Ho un vivido e fresco ricordo di quando per caso notai la copertina di questo disco, ‘Heavy Metal Maniac‘, in un negozio di dischi di Torino. Ero lì, passavamo spesso lì con i miei amici e come spesso capitava ci trovavamo a ciondolare per la città  facendo tappa fissa in quel negozio di dischi (che ahimè non esiste più, RIP) e in qualche bar non molto distante. Sono passati 35 anni e mi sembra ieri. Spulciando fra i dischi nella sezione ‘hard & heavy’ nella stanza in fondo del negozio, ecco sbucare la copertina di questo album seminale dello speed metal, come allora si amava definire: un braccio borchiato e nella mano un coltello a serramanico che squarciava la rete di un amplificatore Marshall riportando volutamente alla mente il modo in cui la pelle umana viene lacerata. Uno sguardo fra noi amici di musica e bevute, un cenno beffardo, un consenso… e da allora fa parte della mia preziosa discoteca e collezione compresi i ricordi… ‘Under Attack‘…

Heavy Metal Maniac‘ degli Exciter viene pubblicato il 14 gennaio del 1983. Una band di Ottawa, Canada, pensa un po’… dal Canada il seme della velocità  che avrebbe influenzato quello che qualche mese dopo si sarebbe chiamato thrash metal… Eh sì. Per questo ‘Heavy Metal Maniac‘ è un album fondamentale nella storia della musica metal. Primo, perchè è un grande album metal che racchiude tutte le tematiche del metal degli anni ottanta, sviluppate ed estremizzate e modificate fino a rendere particolari uniche e un passo avanti rispetto a quello che si sarebbe poi scatenato. Poi, la potenza e la velocità  estrema, che era tipica del metal britannico ed europeo (Motörhead ed Accept su tutti), assorbita da band al di là  dell’Atlantico e che avrebbero condotto a quello che, probabilmente comunque era già  nato ma non pubblicato, oggi definiamo thrash metal.

L’unica pecca degli Exciter è stata quella di essere forse troppo legata ad alcune band britanniche soprattutto nella struttura dei brani, può capitare agli esorti, ma col trascorrere del tempo si è trasformata in potente furia devastante e dannatamente metal!

Un altro argomento interessante da sviscerare a proposito di questo primo album degli Exciter era la presenza di un vocalist batterista, Dan Beehler, un mastodontico musicista che dietro le pelli era una bomba, mi correggo è una bomba perchè nel 2018 è ancora parte della band dopo essere fuoriuscito negli primi anni novanta. Quindi la curiosità  di noi metallari dell’epoca era quella di comprendere come potesse mai cantare suonando la batteria allo stesso tempo, cantare dei brani così paurosi e impegnativi per un drummer. La band era completata dal chitarrista John Ricci, sempre fedele alla sua linea metal, sempre nella band e sempre vestito di pelle. Un metallaro dalla pelle dura, un velocissimo chitarrista, molto grezzo in ‘Heavy Metal Maniac‘, duro nell’aspetto e nel modo di porsi (gentilissimo quando ho avuto modo di conoscerlo). Il bassista dell’epoca era Allan James Johnson anch’egli fuoriuscito dalla band, ma a fine anni ottanta, molto ispirato e dai giri di basso del tutto britannici e molto adeguati alle varie composizioni,  autore di alcuni brani dell’album e per fortuna rientrato nella sua band d’origine nel 2014…

Gli Exciter ci sono ancora e nella loro formazione delle origini!!! così mi piace!

Quando ho iniziato a riascoltare ‘Heavy Metal Maniac‘ ho avuto un sussulto. Ho ricordato tutto e ricordo tutta ancora, nota dopo nota, solo dopo solo, martellata dopo martellata. Un album  di una potenza impressionate, senza limiti e senza freni. Dopo l’intro ‘The Holocaust‘, l’intro in un album dell’epoca era un must, ecco i due primi corrosivi brani, potenti distruttivi ed epocali: ‘Stand Up and Fight‘ e ‘Heavy Metal Maniac‘. Piccolo ritardo nella voce, effetto flanger in alcuni passaggi della chitarra ad amplificare e stordire l’ascoltare e soprattutto brani veloci, ma non brutali o troppo brutali, semplicemente veloci, metal. Nei primi anni ottanta non esistevano le catalogazioni all’interno della musica metal. Si parlava di heavy metal, tutto era metal, noi eravamo metal, il mondo lo vedevamo metal. Dopo un po’ si iniziò a parlare di speed, perchè la velocità  incombeva nella musica  e anche il mondo stava cominciando a correre piùvelocemente del solito. E quindi migliaia di sottogeneri, che hanno portato band ad essere tutte simili se non uguali, e da qui lo smarrimento!!! Comunque ritorniamo a noi, o meglio all’album. ‘Iron Dogs‘ rallenta molto nella sua iniziale metà , una bella cadenza e belle incursioni di chitarra tra un cantato e l’altro. La voce di Dan Beehler sempre al limite, non melodica, non perfetta ma così acida e cattiva, sempre raddoppiata e con un leggero ritardo. E poi di nuovo giùin velocità  dall’inizio ‘Mistress of Evil‘, e prima che la puntina si alzi dall’ultimo solco per trovare il meritato riposo, ecco un’improvvisa frenata, un rallentamento nell’inciso, un leggero solo di batteria e decretare la fine della facciata A del vinile.

Riprendiamo fiato…

Doppia casa iniziale e poi riff mozzafiato e ritmo spaventoso. E’ tempo di ‘Under Attack‘. Quattro strofe di due linee ciascuna, un inciso e il ritornello e poi granitica forza. Veloce, tagliente un attacco raggelante, davvero con i fiocchi, realizzato in maniera selvaggia, di grande scuola, inno e spettrale circostanza adatta ad urlare a squarciagola… E poi la voce forzata per cantare d’un fiato ‘Rising of the Dead‘ con un inciso e finale davvero impressionante che ricorda le classiche cavalcate del metal britannico. Fantastico. E ‘Black Witch‘ che rallenta ma che sembra come se fosse il naturale prosieguo del brano precedente, molto lento ma non una ballad, un brano rallentato e soprattutto incisivamente potente con delle terzine che sembrano rincorrersi per passare alla successiva durante tutto il ritornello. E’ facile fare dei confronti e i richiami alla matrice britannica sono davvero evidenti. Brano stupendo, piùcattivo! Un assolo incredibile, magnifico. E l’album si conclude con ‘Cry of the Banshee‘, rullata iniziale, voci raddoppiate per aumentare il pathos in un momento drammatico come prevede la leggenda della Banshee…

Con questo spietato brano si conclude un album epocale: ‘Heavy Metal Maniac‘, un album che è parte integrante del sistema linfatico della musica metal di ogni tempo, un lavoro per autentici maniaci del metal, come erano e sono gli Exciter e come eravamo e siamo noi. Le strade ci hanno portato a fare delle scelte anche a volte dolorose, la vita ci ha riservato tanti momenti strani ed inaspettati, ma poi le nebbie si diradano e i tramonti si infuocano…

…when the twilight burns across the sky you’d better run and hide,
the beast will roar from the inside…

 

p.s.: Ciao Esa, ciao Gino, ciao Gamete…

 

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Born to Lose, Live to Win | Rock'n'Roll is my life, so... long live rock'n'roll !!!

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