La polizia russa ha arrestato ieri, 28 agosto, il cantante dei Rammstein, Till Lindemann, e, secondo quanto riferito dalle fonti, prelevandolo dalla sua camera d’albergo e portandolo in una stazione di polizia per essere interrogato.
Secondo i media russi, il cantante ha ricevuto la visita della polizia mentre si preparava per un concerto nella città russa di Tver.
Lindemann ha ricevuto la visita di un totale di dieci agenti di polizia. Le accuse dovrebbero essere legate alle restrizioni covid in vigore per quanto riguarda le esibizioni.
Il musicista si sarebbe dovuto esibire domenica con il suo progetto solista in occasione del 50° anniversario di un birrificio locale, il festival Maklarin For Homeland.
Secondo le fonti la polizia gli avrebbe fatto notare in anticipo che le misure in vigore contro la pandemia che sta affliggendo il paese devono essere rigorosamente rispettate durante lo spettacolo. Attualmente in Russia sono consentiti eventi con 500 spettatori, anche se ne erano previsti molti di più.
Al momento non c’è alcuna dichiarazione ufficiale da parte del cantante o del suo team sull’arresto.
Lo stesso manager di Lindemann, Anar Reiband, è stato accusato in quanto si è dichiarato turista entrando nel paese, ma è ritenuto dalle autorità russe un organizzatore del festival. Potrebbe affrontare l’estradizione e il divieto permanente di recarsi in Russia.
Till Lindemann era stato anche accusato di una vendita illegale di NFT in Russia. Lindemann aveva recentemente registrato un video musicale al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, con il permesso della direzione, ma aveva posto in vendita alcune opere d’arti digitali in NFT per 100.000 euro (la famosa cena con il cantante ). Il museo sostiene che la vendita del video come NFT viola i termini dell’accordo.
Le foto pubblicate dalla polizia:
Visualizza questo post su Instagram
L’opera d’arte incriminata
Visualizza questo post su Instagram
Visualizza questo post su Instagram
