Frontiers Records-  Maggio 2015

 I Deep Purple hanno fatto parte della vita di ogni rocker che si rispetti.

David Coverdale è un signor rocker e nei Purple ci ha pure cantato, infatti da li è partita la sua grandissima carriera musicale, e oggi a distanza di piùdi trent’anni, celebra questa grande band e i dischi che ha inciso con loro, nello specifico “Burn” (1974), “Stormbringer” (1974) e “Come Taste The Band” (1975). Tre album che hanno dato nuova linfa a una band ormai spenta, ma che inevitabilmente hanno portato qualche critica.

E’ sempre o quasi un’arma a doppio taglio riproporre dopo tanti anni i classici del passato. Il paragone, rivolto principalmente alla voce è inevitabile. O ti chiami Glenn Hughes o Bruce Dickinson che sembrano migliorare col tempo, oppure ci vuole tanto tanto coraggio.

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Coverdale e i suoi Whitesnake, risuonano tredici canzoni col gusto e i suoni di oggi, senza particolari stravolgimenti.
Purtroppo si sa, la voce di Mr. Coverdale non è piùquella dei bei tempi che furono, ma non è colpa di nessuno, solo dell’avanzare inesorabile del tempo.

“Burn” apre le danze, grandissima canzone che supera di gran lunga la strafamosa “Smoke On The Water”. La band gira alla perfezione, e il nuovo arrivato, Joel Hoekstra (reduce dalla bella esperienza con i Night Ranger) mi sembra già  padrone della situazione. Quarant’anni dopo e viene ancora la pelle d’oca a riascoltare questo brano.

Dal disco “Burn” vengono eseguite “You Fool No One”, “Sail Away”, “Mistreated”, “Might Just Take Your Life” e “Lay Down Stay Down”.

Se si accetta l’inasprimento della voce di Coverdale, beh questi sono pezzi da novanta, che anche in questa nuova veste non perdono nulla della loro bellezza, in particolar modo “Mistreated” grande classico alla Blackmore.
“Stormbringer” seppur inferiore rispetto al disco precedente, mantenne una buona qualità  in fase compositiva, anche se qualcosa iniziava a scricchiolare.

“Soldier Of Fortune”, “The Gypsy”, “Lady Double Dealer” e “Holy Man”, oltre alla title track rimangono dei piccoli grandi classici dei Purple. Ancora oggi risultano composizioni fresche e piacevoli. Coverdale, quando canta su tonalità  medio basse come in “Soldier Of Fortune” emoziona ancora come il primo giorno. Interpretazione da brividi.

Il trittico post Gillan si conclude col controverso “Come Taste The Band”, che vide l’abbandono di Blackmore e l’entrata nella band di Tommy Bolin, molto diverso dal suo illustre predecessore.
Inizia ad emergere una piccola componente funk che però ben si sposa con l’hard rock dei Purple vecchia maniera.

“Love Child”, “You Keep On Moving”, “Lady Luck” e “Comin’ Home” mi spiace dirlo ma in questa nuova veste mi sembrano troppo infarcite e perdono quella freschezza e sobrietà  delle versioni originali. A mio gusto avrei inserito anche “Gettin’ Tighter” brano dalla grande carica sensuale.

Sono un po’ in difficoltà  nel dare un giudizio finale a “The Purple Album”. Sicuramente gli Whitesnake sanno sprigionare ancora tanta energia, per merito di una formazione che si è rinnovata, ma al tempo stesso mi chiedo quanto ancora Mr. Coverdale riesca ad esprimersi, soprattutto dal vivo, a livelli accettabili. Io penso che per cantare queste canzoni, così come quelle del repertorio del serpente bianco, ci vogliano una condizione e una voce sempre al massimo.

Vista anche la buona qualità  del materiale proposto in “Forevermore”, avrei preferito un nuovo studio album. Operazioni di questo tipo mi fanno quasi sempre sospettare che si tratti piùdi commercio (da parte della casa discografica) che di vera sincerità  artistica.

Acquistatelo, ma siate consapevoli che di emozioni ce ne sono poche.

www.whitesnake.com

Tracklist:

1.Burn
2.You Fool No One (medley con Itchy Fingers)
3.Love Child
4.Sail Away
5.The Gypsy
6.Lady Double Dealer
7.Mistreated
8.Holy Man
9.Might Just Take Your Life
10.You Keep On Moving
11.Soldier Of Fortune
12.Lay Down Stay Down
13.Stormbringer
14.Lady Luck (bonus track)
15.Comin’ Home (bonus track)

Band:

David Coverdale – voce
Joel Hoekstra – chitarra
Reb Beach – chitarra
Michael Devin – basso
Tommy Aldridge – batteria

 

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