Ben ritrovati al Legend Club di Milano in questa fredda e nebbiosa notte, perfettamente a tema con l’evento organizzato dalla Mostro Production e Cerberus Booking, rigorosamente a base di doom metal e post black metal.
Stasera 28 Gennaio 2024 hanno portato per la prima volta in Italia SYLVAINE, cantante e polistrumentista norvegese con all’attivo quattro dischi, accompagnata da due band scelte dal nostro vasto panorama underground, i GHOSTHEART NEBULA e i DIE SüNDE.
A inizio serata non c’è molta gente e nell’assoluto silenzio, entrano in scena i DIE SüNDE nati a Padova nel 2018, tre colpi di piatto danno inizio a “Strega” e contemporaneamente, viene attivato un video proiettore mentre il cantante rimane in ginocchio di schiena.
Note lente e cupe ci introducono nella dimensione del doom metal, specialmente in questo pezzo della durata di venti minuti, composto di parti placide e inesorabili, le quali si evolvono in parti sempre lente ma dai suoni più aggressivi, sino a esplodere negli efferati ritmi black metal.
La ritmica è curata da Davide Rovizzi e Simone Carraro, i quali non fanno mai mancare un filo conduttore di fredde melodie, mentre gli oscuri e distorti giri di basso tracciati da Nicola Rizzo addensano la ritmica, accompagnata da Filippo Baccega alla batteria che a seconda dell’andamento del brano, accarezza piatti e pelli o picchia come un martello sempre con precisione.
Infine il sound, è squarciato dallo scream secco del frontman Michael Anthony Foti, in alcuni punti le sue urla diventano veri e propri lamenti, in altri si trasformano in un sottile sibilo, oltre dimostrare versatilità vocale mantiene viva la scena, con movimenti a scatti come se volesse far rimanere il pubblico in tensione, fino a stendersi e dimenarsi sul palco trasmettendo tutto il suo dolore e sofferenza interiore.
Inoltre la proiezione in bianco e nero, che raffigura tre sacerdoti nel bosco con l’arrivo finale della strega, aggiunge una nota horror rendendo l’atmosfera spettrale, catturando l’attenzione del pubblico che ripaga applaudendo.
Dopo questo pezzo tratto dall’omonimo EP del 2022, eseguono Persistenza Inane dal primo EP Die Sünde del 2020, più breve ma dal riffing più marcato e graffiante, concludendo l’esibizione dimostrandosi all’altezza di aprire la serata, raccogliendo meritati applausi.
Setlist:
Strega
Persistenza Inane
La serata prosegue con i milanesi GHOSTHEART NEBULA, quando prendono posizione il pubblico è abbastanza aumentato, nel momento in cui iniziano con Mira l’atmosfera si appesantisce nuovamente.
Con loro invece di entrare in un tunnel claustrofobico e malinconico, di fronte a noi si apre lo spazio siderale dove la mente inizia a viaggiare, trasportata dalle ritmiche lente ed estese tracciate da Aron Corti e NN.
I riff sono guarniti di dolci note, arpeggi e amalgamati dalle profonde linee di basso ad opera di Bolthorn, inoltre le gelide melodie sono arricchite da tetre sonorità conferite sempre da NN ed aggiunte in base.
Complessivamente creano una miscela di doom e melodic death, lasciando l’ascoltatore in un perenne stato di sospensione per poi dargli una scossa con accelerate tipicamente death, mentre prosegue questo viaggio senza meta, reso più realistico dalla fitta nebbia che avvolge il palco trafitta da luci a LED verdi.
Il sound è ben scandito dal buon lavoro di Panta Leo alla batteria, il quale accompagna la ritmica variando le tempistiche con precisione calibrando la potenza, infine il frontman Maurizio Caverzan (Husqwarnah e Verlaine) impone il suo growl oscuro dando un senso di maestoso tormento, in alcuni pezzi subentra la voce soave di Lucia Amelia Emmanueli, entrata in formazione quest’anno apportando di un leggero tocco symphonic.
Dalla nascita nel 2017, hanno prodotto l’EP Reveries nel 2018, e il debut album Ascension nel 2021, dai quali hanno tratto un set di pochi brani ma di lunga durata, con Ascension Pt. III Nebula fanno concludere al pubblico questo viaggio introspettivo, spianando la strada al meglio per la tanto attesa headliner, e, ricevendo meritati applausi per ogni brano.
Setlist:
Mira
Elegy Of The Fall
Ascension Pt. I Cosmic River
Denialist
Ascension Pt. III Nebula
Dopo le esibizioni delle nostre band siamo giunti al momento tanto atteso, durante il cambio palco l’artista e la band controllano personalmente gli strumenti, il tutto avviene con rispettoso silenzio da parte dei fans discretamente aumentati.
Quando parte l’intro Nova e finalmente SYLVAINE fa il suo ingresso, il pubblico dimostra subito il suo calore e lei senza indugi esordisce con Earthbound, facendo dilagare un sound Blackgaze con il quale posso anticipare che catturerà i fans fino alla fine.
SYLVAINE vero nome Kathrine Shepard, oltre a cantare suona la chitarra, il basso, il piano e usa il sintetizzatore, quindi è a tutti gli effetti una one woman band il cui progetto e nato nel 2013, e, stasera ci darà una prova concreta del suo talento avvalendosi dei session musicians.
Con il procedere dell’esibizione, sfodera una voce limpida che può essere paragonata ad una dolce brezza, che grazie alla sua versatilità e ottimo controllo vocale, può trasformarsi in un growl secco e graffiante, creando un contrasto che si abbina perfettamente al sound.
Dalla sua chitarra e quella di Florian si espande una miscela di black metal, post rock e showgaze, le cui ritmiche hanno tempistiche variabili dal lento al costante sino a ritmi travolgenti, con sonorità cupe e tetre alterate dall’uso del riverbero e altri effetti.
Inoltre l’aggiunta di elementi ambient rendono il tutto più mistico, infatti l’artista ci spiega che soprattutto nel nuovo quarto disco Nova uscito nel 2022, vuole trasmettere il ritorno alle sue radici più pure, concept già evidente nel suo nome d’arte che è la fusione tra “sylvan” (foresta, legno in norvegese) e il cognome del poeta francese Paul Verlaine.
Questo forte stato interiore, SYLVAINE lo esprime in lunghe e altalenanti composizioni, dove passa dall’accarezzarti i timpani a farteli scoppiare, è incredibile come questa figura eterea in veste nera come una studentessa del college, in base all’andamento delle canzoni passa dall’essere composta e teatrale, a scatenarsi saltellando e scuotendo la lunga chioma bionda.
Degni di nota sono i suoi compagni con i quali evidenzia una forte intesa, con il sopra citato Florian e il batterista Dorian che sostiene ogni canzone, bilanciando perfettamente la potenza su piatti e pelli, mentre il basso è registrato in quanto Max non ha potuto partecipare.
Per l’intera esibizione il pubblico è ammaliato e assorto nell’ascolto, le teste dondolano a tempo durante questo particolare show, paragonabile ad un percorso introspettivo attraverso terre desolate e incontaminate, che si momentaneamente si conclude con Mørklagt.
Accompagnati da sonori applausi i nostri si ritirano per una meritata pausa, dopodiché tornano per l’ultima canzone Dysphoria, ma dato l’entusiasmo generale SYLVAINE rimane sola sul palco, regalando ai fans una cover dei 40 Watt Sun intitolata Restless.
Purtroppo tutte le cose belle giungono alla fine, SYLVAINE e compagni con un umile inchino salutano i fans, che oltre agli applausi sollevano un forte coro.
Posso confermare che questa serata più che un concerto, è stata un’esperienza che ha fatto uscire dai soliti schemi, staccare la mente dalla realtà portandoci lontano da problemi e preoccupazioni, tutto ciò grazie ai DIE SüNDE e GHOSTHEART NEBULA per l’impegno dimostrato suonando con passione, rendendo onore al variopinto underground italiano.
Ovviamente un grande applauso alla straordinaria SYLVAINE per averci regalato intense emozioni, e, un ringraziamento alla Mostro Production e Cerberus Booking per aver organizzato questo fantastico evento. Alla prossima!
Setlist:
Intro Nova
Earthbound
Nowhere, Still Somewhere
Abeyance
Fortapt
I Close My Eyes So I Can See
Mono No Aware
A Ghost Trapped in Limbo
Mørklagt
Encore:
Dysphoria
Restless (40 Watt Sun cover)
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