po’ più heavy rimarca l’innata forza espressiva di questo gruppo, a tracce più lontane come “Descending Winters” (2005), dalle sonorità più death e melodic suonata sul finale di serata, e “Swallow” (dall’album di debutto nel 2003), tenuta per ultima in tutta la sua primordiale sofferenza, in tutta la sua acerba ma studiata sofisticatezza; tutte emozionanti e intrise di una malinconia difficile da staccarsi di dosso. È una performance basata come al loro solito sull’intimo, sul riflessivo, sull’introspettivo. Una vera meraviglia musicale di cui ogni amante del genere dovrebbe godere live almeno una volta nella vita.
Setlist SWALLOW THE SUN
The Fight Of Your Life (intro – 2021)
Enemy (2021)
10 Silver Bullets (2015)
Falling World (2009)
Keep Your Heart Safe From Me (2021)
Firelights (2019)
Woven Into Sorrow (2021)
Stone Wings (2019)
New Moon (2009)
This House Has No Home (2021)
Descending Winters (2005)
Swallow (Horror, Part 1) (2003)
Gallery a cura della bravissima Giulia Di Nunno
Si ringrazia Cerberus Booking
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