Erika – Records 1985

Sì, lo so, vi ho abituato ad aver a che fare con dischi molto piùsconosciuti e muffosi e, questo “Shot Down” dei Traitor, qualcuno di voi, sicuramente, lo avrà  già  visto e sentito. Mi dispiace ma, qualche volta, mi commuovo da solo e decido tra le centinaia di dischi papabili per questo angolo pulcioso della webzine, di sottoporre alla mia puntina qualche “classico” dell’underground che so essere degno di rinfrescatina. Questo trio di americani ha inciso codesto Minilp di cinque pezzi nel 1985 per la Erika records, una specie di casa discografica, a carattere famigliare e molto underground, che partorì qualche uscita di gruppi anche interessanti come i Jester, gli Holy Right, il primo degli Special Force o il secondo dei putridi Knightmare. Forse, su alcuni di questi gioiellini, vi tedierò piùavanti nel tempo.

Ora è giunta l’ora di scoprire le carte di questi Traitor. “The Way It Used to Feel” è veramente un bel pezzo, arrembante power americano senza troppi fronzoli, diretto e massiccio. La semplicità  e genuinità  del songwriting non minano affatto il feeling che, immediatamente, si viene a creare con questa canzone. Il cantato è gustoso, mai sopra le righe e la velocità  d’esecuzione è ragguardevole. Unica pecca, piuttosto evidente, sin dai primi secondi, è la registrazione molto povera e decisamente carente su tutti i fronti. La batteria è quella che piùviene danneggiata, le rullate sembrano eseguite sui bidoni del detersivo. A parte questo “piccolo” dettaglio si procede ad orecchie spalancate con “Have You Ever”. Un inizio da semi-ballad con il vocalist rimasto, probabilmente, a cantare dietro la porta degli “studios”, tanto è lontano il suo cantato mentre il basso furoreggia davanti al microfono coprendo anche la chitarra. Questa song è abbastanza classica per i gruppi dell’epoca, ritmo molle ed un ulteriore rallentamento che porta, inevitabilmente all’assolo. Che dire, classico american metal (niente a che vedere con il brano di Lizzy Borden…) metà  ’80, senza lode e senza infamia, ma accettabile. Fatto rotolare il platter sul secondo lato, ” Feel the Steel”, nonostante un titolo che potrebbe dar adito ad idee bellicose da killer song, ci porta su un metal molto piùmelodico, un brano di impostazione classicamente rock, poco più. “Traitor” è un bel pezzo che, fuor di dubbio, deve molto alla NWOBHM. La voce si desta e ci trascina, niente di abbagliante ma decisamente di gusto e sopra la media.

Alla titletrack spetta l’onore di chiudere la fatica dei nostri tre ragazzotti californiani. E’ appena passato un secondo ed una schitarrata del tempo che fu ci anticipa un sound nuovamente compatto ed incisivo. Il brano è un anthem, abbastanza lineare, con i cori a rafforzarne l’impatto sonoro. Il vocalist dà  il meglio di se arrivando ad acuti ben eseguiti ed incastrati con dovizia nel brano. Un assolo caparbio, anche se invero, ascoltato oggi, piuttosto datato, ci saluta. Purtroppo non sarà  un arrivederci ma un addio. Questa rimane, ad oggi, la loro unica testimonianza sonora. Onestamente non erano affatto male, non gli mancava nulla per poter competere con i Vicious Rumors o i primacitati Lizzy Borden, per fare un paio di esempi stilisticamente a loro simili. Il disco non è difficilissimo da reperire ma, visto che è bellino, è anche piuttosto ricercato. Mai vista una copia digitale ma, come sempre vi dico, non è affatto detto che non esista…

Quotazione: Traitor – Shot Down: € 80/120

Tracklist:
1. The Way It Used To Feel
2. Have You Ever
3. Feel The Steel
4. Traitor
5. Shot Down

Band:
Tim Karr – voce
Brian James – chitarra
Truman James – basso
John Gonzales – batteria

 

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