Nati a Detroit nel 2017, i TEMPLE OF THE FUZZ WITCH si sono da subito fatti notare nel
sottogenere doom per l’ intensa attività  live condivisa con nomi grossi come Bison Machine, Owl, Monolord
e tanti altri, pur avendo in repertorio esclusivamente un EP datato lo stesso anno e uscito per Black Bow Records.
E a seguito del singolo Bathsheba, presentato lo scorso anno, sono oggi freschi di uscita del primo
full-lenght che porta proprio il nome della band su etichetta Seeing Red Records.

E doom sia, BATHSHEBA, la titletrack, dà  il via a questa danza macabra, spirale opprimente e
claustrofobica a metà  strada tra Black Sabbath e Saint Vitus.
Segue DEATH HAILS, tre minuti e mezzo strumentali dai suoni decisamente bassi e marci.
Un acido dai risvolti drammatici di cui, personalmente, si sarebbe potuto anche farne a meno.
THE GLOWING OF SATAN, lenta, pesante spiraglio di luce demoniaca, stordisce e ammalia
nella sua veste quasi psichedelica.
329, dal significato mistico, abbassa ancora i ritmi, quasi fossero ritmi vitali che vanno a scemare in un pezzo
talmente anestetico da far prender sonno.
INFIDEL rialza tiro e interesse, brano dai suoni abrasivi che riporta ancora (con le dovute
proporzioni) ai Saint Vitus del buon Wino dell’ album V.
THE FUZZ WITCH, pezzo autocelebrativo, cambia ancora rotta ripiegando su suoni
di sabbathiana memoria.
Old School.
Chiude l’ album SERVANT OF THE SUN, cinque minuti e mezzo ad alternare attimi di
quiete quasi soporiferi e attimi di follia dall’effetto di un foglio di carta vetro.

 

Album a mio parere controverso, sfoggia suoni e ritmiche degni di nota che vanno però a contrastare con i troppi filler presenti.
Se siete veri appassionati del genere, sopratutto di Wino & Co, dategli una possibilità …
credo che apprezzerete.

 

 

Tracklist :

Bathsheba

Death Hails

The Glowing of Satan

329

Infidel

The Fuzz Witch

Servants of the Sun

http://templeofthefuzzwitch.bandcamp.com

 

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