La navicella Voivod atterra’ nella capitale con il suo thrash metal spaziale progressivo, oltre 30 anni di storia portati alla grande, una carriera fatta di successi e cadute, drammi e gioe condite da album memorabili che hanno fatto la storia di un genere musicale il thrash metal, portandolo a toccare confini difficilmente immaginabili. Numerosissimi i fans accorsi al Traffic, ormai diventato la mecca per la scena metal romana, la coda all’entrata aumenta di minuto in minuto e si nota la presenza di molti fans accorsi dal sud e dalla Toscana. Ad aprire la serata ci sono gli Earth Ship, band tedesca dedita ad un sludge doom, la band inizia alle 22 ma ci perdiamo meta’ del concerto causa fila interminabile all’entrata, facciamo in tempo a goderci un buon quarto d’ora. La band propone pezzi tratti dall’ultimo Hollowed edito dalla Napalm Records, suoni compatti e roboanti, ritmiche schiacciasassi, qua e la si sentono delle influenze grunge molto Alice In Chains, l’impatto e’ notevole e i pezzi si fanno apprezzare dal pubblico incuriosito. Breve cambio palco e verso le 23:30 ecco partire l’intro di Killing Technology, title track di quel capolavoro datato 1987, il suo andamento dissonante fa impazzire il pubblico che canta il chorus incitati da un Denis “Snake” Belanger che si dimena come un ossesso. Post Society con il suo andamento rock and roll dissonante fa saltare le prime file, altra mazzata con Chaosmöngers da Dimension Hatross con un Away dietro le pelli davvero potente e impeccabile, pezzo assurdo che cambia pelle diverse volte per tutta la sua durata, solo da queste menti contorte poteva nascere un pezzo simile. Altra perla proposta The Unknown Knows da Nothingface per proseguire con Overreaction sempre da Killing Technology, vera mazzata sui denti fatta di un mix letale di hardcore punk e thrash, il pubblico apprezza e si dimena fino allo sfinimento.

La violenza sonora prosegue con Ravenous Medicine altro brano tratto da Killing Technology, i toni si placano con Fall, brano indefinito che crea un miscuglio di emozioni sensoriali da trip. Ed ecco arrivare lo sterminatore Korgull con la sua potenza distruttiva degna di una bomba nucleare, Korgull The Exterminator da quel marciume sonoro che e’ Rrroooaaarrr, la band si dimena, salta e incita il pubblico che risponde con un headbanging furioso tra le prime file, Korgull fa le sue vittime anche stavolta. Atmosfere stralunate con We Are Connected che tendono a placare la furia sonora del precedente brano, ma e’ solo per qualche minuto, i nostri ricaricano l’arsenale e ci bombardano con Voivod da War And Pain, tra le prime file si apre un cerchio umano  dove avviene un pogo pazzesco degno di un girone infernale, davvero ottima la prestazione del chitarrista Chewy, sempre preciso nei sui riffs taglienti e potenti, anche la parte ritmica costituita dal bassista Rocky e’ stata impeccabile. Il concerto arriva alla fine non prima del pezzo di chiusura affidato alla leggendaria Silver Machine, cover dei seminali Hawkwind, band space rock che ha influenzato non poco i quattro canadesi. Un plauso come sempre va all’organizzazione e al Traffic Club, che con il loro impegno rendono possibili questi eventi nella capitale.

Setlist:

Killing Technology, Post Society, Chaosmongers, The Unknown Knows, Overreaction, The Prow, Ravenous Medicine, Fall, Korgull The Exterminator, Lost Machine, We Are Connected, Voivod, Silver Machine.

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