Dance Planet – 1989

La foto presente in backcover ci mostra questi quattro canadesi, Thunder Rider, come un manipolo di persone piuttosto convinte del ruolo di epic metal defender (eccezion fatta per uno dei quattro che impugna una pistola a canne mozze decisamente fuori luogo e fuori dal contesto spazio-tempo). Armature, corazze, martellone simil Thor, mantellacci, elmi e corna varie, così il loro truce abbigliamento. L’esperienza mi insegna che, di norma, il risultato è inversamente proporzionale al look.

Questo “Tales of Darkness and Light” dimostra, se mai ce ne fosse bisogno, che sono umanamente fallibile.

Questi sei pezzi non sono delle pietre miliari del genere ma, quantomeno, sono eseguiti in maniera credibile e con un sostanziale livello di decenza sonora accettabile. Visto il tipo di prodotto, decisamente raro e di nicchia, non è poco. “Death to Death” con una intro in perfetto stile Goblin ha nei vocalizzi di tal Skull Blackwing un buon punto di partenza, ben supportato da un ottimo bassista (Nick Stilldream) ed il risultato è un buon brano d’apertura, non certo fantasioso ma stuzzicante e di piacevole ascolto con un ritornello tanto easy quanto funzionale. “Electric Chair” da la conferma, a chi ascolterà  questo vinile dimenticato dal mondo, che la velocità  d’esecuzione, ai nostri, decisamente difetta. Il suono, spesso e fitto, ci tiene però per mano ed il pathos che il frontman sa creare è marcato e sa coinvolgere facendo fluire il brano in maniera garbata. “Executioner” chiude il primo lato, brano muscoloso, non stupisce in nulla ma, musicalmente, rientra nella parte e dona un tocco di epicità , se possibile ancora superiore alle due precedenti tracce. Mia nonna era solita dirmi che “”…una parola è poca e due sono troppe”…”. Mai come su questo minilp questo detto è applicabile e trova veridicità .

“Rain Dance” è il primo incontro con la side B e, dopo un rito propiziatorio indiano al fine di ottenere la pioggia, delle tastierone dal suono retrò ed eccessivamente seventies ci accompagnano durante tutto questo brano, estraneo ai tre che lo hanno preceduto ed assolutamente da dimenticare. La pioggia comunque è arrivata, grazie ad una registrazione di qualche acquazzone canadese, registrato ed innestato nel brano con “sapienza”. “Blackwing” immaginavo fosse il loro cavallo di battaglia (vedi nick del leader/cantante) ed invece è un polpettone di triste hard rock vecchia maniera anticipato da un arpeggio, un coretto angelico ed una melodrammaticità  del canto al limite della depressione. La conclusiva “Galaxy” si prospetta tosta, otto minuti nei quali non ho proprio idea di cosa in essa possa esservi contenuto. Ci accolgono, nell’ordine: altre tastiere con relativo arpeggio, un inaspettato intervento con il flauto ed il coro dalle celestiali vocine prima citato. Dopo il quarto minuto di nenia funebre ci si desta perchè mi accorgo dell’esistenza di un chitarrista. Appare infatti il primo (ed unico) assolo del disco con relativo aumento del ritmo senza fare ne danni ne scalpore fa però aumentare il morale della truppa. Dura poco. La nenia rientra sui binari e mi rimetto a contare le pecore, fine.

In conclusione, se fossero stati tolti un paio di brani la valutazione sarebbe stata ampiamente positiva. Così per com’è stato editato, ad essere buoni, strappa la sufficienza, nulla di più. Consigliato agli epic metallers piùaccaniti ed amanti dei gruppi underground degli ’80 di matrice americana. Per informazione, queste tracce si trovano sul mercato in versione digitale in ben due versioni. La prima del 1997, la seconda è accorpata al loro secondo lavoro risalente al 2002. Per il vinile, al solito, bisogna armarsi di molta pazienza e di un discreto gruzzoletto…

Quotazione: Thunder Rider – Tales of Darkness and Light: € 120/180

Tracklist:

1. Death To Death
2. Electric Chair
3. Executioner
4. Rain Dance
5. Blackwing
6. Galaxy

Band:

John Blackwing – voce, chitarra, tastiere, flauto
Bruce Corian – chitarra
Nick Stilldream – basso
Pat Hammer – batteria

 

 

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