La prima volta degli Who a Bolgona risale al lontano 1967. Sono trascorsi 49 anni da allora, ma l’energia e la carica di tanti anni fa non sembrano aver abbandonato Roger Daltrey e Pete Townshend e la stessa energia e la stessa carica sono sempre piùcontagiose e pericolose…

Ordine…

Alle ore 20 tocca agli Slydigs, giovane quartetto britannico a cui viene affidato il difficilissimo compito di aprire per la storia della musica rock. Uno show ben gestito con molta professionalità  e passione. Bravi, li terremo d’occhio, bravi ad intrattenre il pubblico e a prepararlo (come se ce ne fosse bisogno) per i signori del così definito spirito rock.

30 minuti per il cambio di palco durante il quale vengono proiettate dalle immagini sullo schermo dietro la batteria, immagini che raccontano la storia di chi ha fatto la storia: The Who. Foto della band del tempo, i loro abiti che hanno contribuito ad influenzao ‘la loro e la nostra generazione’, il ritratto dei ‘roadies’ (oggi definiti tecnici, come recita una didasclalia) e ovviamente le foto di Keith Monn e John Entwistle. E un saluto rivolto anche alle persone delle Marche vittime del terremoto di fine agosto…

Sono le 21:00 in punto, le luci che illuminano la grrmita arena bolognese si spengono e rimane sullo schermo un’ultima slide con una dicitura che ha molto di avvertimento:

‘RESTATE CALMI, ARRIVANO GLI WHO’

Il palco si illumina. Roger Daltrey e Pete Townshend sono arrivati accolti da un boato impressionante. Townshend saluta il pubblico prima di imbracciare la sua chiatarra. ‘…ciao Bologna, come stai?…’ e il pubblico esplode in un coro potente ‘Who – Who – Who’… delirio impressionante. Daltrey è il solito arrogante, cattivo ragazzo di un tempo diventato maturo arrogante di oggi. Alle prime note di ‘I Can’t Explain‘, il microfono viene fatto roteare nell’aria, classico gesto del frontman britannico e il modo di colpire la chitarra da parte di Townshend con il braccio alzato e poi abbassato con violenza per scuotere le corde rimane immutato nel tempo. Nulla è cambiato, se non il tempo terribile che scorre. Ma lo stesso scorrere del tempo, aguzzino di oggi, è un custode di memorie e antiche passioni mai assopite e mai dimenticate. Il leone britannico continua a ruggire con la solita sfacciata e sfrontata cattiveria.

Ci guardiamo increduli, cominciamo a battere le mani e scandiamo il tempo. La band parte in quarta, magnifico. Sullo schermo vengono proiettate immagini splendide, una grafica moderna e stupenda, ricca di colori e di ricordi… Il ghiaccio è rotto, anzi… è sciolto!

E’ pura energia. ‘The Seeker‘ e ‘Who Are You‘ sono altri due cavalli di battaglia cantati da tutti. Al termine di ogni pezzo l’ovazione è sempre piùpotente e i due protagonisti sono colpiti dalla reazione così calorosa del pubblico accorso all’Unipol. I sei musicisti che accompagnano i due Who (Simon Townshend – chitarra, voce; Pino Palladino – basso, ovazione per lui durante la presentazione dei muisicisti alla fine del concerto; Zak Sarkey – batteria; Loren Gold e John Corey– Tastiere e voce; Frank Simes – direttore musicale, tastiere e voce) sono ormai rodati e offrono un contributo fondamentale per amplificare l’atmosfera così unica e particolare. ‘The Kids Are Alright‘, ‘I Can See for Miles‘ e ‘My Generation‘ sono una bomba e vengono resi perfettamente in sede live. L’urlo generazionale, la trasformazione, la frustrazione dei giovani di un tempo, uguale a quella dei giovani di adesso, la rabbia ma i doma, l’esplosiva pericolosità , tutto perfetto, sempre grande. Boato senza tempo.

Insomma questa sera ci sono gli Who. 50 anni di storia della musica rock. L’incarnanazione della scintilla primordiale della musica rock, la maturazione di un fenomeno giovanile senza tempo, la consapevolezza di un mondo di essere e di un modo di vivere. Townshend  ci saluta ancora e sembra essere molto in forma. Ci chiede se c’è qualcuna di Ferrara perchè a Ferrara vivono due suoi nipoti, uno bravo e l’altro un po’… ‘nasty’… e subito dopo partono le note di ‘Behind Blue Eyes‘, brividi. Splendida performance… Townshend riprende il microfono e lentamente e sorridendo ci dice che il 1971 è l’anno di pubblicazione di ‘Who’s Next‘ e che probabilmente molte persone presenti questa sera al tempo dell’sucita di quel lavoro non erano ancora… magari caro Pete, magari… ‘Bargain‘ inizia e il solito boato lo protegge e lo avvolge e poi ‘Join Toether‘.

the-who-daltrey-townshend
Impressionante intensità  ed emozioni. Intensità  della musica e della show ed emozioni percepite da noi dall’inizio alla fine. Lo spettacolo scorre via liscio e la potenza rimane invariata. Ottimo Daltrey, canta bene, piccoli cali ma due ore di concerto sono due ore di concerto e questa è realta. Daltrey è il solito personaggio sfrontato che mantiene il suo ruolo da anni perchè è la vita che lo ha formato. Notevoli i brani tratti da ‘Quadrophenia‘ e ‘Tommy‘, esaltanti e ricchi di fervore e passione. ‘See me, Feel me’ è il concentrato di bellezza che ho sempre avuto nella mia anima malata, uno dei brani piùbelli della storia della musica rock di sempre, parere personale, ovvio.

Il concerto si chiude con ‘Baba O’Riley‘ e ‘Won’t Get Fooled Again‘, perfetti, magnifici, spettacolari.

Roger Daltrey e Pete Townshend salutano il pubblico stupiti da tanto entusiasmo e affetto, un calore impressionante. Un gesto d’amore nei loro confronti che decreta il trionfo di una serata davero speciale. Non capita spesso di vedere tanta passione condivisa e tano amore per la musica come questa sera…

I tempi sono cambiati, alcuni amici di un tempo non ci sono più, ma i ricordi sono vivi piùche mai, la passione non è toccata dall’incedere inclemente delle lancette del tempo… Il rock ha trionfato nuovamente!

Grazie ai miei compagni d’avventura…

Setlist:
I Can’t Explain – The Seeker – Who Are You – The Kids Are Alright – I Can See for Miles – My Generation – Behind Blue Eyes – Bargain – Join Together – You Better You Bet – 5:15 – I’m One – The Rock – Love, Reign O’er Me – Eminence Front – Amazing Journey – The Acid Queen – Pinball Wizard – See Me, Feel Me – Baba O’Riley – Won’t Get Fooled Again

 

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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