L’Islanda è una terra desolata, inospitale, splendida ma al tempo stesso spaventosa nella sua immensità . Il freddo, la neve, le cascate, i vulcani e i vapori che la caratterizzano non fanno altro che amplificare quel senso di maestosità  che prende allo stomaco fin dal primo momento in cui si atterra sull’isola. L’io viene snaturato, figura minuscola di fronte a una natura sconfinata. Zaino in spalla, ci facciamo accompagnare da una colonna sonora potente, oscura, ansiogena, composta dalle dodici tracce di “Sermon”, il full lenght di debutto degli islandesi Une Misère, rilasciato lo scorso novembre dalla tedesca Nuclear Blast.

Il sestetto o meglio, il collettivo, è formato da musicisti della scena hardcore, decisi a tradurre in musica ciò che l’Islanda rappresenta a livello geografico e umano. La band ci consegna un’opera prima di fortissimo impatto, convogliando differenti generi heavy in un unico calderone, senza però snaturarne lo spirito e l’attitudine. I blast beat si scontrano/incontrano con passaggi piùlegati al post-rock e con riff che prendono a piene mani dal mondo del blackened hardcore. Con tre chitarre capaci di incastonare armonie ma al tempo stesso feroci breakdown e cambi di tempo, gli Une Misère infrangono qualsiasi barriera di genere, valicando metaforicamente le colline islandesi con le loro sonorità  innovative.

“Sermon” è senza ombra di dubbio un’opera importante per questo 2019 ormai giunto al suo tramonto: i suoi quasi quaranta minuti di durata segnano una vera rivoluzione nella concezione moderna di “metal”, creando un’atmosfera uniforme, aggressiva e intensa al tempo stesso. La opening track Sin & Guilt abbraccia il death metal per poi aggredire con tonalità  dark oppressive e angoscianti di stampo post-black. A seguire, Sermon strizza l’occhio al metallo piùtradizionale, senza disdegnare un ritornello aperto estremamente avvolgente, ritagliandosi dunque uno spazio tra i brani migliori dell’intero lavoro.

Tuttavia, è la splendida Overlooked / Disregarded a piazzarsi al primo posto: aprendosi come un compasso, questa traccia esplora praticamente tutti i generi espressi nell’album, permettendo agli Une Misère di mettere in campo tutte le proprie capacità  sonore. La canzone pone anche l’accento sulle doti vocali di quasi ogni componente della band, aumentando così ulteriormente la forza del brano stesso. A fare capolino in “Sermon” ci pensano anche voci in clean (Fallen Eyes) e intro dubstep (Beaten), a ulteriore dimostrazione della volontà  di questa band a sperimentare senza alcun timore di sorta. C’è spazio addirittura per del sano metallic hardcore di nuova scuola, nella prepotente Failures, che porta conseguentemente l’album ad assestarsi fino al raggiungimento di Voiceless, traguardo finale di questa coinvolgente cavalcata. Con i suoi cinque minuti, raffigura la degna chiusura di un album che sicuramente rientrerà  in numerose top 10 nelle prossime settimane.

Con “Sermon”, gli islandesi Une Misère rappresentano una nuova variabile della musica heavy, con la quale tutti gli appassionati del genere dovranno fare i conti: la loro sperimentazione sonora, seppure sempre scatenata con gli strumenti classici del genere, è una ventata d’aria fresca che apre il 2020 nel migliore dei modi.    

Nuclear Blast – Novembre 2019

www.unemisere.com

Tracklist:

  1. Sin & Guilt
  2. Sermon
  3. Overlooked/Disregarded
  4. Burdened/Suffering
  5. Fallen Eyes
  6. Beaten
  7. Grave
  8. Failures
  9. Damages
  10. Offering
  11. Spiral
  12. Voiceless

Band:
Jà³n Mà¡r àsbjörnsson – Voce
Fannar Mà¡r Oddsson – Chitarra e voce
Gunnar Ingi Jones – Chitarra
Benjamà­n Bent àrnason – Batteria
àžorsteinn Gunnar Frià°riksson – Basso

 

 

 

 

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