Una serata all’insegna della malinconia (quella bella). Una lineup come quella di stasera non poteva fare altro se non riportarci agli anni d’oro del punk-rock emo dei primi 2000. Il 9 luglio 2024 sono infatti saliti sul palco degli I-Days Sum 41, Avril Lavigne e Simple Plan e tutti hanno proposto canzoni scritte più di vent’anni fa, che ancora ci fanno sognare.
Il concerto è aperto dal gruppo pop-punk estivo che più estivo non si può. I Simple Plan hanno suonato per primi sotto il sole cocente, rendendo alla perfezione l’atmosfera di una calda serata di inizio luglio.
Già dalle prime canzoni il pubblico è carico e partecipe e il frontman della band Pierre Bouvier non perde l’occasione per incoraggiarci a scatenarci ancora di più saltando su Jet Lag. La scaletta è all’insegna del revival dei primi album, infatti più della metà delle canzoni suonate sono parte della prima e seconda pubblicazione della band, Just Balls, Still Not Getting Any… (2002) e No Pads, No Helmets… (2004). Il cantante chiede ironicamente “Can you play something that sounds like old school Simple Plan?” per introdurre l’iconica Welcome To My Life.
L’atmosfera estiva è confermata da Summer Paradise, che il pubblico canta già dalla prima parola, e le sonorità punk-rock dei primi anni 2000 la fanno da padrone anche in chiusura con I’m Just a Kid e Perfect. Nonostante la carriera ventennale i Simple Plan si confermano un gruppo di pazzi scatenati organizzando una comparsata di persone in costume da Scooby Doo che ballano sul palco e concludendo l’esibizione con il batterista Chuck Comeau che fa crowdsurfing sulla folla esaltata.

Con 20 minuti di ritardo, lo spettacolo di Avril Lavigne inizia con la proiezione di un video sul maxischermo all’interno del palco con un filmato ripercorre l’intera carriera della cantante che è in tournée in Europa col Greatest Hits Tour. Il concerto si apre con l’iconica Girlfriend che prepara il pubblico a rivivere tutte le tappe salienti della nostra punk-rock princess a suon di riff e fiamme. Si continua con What The Hell, mentre sullo schermo è riprodotto il videoclip originale, e Complicated.
Dopo aver bagnato le prime file con dello spumante, Avril ci fa fare un piccolo salto in avanti con una canzone più vicina nel tempo, Here’s To Never Growing Up per poi rituffarci agli albori con Hot, My happy Ending, He Wasn’t, per le quali imbraccia la chitarra aumentando la partecipazione del pubblico, e Losing Grip le cui sonorità primi anni 2000 e le vibes da Natalie Imbruglia calzano a pennello con il tema del tour.
Presto cambia l’atmosfera con una cover dei Blink, All The Small Things, durante la quale chiunque fosse presente si scatena a cantare e, dopo che Avril ha chiesto un circle pit, al centro del pit si apre un piccolo pogo. Questo momento di forte carica continua con Bite Me, Love It When You Hate Me e si conclude con Sk8er Boi che riesce a far esplodere il pubblico intero.
Nonostante Avril sembrasse un po’ sottotono in fatto di presenza sul palco, è stata accolta con entusiasmo da persone di tutte le età e ho trovato molto romantica e malinconica la chiusura del concerto. Durante tutto lo spettacolo ci sono state alcune pause in cui venivano mostrarti dei filmati: uno con dei servizi televisivi e interviste fatte ad Avril durante l’era in cui è esplosa la sua fama e uno con alcune immagini tratte dal video clip di Head Above The Water che assieme a I’m With You ha chiuso magicamente mentre il tramonto estivo tingeva il cielo di giallo e turchese.

Già dalla prima canzone dei Sum 41 il pubblico è in fermento e il pogo parte alla velocità della luce e diventa sempre più grande grazie all’infilata di grandi classici come The Hell Song, No Reason e Underclass Hero che ci introducono ad una scaletta perfetta che alterna momenti di grande energia a fasi più tranquille per farci riprendere il fiato, come Some Say, canzone che quest’anno compie 24 anni.
Il richiamo del pogo è come una calamita e corro al centro del pit, per tutto il concerto si respira polvere e sudore tanto che ad un certo punto si creano due mosh pit e il cantante Deryck Whibley rimane stupito.

Non sono mancati momenti di vera nostalgia come quando è partita Makes No Difference, prima canzone rilasciata dal gruppo, primo videoclip e una delle più vecchie proposta in questa performance. Il frontman rincara da dose di feels dicendo che questo è l’ultimo tour della band. I fan più fedeli però non devono preoccuparsi, i Sum 41 torneranno in Italia il 16 e 17 novembre.
Il finale sembra la colonna sonora di un sogno fatto una ventina di anni fa: In Too Deep, Fat Lip e Still Waiting una dietro l’altra fino ai saluti del gruppo che lancia plettri e bacchette sul pubblico e lascia il palco. Passa qualche minuto e la folla inizia a dirigersi verso l’uscita quando si sente qualcuno che urla, il gruppo è tornato sul palco e iniziano i riff di una canzone a gran sorpresa. Questo concerto non poteva che terminare con la gente che corre per tornare nel pit a ballare sulle note di Summer.

Testo di Patrizia Bazzani e fotografie di Ilaria Maiorino, gallery completa qui.
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