Frontiers Records ”“ Ottobre 2016

A qualche anno di distanza da “Dig In Deep”, tornano con un nuovo album targato Frontiers i Tyketto di Danny Vaughn. Molti di voi ricorderanno la band del New Jersey soprattutto per quel capolavoro del 1991 intitolato “Don’t Come Easy” che, oltre che ad aprirsi con uno dei brani in assoluto piùbelli della storia del melodic rock (ossia la splendida “Forever Young”, vero inno di chi ha il rock nel cuore e per questo motivo non invecchierà  mai), avrebbe dovuto rappresentare l’esordio di una band che sembrava aveva tutte le caratteristiche giuste per sfondare: un ottimo cantante, la giusta immagine e soprattutto una decina di composizioni azzeccate e perfettamente bilanciate tra l’impatto grintoso delle chitarre e le linee melodiche delle vocals. Purtroppo però l’album non riuscì ad imporsi sul mercato americano, che proprio in quel periodo stava per voltare le spalle a un certo tipo di rock per abbracciare la nuova ondate grunge, e la band, scaricata dalla major Geffen, perse l’occasione della vita: l’album successivo “Strength In Numbers”, uscito solo nel 1994 in mezzo a mille difficoltà , riuscì infatti a mantenere solo in parte le ottime promesse messe in mostra nell’album di debutto. Così, dopo la dipartita di Danny e la pubblicazione di un non memorabile terzo album inciso con Steve Augeri dietro al microfono (“Shine”, 1995), la band cominciò rapidamente a scivolare nell’oblio decidendo di sciogliersi, prima di riunirsi qualche anno fa, dando alle stampe il succitato album “Dig In Deep”, nel quale purtroppo la magia dell’esordio si confermò solo un lontano ricordo.

Oggi la band ci riprova un’altra volta e l’inizio di questo “Reach” sembra promettente. La title-track posta strategicamente in apertura e scelta per presentare l’album in anteprima grazie ad un video pubblicato qualche settimana fa, cattura subito l’attenzione grazie alle tastiere ariose che introducono un pezzo che si sviluppa poi su di un intreccio di chitarre acustiche ed elettriche, che ci ha riportato alla mente le magiche atmosfere di uno dei capolavori inclusi nel debutto della band e cioè “Wings”. La voce di Danny c’è ancora e non ha perso un’oncia della sua brillante ed intensa carica emotiva ed il crescendo che porta al chorus è davvero indovinato.

Purtroppo già  dai successivi due brani il nostro entusiasmo iniziale viene brutalmente scalfito: sia “Big Money” che “Kick Like A Mule” potrebbe infatti benissimo essere due scarti della produzione rispettivamente di Extreme e Mr. Big: i richiami a queste due band sono imbarazzanti tanto da farci pensare che i Tyketto abbiano smarrito la propria identità . La malinconica ballad “Circle The Wagons” rimette il gruppo sul sentiero giusto, grazie ad un ritornello che potrebbe tranquillamente fare da colonna sonora a un film western: ci troviamo, per capirci, dalle parti di “End Of The Summer Days”, con un brano ottimamente interpretato da Danny Vaughn e caratterizzato anche da un breve ma incisivo intervento dell’hammond dell’ex-Ten Ged Rylands prima dell’assolo del nuovo chitarrista Chris Green (subentrato da un paio d’anni al cofondatore Brooke St. James).

I Need It Now” ha un inizio da hard rock americano prettamente radiofonico che sembra farci ben sperare ma che viene purtroppo affossato da un coro banale non all’altezza delle aspettative, nonostante un interessante intermezzo soul nel finale e l’ottimo lavoro al basso da parte di Chris Childs (bassista anche nei Thunder), e anche la seguente “Tearing Down The Sky” non riesce a spiccare il volo, risultando alla fine abbastanza anonima.

Un delicato arpeggio dell’acustica introduce la seconda ballad dell’album “Letting Go” nella quale emerge in tutta la sua cristallina purezza la splendida voce di Danny Vaughn: nei pezzi lenti il gruppo americano dimostra di essere ancora in grado di affondare il colpo. Sul versante piùhard rock uno dei brani piùapprezzati si rivela la grintosa “The Fastest Man Alive” grazie ad un godibile lavoro di Chris Green alla chitarra. Si prosegue senza ulteriori scosse fino alla fine del disco e le uniche emozioni sono quelle regalate dagli equilibrismi vocali e dalle orchestrazioni presenti nell’ennesima ballad “Scream” e dalle trascinanti chitarre che contraddistinguono la bella cavalcata conclusiva “The Run”.

In definitiva questo “Reach” è un album riuscito solo a metà  che purtroppo conferma che l’ispirazione degli esordi della band sembra essersi irrimediabilmente affievolita: lo diciamo a malincuore perché la voce di Danny, quando è accompagnata da brani di spessore, riesce sempre a regalare emozioni. Purtroppo qui i brani davvero riusciti sono davvero pochi e li possiamo quasi contare sulle dita di una mano.

https://www.facebook.com/TykettoTheOfficial/

Tracklist:

  1. Reach
  2. Big Money
  3. Kick Like A Mule
  4. Circle The Wagons
  5. I Need It Now
  6. Tearing Down The Sky
  7. Letting Go
  8. The Fastest Man Alive
  9. Remember My Name
  10. Sparks Will Fly
  11. Scream
  12. The Run

Band:

Danny Vaughn ”“ voce, armonica, chitarra acustica, mandolino

Michael Clayton Arbeeny ”“ batteria, percussioni, cori

Ged Rylands ”“ tastiere, cori

Chris Green ”“ chitarra, cori

Chris Childs ”“ basso

 

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    eh!!!!…..eh!!!!….molto migliore del scialbo precedente!….non tutto bello ma almeno alcune melodie vincenti qui ci sono….don’t come easy appare comunque irraggiungibile!!!!

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