Probabilmente la notizia non sorprenderà  molti, ma a far chiarezza lo stesso Pierpaolo Capovilla che con un post su facebook fa chiarezza sulla fine della band italiana, tra le piùapprezzate nel panorama rock indipendente:

Ciao a tutte e tutti. Il Teatro degli Orrori non esiste più. Lo sapevate già , ma io ho preferito tacere, nella speranza che le circostanze mutassero in qualche modo. Ma la vita a volte non va come si desidera o ci si augura. Tutto ciò mi spiace e mi addolora ancora. Sono consapevole di avere le mie belle responsabilità , ma in tutta franchezza non credo siano solo le mie che hanno indotto la band verso il triste epilogo. Neanche un po’. Credo altresì sarebbe davvero inelegante da parte mia venirvi a raccontare cosa è accaduto. Non sarebbe che il mio punto di vista, e varrebbe solo in termini personali. Cioè nulla. Anyway, non mi do per vinto, e continuo il mio percorso artistico e professionale. Da un paio d’anni lavoro ad una nuova band. In quell’intervista radiofonica concessa agli amorevoli compagni di Fosdinovo, e che vedo pubblicata in questa pagina, ho chiarito di cosa si tratta. Sarà  una band nel solco di ciò che ho fatto nel tempo. Soltanto ho cercato e cerco di spingere alle estreme conseguenze il mio percorso artistico, musicale e narrativo. Senza compromessi, e con spirito benjaminiano. Il contributo dei correligionari è stato ed è cruciale. Nel futuro piùprossimo avrete sue notizie e contenuti. La vita continua, e meno male. In questo momento storico è piùche mai necessario opporre una resistenza convinta e convincente allo scivolamento autocratico delle condizioni politiche e sociali in cui viviamo. La musica popolare, e il rock, che tutti noi amiamo, non lo determineranno ma possono contribuire ad un cambiamento sociale, nel segno dei valori democratici che ci uniscono e che da sempre ci fanno sentire un po’ meno soli e un po’ meno inutili. E per favore, se potete e se vorrete, mettete al bando i pettegolezzi, i rumori di corridoio, le insinuazioni. Non servono a niente. Ciò che davvero serve, io credo, è la comunione di intenti. Perché la musica, la buona musica, ci infervora, ci rende battaglieri, ci dà  forza e voglia di cambiare le cose, nella nostra vita particolare e in quella del consorzio umano nel quale insistono le nostre esistenze. La vita è breve. Non sprechiamone neanche un minuto. Un abbraccio partigiano. ppc

 

foto di Angeli Daniele
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