Dopo anni di attesa e anticipazioni, i Cure hanno finalmente rivelato dettagli sul loro prossimo album, intitolato “Songs of a Lost World”, che sarà pubblicato il 1° novembre 2024. Questo nuovo capitolo della leggendaria band di Robert Smith verrà alla luce in una data simbolica: il giorno di Ognissanti, appena dopo la notte di Halloween e poco prima della Festa dei Morti.
L’annuncio del nuovo album è arrivato in modo enigmatico: diversi fan della band hanno ricevuto delle misteriose cartoline nere, sulle quali il titolo e la data di uscita erano nascosti e visibili solo grazie a una luce UV. Utilizzando questa luce speciale, sulle cartoline appariva la scritta “Songs of a Lost World I-XI-MMXXIV”, confermando così il tanto atteso album.
Questa mossa ha suscitato grande entusiasmo tra i fan, che aspettano l’album da anni, dopo che Smith aveva già menzionato il progetto nel 2019, insieme a voci su altri due album in preparazione. L’album rappresenta un ulteriore passo nella lunga carriera dei Cure, caratterizzata da un perfetto equilibrio tra darkwave, gothic rock e un suono emotivamente profondo e oscuro.
Un ritorno molto atteso
Il nuovo disco rappresenta la prima vera pubblicazione in studio dei Cure dal 2008, anno in cui uscì “4:13 Dream”. Nonostante il silenzio discografico, la band ha continuato a esibirsi dal vivo, portando in tour il progetto “Shows of a Lost World” e presentando alcune delle nuove tracce che probabilmente faranno parte dell’album, come “And Nothing Is Forever”, “Alone”, “Endsong” e “A Fragile Thing”.
Inoltre, il 1° ottobre, i Cure hanno pubblicato un esclusivo vinile 12’’ intitolato “November: Live in France 2022”, contenente versioni dal vivo di due tracce inedite: “And Nothing Is Forever” e “I Can Never Say Goodbye”, registrate durante il tour francese del 2022. Parte dei proventi di questa pubblicazione sarà devoluta all’associazione ambientalista Earth Percent, a conferma dell’impegno dei Cure in cause sociali e ambientali.
Un ritorno alle origini oscure
Secondo Robert Smith, il nuovo album sarà uno dei lavori più oscuri mai realizzati dalla band, un richiamo alle sonorità più cupe e malinconiche dei Cure, che hanno segnato dischi leggendari come “Pornography”. Gli ultimi indizi lasciati dalla band, tra cui il lancio di un nuovo logo e la possibilità di iscriversi a una newsletter sul sito ufficiale, hanno aumentato le aspettative.
Con il titolo “Songs of a Lost World”, il nuovo lavoro sembra destinato a riflettere i temi classici dei Cure: perdita, solitudine e introspezione, in pieno stile goth. Per i fan di lunga data, questo album potrebbe rappresentare una continuazione del viaggio musicale iniziato decenni fa con canzoni che hanno segnato generazioni.
Il commento di Manuel Nash
Saró sincero, non ho molta fiducia nella riuscita dell’album, ora annunciato, con umorismo degno di Jack Sparrow, per il prossimo primo di Novembre.
Pronto a ricredermi (quanto vorrei accadesse) ma questa, sulla carta, sembra un’operazione fuori tempo massimo che, negli anni, ha subito sin troppi rimaneggiamenti. A prescindere da tali considerazioni, comunque premature e basate solo sulla “pancia”, temo che l’evento non prenderà la piega di una affettuosa (ed opportuna) celebrazione affettuosamente allestita per salutare ritorno di una band storica.
È probabile che Songs For A Lost World, più prosaicamente ed in maniera assolutamente incolpevole, finisca per diventare l’ennesimo alibi, colto al volo, per trasformare una festa, lungamente attesa e desiderata, nella nuova puntata di uno stucchevole reality a base di scontro generazionale unilaterale. Lo scopo, in questi casi, é solo quello di procedere alla conta dei presenti per mere esigenze. identitarie.
Abbiamo purtroppo imparato a convivere con la desolante e distopica pochezza con la quale i social sono riusciti ad imporre, anche all’arte, la logica di un tifo sempre cieco e sordo. Sarebbe magnifico se, di fronte ad uno scivolone dei The Cure non ci si dividessimo in garantisti e giustizialisti, ma trovassimo il modo di elaborare il lutto da debacle con affettuosa gratitudine.
Questi sono solo i muniti di recupero, il tabellone segna un indiscutibile 10:0. Rilassiamoci con grata riconoscenza di fronte ad una squadra che ha già dato tutto e che non ha mai giocato per dividere i suoi tifosi.
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